• venerdì , 29 Marzo 2024

Oltre il quotidiano

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“Io a sedici anni non leggevo i giornali. Pensavo al calcio e alle ragazze, come tutti gli adolescenti. Crescendo però ti rendi conto che c’è un mondo intorno a te. Se tu sai, difficilmente vieni ingannato. La consapevolezza è la ricchezza più grande che una persona possa avere”.

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Durante la settimana di alternanza scuola-lavoro abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare il redattore de La Stampa nonché ex allievo di Valsalice Roberto Pavanello. Il quale definendosi “operaio della parola” ha spiegato come funziona il sito online del noto giornale in tutte le sue sfaccettature per poi condividere con noi il suo stupore e il suo entusiasmo per il nuovo incarico a La Stampa TV.

Pavanello

 

Fare il giornalista è sempre stato il tuo sogno?

Da bambino avevo due grandi sogni, diventare calciatore o giornalista. Alla fine ho finito per fare il giornalista, forse perché ci ho messo più impegno. Volevo scrivere di sport ma quando l’ho fatto non mi è piaciuto e allo stesso tempo avrei amato scrivere di politica senza però avere mai avuto l’occasione di farlo. Oggi mi è stato assegnato un incarico a La Stampa TV: mai lo avrei immaginato e per me è adesso tutto nuovo, un mondo da scoprire giorno per giorno.

Come hai iniziato?

In realtà per caso finendo a fare uno stage al web de La Stampa grazie ad un mio amico. Dopodiché per un periodo mi sono dedicato alla cronaca bianca di Torino. Tra le altre cose ho scritto anche di spettacoli e per 7 anni ho lavorato a Savona occupandomi di cronaca locale. Da un anno sono tornato al web e ora inizia questa nuova avventura. Credo che questo mio continuo cambiare e spostarmi di qua e di là mi abbia permesso di avere uno sguardo sulla notizia più ampio rispetto ai miei colleghi.

stampa tv

La tua giornata tipo?

Solitamente entro alle 8:30-9 ed esco verso le 21. La mia giornata consiste nel fare riunioni, organizzare interviste, seguire l’evolversi delle notizie. Il mio obbiettivo principale è cercare di capire se ci sono problemi in modo da risolverli e poter migliorare sempre di più il sito online. E’ un mestiere stimolante ma duro, senza un attimo di respiro. I colleghi del cartaceo per esempio hanno orari diversi. Iniziano alle 10:30-11 con la riunione di redazione dove partecipano tutti i settori e  la giornata di lavoro termina intorno alle 10:30 con la chiusura del giornale e la successiva stampa.

Parlando di interviste, come ci si prepara? 

E’ importante conoscere la persona con cui si parla ed è utile stilare una serie di possibili domande e una traccia di discorso. Per esempio, quando ho intervistato il grande Tornatore la sera prima ho visionato il suo ultimo film ma vedendo che nelle altre interviste le domande vertevano solo su quello, ho deciso di farmi raccontare altro.

Per questo vi do un consiglio: se vi capiterà nella vita di dover dialogare con un personaggio noto, andate a vedervi le altre interviste su di lui. Potrebbe esservi d’aiuto e fornivi degli spunti. Cercate sempre di inserire ad un certo punto una domanda spiazzante: potrebbe farvi da titolo. Ma soprattutto fate parlare.

tornatore pavanelloIl nostro Pavanello in compagnia del regista e premio Oscar Giuseppe Tornatore

Un’intervista che ricordi con piacere?

Ho avuto la fortuna di intervistare tanti personaggi noti dello spettacolo, dello sport o della politica. Di tante chiacchierate serbo un bel ricordo, però ce n’è una che mi è rimasta chiara nella memoria. Scrivevo ancora per La Nuova di Settimo Torinese, avevo 22 o 23 anni e al Teatro Carignano c’era un evento culturale al quale partecipava l’allora presidente del Senato Luciano Violante. Timidamente mi avvicinai a lui che era marcato a vista dalla scorta armata per chiedergli se avesse voluto rispondere a qualche domanda. Lui mi sorrise e acconsentì, mi invitò ad avvicinarmi e incrociò il suo braccio con il mio. Iniziammo a camminare così, mentre gli facevo le domande. Avevo il cuore che batteva a mille: il giovane cronista di un piccolo giornale che intervistava il presidente del Senato (tra l’altro erano giorni in cui si parlava di lui come del possibile futuro Presidente della Repubblica). Anni dopo l’ho incontrato di nuovo, dovevo moderare un incontro pubblico con lui. Niente più batticuore, il ragazzino non c’era più.

 Secondo la tua esperienza come si impara a scrivere e a parlare bene?

Si impara a scrivere innanzitutto leggendo tanto. Poi serve fare esercizio, avendo possibilmente qualcuno che ti aiuta a migliorare, facendoti anche riscrivere, se necessario, il pezzo. Per quanto riguarda il parlare, credo che funzioni allo stesso modo: se si legge, è facile che si abbia una maggiore padronanza della lingua. Certo, non è scontato. Personalmente io non sono un telegiornalista, quindi non saprei dare suggerimenti tecnici, che credo comunque ci siano. Io mi muovo ad istinto.

 Pavanello con il suo fare misurato e garbato passa poi ad illustrarci il sito online. Scontata la domanda:

Come fa il sito online ad essere sempre così aggiornato?

Sicuramente grazie ai continui flussi di notizie da parte delle agenzie stampa come l’Ansa, ai social, ai colleghi che sono in giro per il mondo ma anche più semplicemente ai cittadini comuni. Tuttavia il dover essere sempre sul pezzo può dare  problemi al giornalismo online poiché vi è il rischio di non verificare correttamente le notizie.

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Cosa ti porti dietro dal tuo liceo classico?

Qualche lontana amicizia, un po’ di frasette in latino, la possibilità di riconoscere la radice greca di molte parole, qualche verso di Dante, tanto pallone ma anche il desiderio che quegli anni passassero in fretta. Ricordo con molto più piacere gli anni dell’Università.

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