• venerdì , 19 Aprile 2024

La passione va oltre il sacrificio

Un qualsiasi mercoledì di scuola, la tanto attesa campanella delle 11:00. Gli allievi di IV Ginnasio A escono, ancora un po’ assonnati, dall’aula; tra di loro, timidamente ma a testa alta, cammina Benedetta Musso, pronta a sottoporsi ad un lungo, forse primo, interrogatorio. Questa quattordicenne è una giovane promessa torinese della danza classica; noi del Salice non ci lasciamo perdere l’occasione d’intervistarla: chissà, magari fra qualche anno la rivedremo a rappresentare Il lago dei cigni in giro per il mondo! Per ora si “limita” a lezioni alla Micro Macro Art Zone di Torino e vari concorsi: i prossimi intorno a maggio.

 

Le lezioni sono il pomeriggio da lunedì a venerdì, più i concorsi nei weekend.

Iniziamo con alcune domande più semplici (tira un sospiro di sollievo, ndr.)… Come ti è nata la passione per la danza? È tanto che hai incominciato?

Diciamo che la prima che me ne ha parlato è stata mia madre: anche lei da ragazza aveva partecipato a dei corsi, più per passatempo, e dunque mi ha proposto questa attività, iscrivendomi, poi, alle prime lezioni, intorno ai 4 anni

 

Quando eri agli inizi, avresti mai immaginato di continuare fino ad oggi? Per come affronti questa attività ultimamente, è faticoso? Quanto tempo ti impiega?

Sinceramente prima di iniziare non sapevo come sarebbe andata, però mi è subito piaciuto, quindi era presumibile che non avrei smesso facilmente: di certo non pensavo di arrivare ad impegnarmi così tanto. Sono occupata tutti i pomeriggi della settimana, tranne il weekend; non ho tempo per uscire con gli amici, devo fare tanti sacrifici, ma ne vale la pena per una cosa che mi piace! Per quanto riguarda la scuola, non senza fatica, riesco comunque sempre a studiare!

 

Modestia a parte… sappiamo che sei stata chiamata alla Bolshoi Ballet Academy. Che cosè?

La Bolshoi – ci dice dopo essere rimasta un po’ “turbata da” quel “modestia a parte” – è una delle più famose scuole di danza europee, ha sede a Mosca, ed il suo direttore coordina anche la mia attuale scuola qui a Torino. Mi hanno invitato ad iscrivermi: ero entusiasta, consapevole di quanto fossi fortunata, però ho rifiutato: voglio finire gli studi; intanto partecipo ogni anno a dei corsi estivi che tengono in Russia… poi si vedrà.

 

La Micro Macro Art Zone è una scuola di Torino affiliata alla Bolshoi Ballet Academy di Mosca.

Ora che il lieve rossore iniziale e l’imbarazzo stanno svanendo, passiamo a domande un po’ più interessanti… Pensi che il ballo possa essere il tuo futuro?

Come ho detto prima, per ora ho rifiutato questa grande proposta, che rimane pur sempre aperta; ovviamente mi piacerebbe moltissimo avere un futuro da ballerina: è sempre stato il mio sogno, ma non è per niente facile, sia ora che, a maggior ragione, in futuro; essere una ballerina professionista è molto complicato, soprattutto diventarlo!

 

Hai un idolo particolare?

La ballerina che più ammiro è Svetlana Zakharova, è molto brava ed elegante, oltre ad essere famosa.

 

Dal tuo punto di vista… Come ti senti mentre balli? Hai dei “riti” speciali prima delle esibizioni? Sei tesa?

Amo ballare, le sensazioni che provo sono bellissime. Non ho “riti propiziatori”, assolutamente! Ho un piccolo portafortuna, se vi interessa, ma non ci faccio molto caso: sono tesa sì, è normale, ma non in modo ossessivo: vivo tutto il più naturalmente possibile.

 

Consigli ad aspiranti ballerine?

Sì… (un po’ dubbiosa, ci pensa su, ndr.) Non abbiate paura di inseguire le vostre passioni: date sempre il massimo, riconoscete i vostri pregi ed i vostri difetti, in modo da imparare ad essere oggettive su quelle che sono, o meno, le vostre capacità.

Benedetta (seconda da sinistra) durante un saggio. Foto risalente a gennaio/febbraio 2013.

 

[note]BOTTA E RISPOSTA

Classica o moderna? Classica!

Tutù o “street look”? Tutù.

Palco o camera tua? Palco! (Questa ragazza sa ciò che vuole, ndr.)

Insegnante uomo o donna? Donna – ci pensa un po’ su –.

Giovane o anziano? Giovane.

Lieve timidezza o eccessiva sicurezza? Lieve timidezza.[/note]

 

Inizia a guardare con preoccupazione l’ora: l’intervallo è quasi finito, ma, per fortuna, l’interrogatorio è terminato. Con gentilezza ringrazia, saluta, e si avvia verso la classe, sotto gli occhi attenti del prof. Lojacono.

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