• venerdì , 19 Aprile 2024

Quintiliano, questo (s)conosciuto

Scendono con fare lento, un po’ ciondolante dalle scale del Classico. Qualcuno pensa che due terzi degli scritti sono già volati via, qualcun altro riflette dolente su quel “nonne” a metà della versione.

Secondo viaggio dal dentista, secondo dente tolto. Ne restano ancora due, il viaggio è solo a metà. Però. Però poteva andare peggio. Certo, anche meglio se fosse uscito un Cesare facile facile, ma di Cesari facili facili non se ne vedono molti alla Matura. E se ci si era svegliati (o non ci si era proprio addormentati) con l’illuminazione epifanica poco attraente e piuttosto atterrente di un Tacito, un Petronio, un Apuleio certo non troppo amici, allora ben venga questo Quintiliano sempre tronfio ed ampolloso ma almeno “digeribile” da parte dei più.

P. è il primo a scendere. Alla scadenza manca un’ora. Stampella gettata contro il nemico alla Enrico Toti o parente di un Castiglioni o di un Mariotti? “Versione non ostica, prima parte facile, seconda un po’ più complicata ma nel complesso fattibile”. L. ha l’aria del primo della classe, il prototipo dell’intervistato all’uscita degli esami, colui che sai che prenderà 100 anche se dice di “non essere soddisfatto del tutto della versione perché quell’aggettivo qua, quel significato là, quell’interpretazione che…”. Lo guarda con invidia e con un pizzico di rassegnazione M. che sospetta il classico bluff scaramantico del compagno e intanto di sé sentenzia: “Non ci ho proprio capito nulla. Certo, era di Quintiliano e parlava di Omero, ma questo era scritto in Italiano. Di certo non andrò a vedere la traduzione perché se no mi prende male”. S. tira via con un muso lungo così, F. è più cordiale: “Né facile né difficile, direi una versione equa per la Matura. Penso bene la prima parte, un po’ meno la seconda”.

Per avere un’opinione più autorevole e competente chiediamo dunque lumi al prof. Renato Uglione vicepresidente nazionale dell’Aicc e docente a Valsalice: “Mi pare che la scelta del Ministero sia stata lungimirante. La versione di Quintiliano non presentava grandi difficoltà sintattiche e al limite i problemi potevano arrivare dalla resa di alcuni termini, soprattutto se il dizionario non veniva in aiuto. Nel complesso mi è sembrato un testo traducibile con una certa qual serenità, soprattutto se confrontato con alcune scelte degli ultimi anni. Rimane la difficoltà, questo è vero, della resa di un brano di critica come quello proposto ma i ragazzi avevano gli strumenti per affrontarlo”.

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