• giovedì , 25 Aprile 2024

Un primino alla volta

1 Scientifico A

“La scomparsa di Cristina”

 

“Cristina!!” gridava disperata la regina Doglia sposata da anni col REDOGLIA, MACRI’, la sua bambina, non rispondeva.

Preoccupata e col volto serio e TESIO, salì fin sul TORAZZI del castello e chiamò il fido stalliere siciliano BASOCCU: “CHINNI’ regina , CHE successe?”. “ La principessa è scomparsa, bisogna ritrovarla”.

Lo stalliere subito infilò un messaggio nella zampa di un COLOMBINO viaggiatore e lo spedì dai nobili VENEZIANI. Radunò novizi seminaristi e CHIERICI affinché nelle chiese si spargesse  la voce; oltre le Alpi, in Baviera, allertò i BAUMGAERTNER e nel sud delle Americhe i MENDOZA e i VOS CARRERO .

Venne stanziata una cifra in DEMARCHI ed euro per chi avesse fornito notizie. Dal mare Adriatico, dal mare Mediterraneo dal MARCHISIO, salparono barche ed enormi navi, dei veri e propri NAVONI, per la ricerca capillare.

DEGIORGI, un tipo che somigliava al GARRONE del libro “Cuore”, buttò a terra i CICCONI dell’ultimo pacchetto di sigarette e si spinse a piedi FENO a GARLANDO dalle parti di Gardaland e lì la trovò abbracciata al giovane ed aitante MENOZZI.

Avevano fame. Lì vicino, fortunatamente, c’era un piccolo salumificio dove poté sfamarli. “ Avete del lardo?” chiese. “VE’LARDOCCHIA e della LANZA, non abbiamo altro” .

Le campane suonarono tutta la notte per il pericolo rientrato.

1

1 Scientifico B

“La festa al paese”

 

A GARESIO, nel cuneese, si celebrava uno dei tanti GIUBILEI in onore del patrono. La pro loco aveva allestito un’enorme tavolata con ogni specialità alimentare della zona: un SAPORITO formaggio gROVIERA da fare invidia a quello svizzero, la QUAGLIA con la FAVA e contorno di anacardi e GIACARDI, cioccolatini FERRERO e CONI gelato dai mille gusti; il tutto innaffiato dal dono del dio BACCON, un vino rosso ambrato, un BRAYDA-BRUNO del 2000 e un allegro spumante SCANTAMBURLO che era un piacere berlo.

Nella festa c’era una corsa di cavalli dove FANTINI esperti facevano spericolate acrobazie, una VALENTE sarta esponeva i suoi pizzi dai BORDIN di seta, lo stilista Luc ERTOLA mostrava le sue borse ottenute con le pelli dei rettili. C’era una zona dove si poteva provare l’ebbrezza di tirare in porta come i campioni del calcio.

I nipoti di Gennaro, i GENNARELLI, incitavano lo zio a fare gol: “GOLZIO!” esclamarono mentre la palla  gonfiava la rete. Sotto i PONTI DI SANT’ANGELO, VIBERTI leggeva le carte e prediceva il futuro ai turisti che si sedevano al suo tavolino.

Ad un certo TROISI chiese conferma della sua onestà: “JURA che tu hai indubbie doti MORALI?”

 Questi giurò mentre in lontananza una voce di chiara origine siciliana gridava: “l’osso mettilo cà, CAMETTI CALOSSO..” e il tutto si stemperò nell’allegro vociare della festa..

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1 Scientifico C

“La statua”

 

Da MONACO a MOSCA la strada è molto lunga. Non è come andare in barca a vela da COSTA a COSTA o come scendere le scale dal decimo piano fino a TABASSO.

Ci sono molti chilometri e forse anche qualche MIGLIETTA.

Molti turisti si RECANO fin lì nella PIAZZALUNGA per ammirare la statua del THIONE, un’opera d’arte che E’LI’A’ rappresentare l’evoluzione: dal BOZZOLA esce un poverino, un BORELLO, che pian piano diventa uomo.

Il marmo candido, quasi VIRGINIO, arrivato dalle cave di VOENA, vicino a Carrara e lavorato finemente ad Ivrea nel CANAVERA, non supera il peso di mille chilogrammi solo per pochi PERETTI.

Il trasporto, affidato alla ditta ASVISIO, era stato autorizzato dal sindaco Stefano STEFANUCCI che si avvalse di alcuni CAPETTI che avevano  fatto già trasporti simili per conto della FERRERO.

Usando stracci di pura LANA, LAVATELLI per renderli assolutamente puliti, avevano posto l’opera vicino alla fontana del PARRAVICINI.

L’assistente dello scultore, la giovane artista BERRUTO, che il giorno prima non era stata bene, sollevò tra lo stupore del pubblico, il lenzuolo che copriva la statua.

