«Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria». Due afroamericani prima, cinque poliziotti bianchi poi. Ecco la fisica contemporanea. In un America progredita, evoluta, ritorna prorompente la legge dell’ «occhio per occhio». Il grilletto facile dei poliziotti americani uccide, rispettivamente in Minnesota e Louisiana, due ragazzi afroamericani. La reazione a queste violenze ingiustificate é l’ancora più sconcertante sparatoria avvenuta nel centro di Dallas. Le vittime si fanno carnefici. Sparano per uccidere i bianchi, preferibilmente i poliziotti bianchi. Cinque vengono freddati subito con una maestria terrificante, altri ricoverati in gravi condizioni nei centri medici.
Ogni azione e persona ha un punto di rottura, superato il quale la situazione diventa ingestibile, pronta a frantumarsi al minimo movimento. Perciò, raggiungerlo sarebbe arrendersi ad anni ed anni di segregazione razziale e più in generale di razzismo. Arrivati a questo punto, con la bandiera del Kenya sventolante alla Casa Bianca, sembra paradossale questo feroce regresso. È evidente la forte diffidenza presente fra la popolazione afroamericana e le forze di polizia. I primi oramai trovano indispensabile avere una prova, nel caso del Minnesota, un video-selfie, dell’ingiustizia ricevuta. Sanno che la loro parola potrebbe non bastare e perciò mettono da parte i sentimenti, lasciando il posto alla freddezza solita di un reporter. Dal canto loro, i secondi non riescono a non vedere i primi come una minaccia alla loro sicurezza, chissà perché. E la grande profusione di armi non porta alcun contributo alla già difficile situazione.
Perciò, a questo punto, lo stupore di fronte a simili barbarie medioevali sorge spontaneo agli occhi di tutti. Ci si chiede se davvero è questa la strada prevista, l’itinerario scelto per l’uomo del futuro dall’uomo del presente. Se sia così che la nostra esistenza debba andare. Nella paura costante, nella sfiducia verso il prossimo. Oppure c’è la possibilità di svoltare all’incrocio precedente, prendere quell’altra strada fatta di accettazione e razionalità. Probabilmente è una visione utopica, come lo era la città di Moro. Eppure il libro lo ha scritto lo stesso. È legale sperare in qualcosa di migliore di ciò che si sta compiendo oggi. Cercare una rivoluzione, liberarsi del proprio punto di rottura.