• giovedì , 28 Marzo 2024

Il male del secolo

Da sempre la medicina ha compiuto grandi passi avanti con le sue scoperte; ad una malattia, però, ancora non si è trovata soluzione. Neoplasia  o più semplicemente tumore: viene chiamata così la patologia che ancora oggi rappresenta  uno dei misteri della medicina e provoca la morte di quasi 7 milioni di persone all’anno  in tutto il mondo.  Il cancro può esser dovuto a fattori ambientali, quali il fumo, l’alimentazione e l’obesità in primo luogo con una percentuale del 25-30%, o, in secondo luogo,  per infezioni, radiazioni e stress.

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Grazie allo studio medico, sappiamo che l’alterazione cromosomica delle cellule tumorali  discendono da un’unica cellula madre mutata, condividendo la stessa forma di danno genetico. I medici classificano la malattia sotto due aspetti: benigna, o maligna. Il tumore benigno è costituito da cellule che presentano le stesse caratteristiche morfologiche, pur avendo un’autonomia moltiplicativa. Queste cellule, dette espansive, comprimono i tessuti vicini senza distruggerli. Quelli maligni, che conducono nella maggior parte dei casi alla morte, possiedono cellule morfologicamente diverse da quelle normali, e, sostituendosi ad esse distruggono i tessuti a loro vicini.

Per le persone affette da tumore, benigno o maligno che sia, vi sono numerosi trattamenti  disponibili, ma la decisione della cura dipende principalmente dal tipo e dal grado di tumore. La chemioterapia, utilizzata dalle persone affette di neoplasie ai polmoni, al seno e al pancreas; chirurgia, utile per il prolungamento della sopravvivenza e utilizzato in caso di cancri benigni; radioterapia, le cure palliative, che mirano a ridurre il disagio fisico e motivo, trattamento consigliato a curare i tumori più gravi, di tipo maligno.

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Nonostante la presenza già inoltrata di innumerevoli trattamenti per la cura della patologia, gli studi medici non sono ancora giunti alla scoperta di una cura effettiva. Una speranza però è stata scoperta recentemente da uno studio italiano di Milano;  una delle proteine più antiche, risulterebbe indispensabile alla vite delle cellule  e sarebbe in grado di fermare la proliferazione di tumori.

Per constatare se modificando la quantità della proteina, la eif6, viene modificata anche la crescita di un tumore, i ricercatori hanno effettuato uno studio nel linfoma di un topo. In conclusione, lo studio ha dimostrato che diminuendo la presenza della proteina si può generare una riduzione  dell’oncogenesi e della crescita tumorale. Da questa ricerca è emerso che dimezzando i livelli della proteina nei topi malati la loro sopravvivenza raddoppia.

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I risultati della ricerca, potranno contribuire alla nascita di nuovi farmaci innovativi. Ad oggi, si riconosce che questa patologia porta milioni di morti  in tutto il mondo, senza guardare in faccia nessuno; uomini, donne e bambini. Le ricerche scientifiche effettuate negli ultimi anni hanno contribuito allo sviluppo di cure parziali per la malattia, ma la strada per trovare la cura definitiva vede davanti a sé un percorso lungo e faticoso.

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