• sabato , 20 Aprile 2024

La estelada, una bandiera, un simbolo

Cenni storici

Il forte desiderio di indipendenza dei catalani trae le sue origini dalla storia della regione a partire dal primo Medioevo. La Catalogna  è rimasta  indipendente da Madrid per 700 anni, fino a quando fu conquistata dalle truppe borboniche di Filippo V nel 1714.
Durante il periodo borbonico e successivamente sotto la dittatura di Primo de Rivera e poi di Franco fu addirittura vietata la lingua catalana e proibite tutte le istituzioni di autogoverno catalane.

Il simbolo

Il simbolo più significativo dell’indipendentismo catalano è la ESTELADA, una bandiera con una stella bianca che rappresenta la libertà e un triangolo blu simbolo di uguaglianza. Nata dall’unione della bandiera catalana e di quella creata dai ribelli cubani quando ottennero l’indipendenza dall’impero spagnolo.

Il referendum

Il 9 Giugno il presidente della Catalogna, Puigdemont, ha indetto il referendum del primo ottobre per decidere sull’indipendenza dalla Spagna. La corte costituzionale di Madrid ha stabilito che tale consultazione è incostituzionale e il governo spagnolo l’ha quindi dichiarata illegale. Poi ha mandato in Catalogna più di 10.000 agenti della Policia Nacional per cercare di evitare il referendum.

Le ragioni

Le ragioni alla base di questo referendum sono principalmente culturali e economiche.
Culturali perché i catalani ritengono che le proprie tradizioni, la lingua, i costumi, l’arte e la cultura siano profondamente diversi da quelli del resto della Spagna. Per esempio in Catalogna si parla il catalano, lingua che deriva dal latino, mentre nel resto del paese il castigliano.
Chi è a favore della separazione ritiene che il popolo catalano non abbia niente a che vedere con il resto della nazione e per preservare le proprie radici, di cui sono molto orgogliosi, la regione deve autogovernarsi come uno stato indipendente.

Economiche perché i catalani ritengono di pagare troppe tasse a Madrid, la Catalogna rappresenta il 20% della produzione di beni e servizi dell’intera Spagna, mentre un’autonomia fiscale permetterebbe loro di amministrare nel modo più conveniente la propria ricchezza.

Al riguardo abbiamo posto dei quesiti ad un catalano pro referendum e ad uno contro (le domande sono state fatte prima di domenica 1 ottobre):

Perché i catalani vogliono il referendum?

  1. (pro) Per recuperare l’indipendenza, cioè l’autogestione. La Catalogna perse l’indipendenza nel 1714 quando Felipe V de Borbón conquistò Barcellona dopo un assedio di 2 anni. Prima era indipendente, anche se gli unionisti attuali lo negano. Nel giuramento di Felipe V quando diventò re di Castilla nell’anno 1700 giurò rispettare l’indipendenza del popolo catalano, cosa che dopo non fece. Per di più regalò una parte del territorio catalano al re di Francia, un suo cugino.
    Secondo la definizione di “nazione” dell’enciclopedia britannica Catalunya è una nazione , e per tanto ha il diritto alla autodeterminazione. Da 1714 la Spagna ha trattato la Catalogna come una colonia, sfruttandola e disprezzando la sua cultura e la sua lingua.
    Il popolo catalano è  determinato all’indipendenza e non c’é svolta ne marcia indietro possibile. L’unico sistema democratico pacifico è il referendum. Nessuna legge lo proibisce, ma il governo spagnolo cancella i diritti civili basici e pretende di far credere che sia illegale. Un vero colpo di stato.
  2. (contro) Non tutti quelli contrari al referendum la pensano allo stesso modo.
    Da una parte le persone di destra non lo riconoscono poichè illegale rispetto alle leggi dello Stato; i socialisti, pur argomentando lo stesso, ritengono che non si deve votare perché non ci sono garanzie mentre i comunisti sono d’accordo nel fare un referendum, ma affermano che si deve fare in un altro modo e il risultato dovrebbe essere vincolante.

Quali sarebbero secondo te le conseguenze di un si?

