• venerdì , 29 Marzo 2024

Zuckerberg a Roma

di Giulia De Luca

Il fondatore di Facebook è arrivato a Roma per parlare ai tanti studenti della Luiss, accorsi per non perdersi le parole di un idolo come lui. L’incontro inizia con una sua dichiarazione d’amore verso la città di Roma, dove la mattina ha anche incontrato il Papa e il Primo Ministro Renzi. Cita anche Enea paragonandolo per le sue doti ad un imprenditore e dice di aver sempre studiato e amato il latino poiché “il problema era la pronuncia ma con il latino non devi parlare”.

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Poi l’atmosfera si fa tutt’altro che leggera e il discorso continua con una nota serissima: il terremoto. Alcuni studenti gli chiedono “se ha fatto qualcosa per le persone che hanno perso tutto” e la sua risposta non si fa attendere : “Mi sono detto che avrei dovuto fare tutto quello che potevo per dare una mano. La cosa più importante per noi è il Safety Check, che quando c’è un disastro serve per avvisare i nostri cari che siamo salvi: in momenti così è tutto ciò che davvero importa. Ma noi vogliamo fare di più, e abbiamo iniziato a lavorare con la Croce Rossa, donando mezzo milione di euro”. Si tratta di pubblicità (si sono già scatenate le polemiche sul web) per promuovere attività come la raccolta fondi, ricerca di volontari, richiesta di donazione di sangue e per mettersi in contatto con le persone che non sanno dove stare.

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Ovviamente si dichiara un vivo sostenitore della tecnologia, dell’utilità delle innovazioni e soprattutto di quanto Facebook possa servire a unire persone lontane. Ma vuole anche sottolineare che un like non potrà mai sostituire un sorriso o un’emoticon un’espressione nella realtà.  Infatti Alessio gli chiede se “ha mai pensato, fondando quest’enorme piattaforma, di aver rovinato il modo in cui la gente comunica” e Zuckerberg risponde: “Se avessi pensato che roviniamo la comunicazione, avrei cambiato il prodotto. La maggior parte delle persone non usa Facebook come sostituto della comunicazione reale, nulla sostituisce la realtà ma Facebook dà la possibilità di comunicare a chi normalmente non lo farebbe”.

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Teoricamente è vero, ma poi siamo noi a scegliere che sia così. Noi che usando Facebook e altri social network, dobbiamo essere consapevoli del rischio che corriamo tutti i giorni. La comodità del chiudersi in un mondo intangibile in cui si trova il coraggio di dire quasi qualunque cosa. In cui troppo spesso ci facciamo prendere dalla pigrizia o dalla vigliaccheria del nascondersi. Però si può usare anche per fini più nobili, come vuol far capire uno degli uomini che più ha contribuito a cambiare il mondo. Pochi oltre a Zuckerberg possono dare lezioni su come arrivare al successo e così conclude l’incontro dando uno stimolo a tutti gli studenti: “Ricordate, l’idea di fare tutto da soli è sbagliata, niente di grande è stato costruito da una sola persona. E non è vero che le grandi iniziative nascono già perfettamente formate, ma le cose iniziano e poi si sviluppano, cambiano e crescono piano”.

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