• martedì , 19 Marzo 2024

Paternità ad alta definizione

Da Wolverine fino a Rick Deckard. Questo 2017 è stato l’anno dei “papà cinematografici”. Sembra che le case di produzione si siano messe d’accordo per puntare sul tema della riunione padre-figlio: si è assistito a scene strappalacrime e talvolta divertenti; e non sono mancati gli incontri inaspettati che hanno lasciato a bocca aperta.

Pensiamo all’ultimo capitolo di “Pirati dei Caraibi”. Il mitico Capitan Barbossa scopre di avere una figlia, Carina, che credeva non avrebbe mai incontrato. Rimane basito dal suo modo di affrontare la vita, alla continua ricerca del padre; e lui, pirata egoista e opportunista, si rivela pronto a sacrificarsi per lei, si scopre all’altezza di quell’immagine che Carina si era costruita.

Sempre su questa linea, Logan, meglio conosciuto come Wolverine. L’ultimo film che vede Hugh Jackman interpretare il brusco X-Men dagli artigli di adamantio si incentra sul rapporto con Laura, la figlia undicenne mutante. Padre improbabile, è costretto a proteggerla per una promessa, con una ritrosia che alla fine non si rivela tale: sono più simili di quello che crede.

Ma non serve sempre un legame di sangue per essere una famiglia, anzi. Basti pensare al povero Starlord, che in “Guardiani della Galassia Vol.2” scopre di avere un padre biologico con manie di grandezza che vuole sterminare la Terra e altri pianeti. Solo alla fine del film si accorge che in realtà il suo vero papà era Yondu, il Ravager dalla pelle blu che lo ha cresciuto tra un furto e l’altro in giro per la galassia.

Rimaniamo in zona Marvel ma torniamo sulla Terra. Peter Parker si ritrova sorvegliato da una figura paterna piuttosto insolita in “Spider-Man Homecoming”: Tony Stark. Iron Man si destreggia tra rimproveri a colpi di: “Tu devi essere migliore di me. Ridammi il costume” e consigli: “Non fare nulla che io farei. E non fare nulla che io non farei”; naturalmente Spiderman, da adolescente in piena regola, la pensa diversamente.

A distanza di trentacinque anni da uno dei film fantascientifici di maggior successo di sempre, ritorna sul grande schermo “Blade Runner” nel sequel di Denis Villeneuve. Rick Deckard ha avuto un figlio con la replicante che amava, Rachel, ma per far sì che non fosse ucciso e mantenere il segreto, non lo ha mai più cercato. Joe, altro replicante, fa una scelta che cambierà la sua vita: aiutare Rick a trovarlo. La pellicola avvince lo spettatore tra certezze che crollano e misteri che si svelano, finché non si scopre chi è il vero figlio.

Personaggi diversissimi tra loro, dunque, e il terreno comune della paternità, in relazione alla quale tutti escono trasformati. Un tema antico che trova una trattazione originale sul grande schermo; il fil rouge non sarà intenzionale ma ci racconta forse di uomini alla riscossa e di modernità: le donne – finalmente – non sono più “protagonista unico” quando si parla di figli.

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