• martedì , 16 Aprile 2024

Bentornato don Matteo

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Novità sul fronte di Valsalice: l’anno nuovo trascina con sé registri  elettronici, programmi teatrali rinnovati, corsi di lingua sempre più approfonditi, progetti culturali che danno ampio spazio alla musica classica. Compaiono volti nuovi nei corridoi della scuola; in particolare presentiamo oggi un ex allievo, tornato a fine agosto in veste di docente e di economo. Quando non è rinchiuso nel suo ufficio lo si può incontrare mentre cammina a passo spedito nel cortile o su e giù per i ripidi scalini; lo caratterizzano un sorriso cordiale e  un luminoso “buongiorno” sempre a fior di labbra.

Ecco a voi don Matteo Mura!

Don Matteo in posa nell'aula "work in progress" della web radio. Che ne pensate dei colori?

Don Matteo in posa nell’aula “work in progress” della web radio. Che ne pensate dei colori?

La prima apparizione di Don Matteo nella II classico B risale a venerdì 13, epilogo della traumatica settimana di rientro scolastico. L’atmosfera malinconica “post-vacanziera” è stata magicamente illuminata da una frase che il prof, appena entrato, ha scritto alla lavagna:

 “Essere fedele tradendo (mi)”

Dopo lo stupore (anzi, sbigottimento) iniziale, la classe si è impegnata nella risoluzione del rebus e, mediante un lavoro collettivo in cui ognuno contribuiva con un piccolo frammento di personale interpretazione, l’ora è volata soddisfacendo a pieno ogni studente.

Il percorso formativo di Don Matteo

Il primo incontro con i preti Salesiani, definito da Don Matteo un dono della provvidenza, risale agli anni tra il ’90 e ’91. I genitori decidono di iscriverlo a Valsalice su consiglio dell’anziana maestra delle elementari, molto affezionata a Don Matteo e da lui ricordata con estrema riconoscenza. Il professore diventa in IV ginnasio allievo di Don Cip e, nonostante le iniziali difficoltà causate da un’insufficiente preparazione di scuola media, si inserisce perfettamente all’interno del mondo di Valsalice.

L’intervistato ricorda con piacere e sottolinea puntualmente l’accoglienza ricevuta, unita a un clima di sincera familiarità.
Ricorda anche alcuni dei suoi insegnanti, come don Maj temibile e autorevole docente di fisica (allora in carica come preside), Don Buglio e Don Borgogno, professore di inglese assai attento alla calligrafia. Altri momenti citati con un sorriso sono la Collinare guidata dal professor Rosso e i pomeriggi di animazione organizzati da Don Cip in punta alla collina.

Un incidente di percorso subentra al termine della 2a classico: Don Matteo perde l’anno a causa di alcune divergenze con il professore di Storia e Filosofia, materie che in futuro (ironia della sorte) diventeranno proprio i suoi punti di forza.

Conclude il triennio al Liceo Classico D’Azeglio e, contemporaneamente, subentra nella sua vita il principio di ciò che diventerà la sua vocazione. Inizialmente spaventato da questa “chiamata interiore” inizia a frequentare a Valdocco un percorso di formazione vocazionale, che termina con l’anno della maturità; Don Matteo risponde “” alla missione che sembra volerlo protagonista di qualcosa di grande e inizia il pre noviziato, dove incontra Don Mario Fissore.

Prosegue con un anno di noviziato a Pienerolo; nell’arco di 12 mesi stringe profondamente amicizia con Don Moreno, creando un legame destinato a consolidarsi con i futuri anni di esperienze insieme e, non ultimo, con l’attuale vita in comunione sotto il medesimo tetto.

Ci vorrebbero fiumi d’inchiostro per descrivere l’intensa formazione scolastica che ha caratterizzato la vita di Don Matteo: si possono citare le due lauree in Filosofia e Teologia, lo studio approfondito presso l’oratorio della Crocetta dove insegna Don Oni, i due anni da pendolare a Milano vissuti a stretto contatto con i ragazzi universitari e allievi del professionale e altri due presso Valdocco, un biennio di tirocinio a Chatillion e gli ultimi quattro anni trascorsi a Vercelli con funzione di guida per i ragazzi di un Oratorio. 

Ora, finalmente, Don Matteo è uno di noi: Valsalice gli dà il benvenuto, per la seconda volta.

