• martedì , 16 Aprile 2024

Marsiglia, capitale della paura

Eletta nel 2008 come capitale europea della cultura per il 2013, Marsiglia si sta trasformando in terra di nessuno, a causa dei numerosi conflitti tra gang di diversi quartieri Nord della città. Dal vecchio porto al sobborgo Le Castellane, patria di Zidane, numerose sono le morti violente, dovute a regolamenti di conti tra gang, alla mafia e ad un’economia criminale, come lo spaccio di sostanze allucinogene, che ormai ha preso il posto della legalità.

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A Marsiglia la droga è una vera e propria economia su cui vivono diverse famiglie dei sobborghi della città provenzale. Questi ultimi sono abitati soprattutto da famiglie immigrate del Maghreb o dall’Africa sub-sahariana prive di futuro. Tutti questi sobborghi marsigliesi si sono ormai trasformati in “zone proibite”, dove la malavita controlla i traffici come una sorta di anti-Stato. Secondo i poliziotti che conducono operazioni di anti-criminalità per le strade dei quartieri Nord, fermare la droga e come cercare di prendere al lazo il vento.

La cannabis nei più grandi quartieri porta un guadagno giornaliero di oltre 60 mila euro. Si capisce quindi il motivo della guerriglia dei clan che prende alla sprovvista la polizia. Il banditismo locale è molto difficile da fermare, sia perché vengono arrestate sempre e solo le seconde file e mai i boss, facendo così continuare il traffico illecito come se niente fosse, sia perché la criminalità organizzata marsigliese è legata alla mafia corsa e siciliana. Infatti l’ ambiente corso-marsigliese gestirebbe veri e propri elenchi di condanne a morte, e inoltre sarebbe a capo di reti maghrebine legate al traffico di sostanze allucinogene. Esiste quindi un vero e proprio rapporto di forze.

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Se un tempo Parigi con le banlieues era la sede delle più crudeli violenze, ultimamente la città in Provenza ne sta prendendo il posto, anche perché i sobborghi del nord sono ormai in una situazione disperata. Ormai lì i trafficanti sono i re del quartiere, e non esitano a mettere in atto azioni di violenza per accumulare denaro, o semplicemente per eliminare tutti coloro che si ribellano a loro. La classe politica non ha esitato ad intervenire per risolvere il problema. In primis hanno mandato ulteriori forze dell’ esercito per mettere fine a questa Gomorra, e in secondo luogo hanno chiuso piscine, palestre e luoghi d’ incontro cercando di escludere i quartieri del Nord dalla cosiddetta “nuova Marsiglia”.

I risultati però non sono stati dei migliori tanto che la senatrice socialista Samia Ghali è convinta che occorre intervenire subito con maggior convinzione poichè poi sarà troppo tardi, e tutte le azioni risulterebbero vane.

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Fortunatamente Marsiglia non è conosciuta dal mondo come città fantasma ma come metropoli multiculturale, luogo e spazio di transito e integrazioni tra culture. Il governo Francese negli ultimi mesi ha finanziato iniziative spontanee in nome dell’ arte. Queste iniziative consistono nel ricostruire aree industriali e infrastrutturali abbandonate facendole diventare luoghi di sperimentazioni artistiche e hanno l’ obiettivo di costruire 18 mila unità residenziali con alcune architetture come simboli del cambiamento. Inoltre per rinnovare l’ economia e l’ immagine della città hanno lanciato il progetto “Euromediteranée” gestito da un gruppo di architetti e ingegneri rinomati in tutto il mondo. Il progetto ha saputo recuperare quartieri e strade ormai in mano alla malavita corsa-marsigliese, e ricercare gli edifici simbolo della città.

Ormai il 2013 è giunto al capolinea e Marsiglia più che essere diventata la capitale della cultura, ha acquisito il soprannome di capitale europea della paura e del terrore. Tutti i marsigliesi sperano che queste stragi nei sobborghi cessino e che non aumentino dal momento che in questi ultimi mesi a Marsiglia ci saranno le primarie per definire le candidature alle municipali, e questa città è diventata un laboratorio esplosivo della guerra destra-sinistra.

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