“Sono contento” le disse, “ che ti sia ripresa: AUTERI ed oggi sei nuovamente in forma”.

Seguì un caloroso applauso della cittadinanza.

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1 Scientifico scienze applicate

“La ricca dimora”

 CARLASSARA erano due sorelle figlie del MARASA’ indiano che s’era sposato una splendida donna DIBARI.

Le due bambine amavano raccogliere i GILLI nel BOSCO ma stavano molto attente a non fare troppo NARDI per non far arrabbiare la loro governante che, quando erano puntuali, come premio le preparava una squisita torta con la pasta FROLA. La loro splendida casa s’ergeva sulla ROCCAMENA che a sua volta era posta in basso rispetto alla rocca più.

A MOMBELLO, il paese dove l’età media della popolazione non superava i quarant’anni, erano tutti GIOVANNINI, si produceva un buonissimo vino BARBERO anche grazie al lavoro incessante, quasi a COTTINO, dei viticoltori.

Nel giorno della festa di SANNICOLO la casa veniva aperta a tutti e quindi gentili DONZELLINI, uomini eleganti col vestito inTONATTO alle scarpe, persino LAPIO Elkann, visitavano la magione.

L’attrazione principale della casa era una camera rotonda con al centro un enorme giaciglio, il cosiddetto RONDOLETTO, opera del designer NENCIONI e della sua assistente di colore, una splendida NIGRA che amava le canzoni di SIMON e Garfunkel.

Un giorno Rita RITOTA guardò estasiata quell’opera per molto tempo: restò a FISSORe ore e ore finchè ebbe un colpo di calore, una terribile CAUDANA, che la fece cadere a terra.

Si sentì un forte rumore: STRATACO’! e subito dopo un’imprecazione:  “BORCA l’oca!”

DANNAzione” gridò TOCCI il maggiordomo.

“Ciò che è pubblico non è PIVATO” esclamò sibillinamente HALMAGHI.

Nessuno seppe mai  cosa volesse dire con quella frase.

4

IV ginnasio A

“La dieta del prevosto”

Il CANONICO CHINNI’ amava ascoltare nella sua stanza piccola ma con un grande arco centrale, l’ARCOSTANZO, le opere del grande maestro pesarese Gioacchino ROSSINI.

Anche mentre faceva il bagno, in uno degli enormi VASCONI dell’abbazia, sempre cantava: “libiam, LIBOI, libiam..” l’aria della “Traviata” poiché amava anche Giuseppe Verdi.

Era in perfetta FORMIA, il peso era GIUSTETTO, aveva dovuto rinunciare a qualche piatto di MACCARONE ma ne aveva tratto giovamento. Da quel giorno in cui aveva sentito scricchiolare sotto il suo peso il PILONE DEL PONTE, s’era deciso a dimagrire.

Basta con il ristorante “DE CESARE” che all’ingresso aveva l’effigie di un MARENGO d’oro, basta le bevute d’AVONDET rosso rubino con il duca BALBIANO DI COLCAVAGNO, occorreva una svolta se no ne andava della sua salute.

Quindi niente più IZZI e lazzi ma controllo anche estetico. Si era tagliato i capelli ed era TOSETTO come una pecora; col fido sacrestano BOSCARATO aveva ripreso a fare lunghe passeggiate col suo rosso cavallo BOANO e con un amico prete, l’enorme Berto detto il BERTONE, aveva iniziato una dieta vegetariana molto ricca di cardi. I RICCARDI avevano fatto il miracolo: era diventato magro e sano!

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IV ginnasio B

“Uno splendido locale”

 Il BARBERO, locale in pieno centro DEASTI, di proprietà di Orso e dei suoi figli ORSINI, aveva un’atmosfera GAIA.

Già all’entrata un BELLUSCIO invitava i clienti, lo spettacolare SCALON che portava al primo piano, era così bello che chi vi saliva esclamava sbalordito: “HU!”

 Ogni sedia, ogni CARREGA, come dicono i lombardo-veneti,aveva un alone D’AURIA magica, negli addobbi si vedeva il tocco molto AMORUSO degli arredatori.

Il divano a MOLLE era molto confortevole, il gran PAVESIO, stendardo dalla storia avventurosa e persino il colore e l’INDRACCOLO delle pareti conferivano al tutto una serena sensazione di benessere.

Donne con scarpe dal PITACCO altissimo e con il GIACHINO alla moda, uomini facoltosi con le loro mercedes e le loro AUDISIO parcheggiate nelle vicinanze, si fermavano per un brunch o per un TRINCH.

Fette di MANZO tenerissime e acidulizzate all’AIMONE, filetti di LUPASCU, un raro pesce dell’est Europa, condito con olio di DOLZA e per finire un dolce a base di savoiardi e BAIARDI non liquido ma molto aSCIUTO, erano le rinomate specialità del locale.

Un posto fantastico che merita sicuramente una sosta

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