• venerdì , 19 Aprile 2024

Il fantasy al femminile

di Irene Lorusso

Marion Zimmer Bradley fu scrittrice statunitense che visse a cavallo tra la prima e la seconda metà del secolo scorso. Dopo aver abbandonato il lavoro come ricercatrice all’Università di Brerkeley, in California, si cimentò nella stesura di libri fantasy. Ma fin dal suo primo esordio in questo genere, “Le nebbie di Avalon”, pubblicato nel 1983, Marion si fece portatrice di una novità slegandosi completamente dalla tradizione del fantasy e mettendo al centro il genere femminile.

Nelle nebbie di Avalon, libro ambientato nell’antica Inghilterra, la protagonista è Morgana, sorella di re Artù, descritta dalla tradizione come la strega malvagia causa di tutte le problematiche del regno, ma resa da Marion con nuove sfumature, senza però slegarsi completamente dalla storia tradizionale. Morgana è una sacerdotessa di un antico culto tutto al femminile ed è protettrice accanita della cultura locale minacciata dai romani e dalla religione cristiana. In questo libro i personaggi femminili non vengono descritti come secondari o deboli, come succedeva all’epoca nel genere fantasy, ma sono i cardini portanti dell’intera storia, senza però essere idealizzati. Cioè Morgana, Morgouse e Ginevra, tre dei personaggi principali, hanno un ruolo fondamentale e sono indubbiamente donne forti e fastidiosamente, per gli uomini, indipendenti, ma Marion non si sottrae al descriverne anche le loro mancanze. Insomma la scrittrice riesce a presentare ai lettori le grandi storie e fiabe, come quella di re Artù, in chiave femminile.

La scrittrice non si limitò al genere fantasy. Infatti un altro libro che incarna lo spirito innovativo di Marion è “La Torcia”, pubblicato nel 1987, nel quale la Zimmer Bradley ci presenta nuovamente una storia già nota, letta e riletta: la guerra di Troia. Senza cadere mai nel banale e attenendosi alle vicende narrate dal grande Omero, ci presenta come protagonista non l’Acheo Achille né il troiano Ettore, ma Cassandra, la sacerdotessa di Apollo, la profetessa a cui nessuno crede, per punizione di un dio. Inoltre in maniera ancora più marcata rispetto le nebbie di Avalon, Marion in questo libro pone la discrasia tra aspetto femminile e maschile, anche a livello divino. Infatti nel libro si vede, sempre attraverso l’occhio di Cassandra, come le divinità del vecchio mondo, chiamate ctonie poiché legate alle terra e quindi femminili, vengano dimenticate per venerare i nuovi dei, detti celesti, portati dagli achei. La stessa differenza viene anche percepita nella modalità governativa delle città: infatti Cassandra, anche grazie al suo soggiorno tra le amazzoni, è fermamente convinta che il governo migliore è quello matriarcale, modalità che è stata in vigore in Grecia prima dell’arrivo di popolazioni denominate “uomini del nord”. I quali non solo preso con la forza il potere che per generazioni era stato in mano alle donne ma spazzarono via anche le dee locali.

Marion riesce con semplicità e chiarezza a presentare non soltanto una storia interessante ma anche le dinamiche sociali dell’intero contesto, senza risultare noiosa e petulante. Inoltre grazie alla sua volontà di far emergere i lati migliori dei personaggi femminili riesce a superare gli stereotipi di un genere letterario completamente maschile e maschilista ottenendo un posto tra i grandi del fantasy come Tolkien, impresa non facile per una donna nella seconda metà del secolo scorso.

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