  1. (pro) Se vince il SI prima di tutto la legge del referendum autorizza il presidente a dichiarare l’indipendenza (dichiarazione, non proclamazione). Poi ne susseguirà una  trattativa con la Spagna per accordare i dettagli pratici. Bisogna condividere il debito. Il debito della Spagna è enorme. Se la Catalogna si assume la sua parte, questa debito potrà essere restituito a breve termine; allora la Spagna potrebbe trattare con Europa delle condizioni più favorevoli. Se non c’è trattativa allora la Catalogna non dovrebbe assumersi la sua parte e la Spagna farebbe fallimento automaticamente. Una volta fatta la trattativa, bisognerà proclamare l’indipendenza con l’accettazione dell’Europa e iniziare le trattative per non dovere lasciare ne l’Europa, nè l’Euro.
  2. (contro) Il risultato è facilmente prevedibile che sarà un SI, dal momento che la maggior parte dei quelli favorevoli al NO ritengono che sia meglio non andare a votare per non legittimare con il loro voto una consulta che ritengono sbagliata. Indipendentemente dal numero di votanti, di voti affermativi, ecc. una parte importante del SI ritiene che il Parlamento Regionale sarebbe legittimato per approvare una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Anche se non posso leggere il futuro, questa situazione non sarebbe buona per nessuno: né per la Spagna né per la Catalogna

Quali sarebbero le conseguenze di un no?

  1. (pro) Repressione da parte dello stato spagnolo e perdita el Pil. Il governo catalano di dimetterebbe e si convocherebbero nuove elezioni. Inoltre potrebbe verificarsi la scomparsa della lingua catalana e della sua cultura.
    Purtroppo molti simpatizzanti del NO hanno deciso di non votare e fare boicottaggio e minacciare chi vuol votare,  forse perché si sentono perdenti o perché hanno ereditato la mentalità fascista di Franco
  2. (contro) Tenendo conto che quelli vogliono andare a votare NO sono una minoranza, nessuno pensa alla possibilità di un risultato negativo.

Secondo te sarebbe più giusta una consultazione che coinvolga tutti gli spagnoli per decidere dell’indipendenza della Catalogna?

1.(pro) Se votassero tutti gli spagnoli la nostra sorte dipenderebbe nuovamente da loro e   non da noi . Autodeterminazione vuol dire che deve votare chi la chiede, se no non sarebbe auto. Questo è uno dei diritti fondamentali del ONU. Assolutamente NO. Non c’è nessun precedente nel mondo in questo senso. Nei referendum símili in Montenegro, Kosovo, Quebec e Scozia, tanto per citare gli ultimi, hanno soltanto votato i montenegrini, i kosovari, i quebecois e gli scozzesi, rispettivamente. L’indipendenza degli USA l’ hanno decisa gli americani, senza gli inglesi. Non c’è neanche un caso in senso contrario. Non ha nessuna logica. È assurdo.

2.(contro) Credo che l’unica soluzione accettabile da tutti sia nuove elezioni regionali e poi si vedrà. Rispetto al governo dello Stato (in minoranza in Parlamento) forse andrebbe bene mandarlo all’opposizione. Ma non ci sono voti abbastanza per farlo. Magari sostituire Mariano Rajoy con un’altra persona dello stesso partito. Purtroppo la democrazia in Spagna è ancora troppo giovane e certi atteggiamenti, normali in qualsiasi altro paese europeo, non trovano ancora il suo posto in Spagna. A medio termine ci vuole una vera riforma della Costituzione, ma sembra che sia la scatola di Pandora capace de tirar fuori tutti i mali del mondo.

Con che spirito andrà la gente a votare domenica? C’è paura?

  1. (pro) Non c’è paura assolutamente. Non è neanche concepibile che la polizia spagnola spari contro le code di gente che aspetta per votare. È contro le leggi europee, di grado superiore a quelle spagnole. La Spagna verrebbe espulsa dall’Europa. Dunque paura non c’è. Ci sono incertezze, e non minori. Dovrà uscire la Catalogna dall’euro? Dall’Europa? Io credo di no, ma non ne sono sicuro.
    Non avevamo mai visto un popolo cosi unito, destra e sinistra tutti assieme,  anche la sinistra più radicale.  Ci basta mezza parola per capirci , e se qualcuno ci attacca rispondiamo VOTA NO. Siamo sempre pacifici e sempre democratici,  davanti le minacce sempre in pace, un movimento cosi non si era mai visto 

Secondo te il governo si sta comportando in modo corretto ? Come avrebbe potuto affrontare diversamente questa situazione?

  1. (pro) Non si sta comportando assolutamente bene. La nostra è una democrazia, non una  dittatura e toglierci il diritto di parola è antidemocratico. Sembra di vivere un ritorno al franchismo.
  1. (contro) Né il governo regionale né quello dello Stato  si è comportato come avrebbe dovuto. A tutti e due serve tenere l’opinione pubblica occupata con questo tema (non si parla di altro). In questo modo si nascondono meglio le proprie miserie di ciascun governo: corruzione, corruzione e corruzione.

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