• giovedì , 25 Aprile 2024

Eva e Doc, storia di una psicoterapia.

di Laura Lijoi e Victoria Cavalot

“Non lascatevi scoraggiare, non abbandonate la speranza, continuate a lottare perché se ne può uscire, se ne può uscire.” Questo il messaggio di Eva, protagonista del libro, che ricorda a chi ha la sventura di incontrare nel percorso della sua vita un disturbo di non arrendersi.

A mettere nero su bianco la sua storia analitica, iniziata all’età di ventotto anni, è lo psichiatra Salvatore Di Salvo. Nel corso della psicoterapia è stata ripercorsa la sua intera vicenda: sono state riportate le esperienze precedenti di bambina ammalata e allontanata da casa, di adolescente in crisi e di adulta confusa ed insicura nel rapportarsi con il sesso opposto.

Una vita complessa e turbolenta, un buco nero dal quale non sembrava esserci via di uscita. Eppure Eva, grazie a Doc, uno spiraglio di luce l’ha trovato. A vestire i panni dei due protagonisti sono persone reali, il dottor Di Salvo e la sua paziente in cui nome è stato volontariamente celato dietro l’omonimo dell’Eva biblica.

Il loro primo incontro avviene proprio in una clinica psichiatrica e circa un anno dopo la donna chiede di iniziare insieme un lavoro analitico. Da questo momento le sedute hanno una frequenza bisettimanale per una durata di cinque lunghi anni. Eva è alla ricerca di un’accettazione totale per placare il suo impellente bisogno di amore e il vuoto che tutte le sue relazioni hanno lasciato in lei. Acquisire autonomia e consapevolezza di se stessa sono i suoi due grandi obbiettivi, una volta da Doc. Repulsione e allo stesso tempo attrazione, amore e odio. Questi sono i sentimenti contrastanti di Eva nei confronti del medico che più volte nel corso del periodo preso in esame trovano concretezza su fogli bianchi, pagine e pagine di quaderni sulle quali la ragazza da libero sfogo a tutta la sua gamma di emozioni, facendosi guidare alcune volte dalla sua sfrenata fantasia, altre dalle sue valutazioni spesso aggressive e critiche. 

Sono stati proprio la sua sofferenza e il suo senso di vuoto ad evocare  in Doc un reale atteggiamento di disponibilità e accoglimento che non è mai venuto a mancare neanche nei momenti di intenso conflitto e rabbia. Un coinvolgimento emotivo diverso, unico e seppur nell’ambito della professionalità, speciale che ha reso possibile la realizzazione di questo libro.

Un libro sentimentalmente impegnativo, ma allo stesso tempo coinvolgente che permette al pubblico di conoscere questo disturbo e come possa essere risolto. Eva ci è riuscita, nonostante i lunghi anni di sofferenza e rifiuto, ha vinto la sua malattia e ora si gode, quasi come fosse uno scherzo del destino, il lavoro da psicologa.

 

 

 

 

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