L’emozione nel varcare a distanza di anni la soglia di Valsalice

È un impatto emotivo molto forte: la sensazione che per la seconda volta investe il professore è quella di sentirsi a casa. Valsalice lo accoglie ora come docente: si aprono magicamente le porte di luoghi sconosciuti agli studenti e inizia un nuovo cammino con nuovi e “vecchi” confratelli.

Le parole di Don Matteo:

Insegnare è un’esperienza unica che permette di crescere in prima persona: il meglio di noi non emerge dal contratto “do ut des”, ma dall’incontro con il prossimo. Ogni persona è una possibile e probabile bella scoperta, che ispira una sostanziale riconoscenza, in quanto ti permette di riconoscere l’origine della tua stessa identità.

Un educatore non è nient’altro che un fiammifero, una “miccia”: il suo compito è scatenare, con una piccola scintilla, una reazione che permetta a ciascuno di liberare le proprie potenzialità, e prendere coscienza di esse.

Le guide che stanno accanto ai ragazzi sono al loro servizio: non devono plasmarli a propria immagine, semplicemente far risuonare la bellezza che hanno dentro.”

DSC_0007L’assistenza al prossimo

Prendersi cura degli altri, in particolare dei giovani, è una componente essenziale della vita di Don Matteo; la prima esperienza risale ai tempi del liceo, quando venne coinvolto nel progetto di animazione estiva a Valsalice, all’epoca “Campo Mondo“.

Una passione e una rivelazione scoprire i propri limiti confrontandosi con gli altri! 

L’esperienza di guida spirituale prosegue a Chatillion, all’interno di una casa salesiana aperta a tempo pieno ai ragazzi con difficoltà familiari o addirittura privi di famiglia. La totale dedizione ai piccoli delle medie, l’accompagnarli costantemente nell’arco della giornata e prepararli progressivamente alla vita, rafforzano la convinzione di Don Matteo dell’importanza della propria scelta, impegnativa, ma inequivocabilmente giusta. Il sogno salesiano è poter esprimere la gratuità, la modalità migliore mediante cui l’uomo di realizza.

Una frase particolare, un pizzico provocatoria, udita dal prof. durante un convegno: “Ogni giovane sceglie i propri genitori”

Il lavoro di economo

Il compito dell’economo non è solamente legato ai conti e alla matematica; indubbiamente c’è una parte di contabilità, ma è minima. L’economo deve principalmente inventare strategie: la casa salesiana è come una piccola azienda che funziona secondo criteri di sostenibilità, logistica e  ritmo costante.

In una casa occorre in primo luogo curare l’aspetto dell’accoglienza, creare dunque luoghi confortevoli in cui si respiri aria di famiglia. L’ideale sarebbe riuscire a dare vita a un ampio spazio “in famiglia” dove possa esprimersi la gratuità.
Le dinamiche economiche non devono schiacciare l’uomo, bensì essere al suo servizio affinché riesca a realizzare grandi progetti.
Infine Don Matteo si occupa anche del rilancio dell’informatica a scuola: è in corso l’adesione a un progetto digitale che comprende Web Radio e la neonata Web Tv.

Uno sguardo al Salice

Don Matteo nutre grande ammirazione per la redazione del Salice. E’ colpito dalla precisione con cui si raccontano i fatti e si interpretano le vicende nello spazio “Idee e Opinioni”. Inoltre sottolinea la professionalità e competenza dei ragazzi che fanno parte del gruppo. Il Salice si fa portavoce della sacralità della verità; è un bene che dia ampio spazio agli eventi positivi che avvengono a Valsalice e nel mondo: il bene è diffusivo, occorre pubblicizzarlo! 
Chi annuncia ha la responsabilità di dipingere sfondi colorati che diventino un habitat confortevole e rasserenino il lettore: l’arte che produciamo sia sempre al servizio del bello.
In conclusione, il compito del Salice dovrebbe essere quello di riconoscere la propria responsabilità di essere accompagnatori nel quotidiano.

Il meglio di Valsalice

Gli eventi di Valsa che Don Matteo preferisce sono “La festa dei Primini” e “Il ballo dei 18enni“; nella prima ricorrenza è bello vedere l’emozione dipinta sui volti delle “matricole” e aleggia un piacevole aroma di accoglienza ed entusiasmo. Il secondo evento è un traguardo che si compie: testimonia la maturazione (simbolica) di ragazzi che hanno intrapreso un cammino.

“La festa è una celebrazione del tempo come luogo della verifica della nostra libertà”

 

 

Una frase per una vita

“Prendersi cura di sé prendendosi cura degli altri”

 

 

"Si impara dall'esempio"

“Si impara dall’esempio”

 

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