• martedì , 16 Aprile 2024

Futuro e tecnologia

C’è chi sogna un futuro nel quale l’uomo faccia ritorno all’Eden, lasciando ogni fardello, ogni labor ai robot, e c’è chi sogna invece l’incubo creato da Cameron agli arbori della sua carriera. Un futuro nel quale le macchine sostituiscano completamente l’uomo, non tanto programmando un olocausto ai danni del genere umano, quanto causando una disoccupazione di massa a causa dell’automatizzazione della maggior parte degli impieghi. Siamo già arrivati però al punto di svolta, e le più grandi multinazionali della tecnologia si stanno muovendo secondo questa rotta. Ciò che fino ad un secolo fa era impossibile e ciò che era utopia una decade fa, ora è possibile. E il futuro sarà un “aumento delle abilità e delle esperienze umane”, come afferma Satya Nadella, CEO di Microsoft, dove cioè l’uomo e la macchina collaboreranno per risolvere i problemi. Forse che la guerra contro le malattie, la fame, la povertà, l’ignoranza stia giungendo al termine?

Saqib Shaikh

Il caso del momento è Saqib Shaikh, un’ingegnere di Microsoft cieco fin dall’infanzia. Questi ha sviluppato un dispositivo destinato ai non vedenti, che si può indossare come degli occhiali e che è in grado di descrivere a voce e in tempo reale ciò che si presenta davanti ai propri occhi: il menu di un ristorante, uno skater che si avvicina velocemente, il luogo preciso in cui gli amici si sono radunati in un parco. Non sarà come tornare a vedere la luce, i colori, un bel paesaggio naturale o urbano, ma è certo che i non-vedenti saranno entusiasti di questo piccolo passo verso la normalità e l’indipendenza.

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E intanto spopola su Facebook il video virale di un altro modello di occhiali: EnChroma. Il nome di per sè è alquanto esplicito: le lenti EnChroma permettono ai daltonici di distinguere i colori. Il daltonismo, è noto, ha spesso un’origine genetica ed è largamente diffuso tra gli uomini. Si tratta di un’anomalia che interessa i fotorecettori (o coni) presenti nella retina e deputate al riconoscimento dei colori. In una retina, in media, ci sono 6 milioni di coni suddivisi in tre tipologie: i coni L (luce rossa), S (blu) e M (verde). In un individuo daltonico una di queste tipologie di coni è assente, ma EnChroma ha studiato un sistema che lavora su questo tipo di sovrapposizione di banda per consentire al paziente daltonico di ottenere una visualizzazione dei colori il più possibile vicina alla normalità.

magiordomo

Ma la tecnologia è anche domotica. Dopo la smart-TV, il frigo intelligente e le tende motorizzate, è in arrivo il primo robot per il condominio, una sorta di portinaio all’avanguardia realizzato e sperimentato in Italia. A Pisa precisamente, nel Ambient Assisted Living. Questi nuovi gioielli del lusso tecnologici sono dotati di ogni gadget: dal riconoscimento vocale (che gli permette addirittura di intrattenere gli ospiti in caso di necessità) al cravattino, per essere più presentabili. I robot sono piaciuti e probabilmente verranno messi in commercio dopo qualche miglioria, nel 2018. I prezzi per avere un maggiordomo hi-tech oscillano tra i 5000 e i 20000 euro in base agli extra che si vogliono aggiungere al modello base.

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E anche Google tenta di stare al passo con questa nuova moda e inventa SpotMini. L’aspetto esteriore non è dei più provocanti con il corpo da cane e il collo da giraffa sembra più un ibrido di Hunger Games che il nuovo “cane delle pulizie” della plurimiliardaria azienda americana. Ma come al solito è meglio andare oltre le apparenze: il prototipo, come mostra il video pubblicato su youtube, è già in grado di riconoscere i piatti da riporre nella lavastoviglie dalle lattine da buttare nel cestino; è in grado di salire e scendere le scale; di riconoscere ed evitare gli ostacoli, e anche quando cade è capace a rialzarsi. Non sarà mai in grado di sostituire l’amorevole oziosità di un vero cane da compagnia e nemmeno la professionalità di un cane da tartufo, ma sicuramente le donne delle pulizie entreranno in crisi a breve appena il prodotto verrà (e si spera a prezzi ragionevoli) immesso sul mercato.

aki

Ultimo, ma non per importanza, il nuovo pioniere di queste nuove tecnologie, la Fujitsu, propone un nuovo approcio. Non più la vendita dei prodotti, ma dei servizi. Passando dalla produzione di beni materiali a fornitore di servizi tecnologici, il colosso giapponese è attualmente quello che più si prodiga per un mondo migliore. Cercando per esempio di migliorare la produzione agricola, riducendo gli sprechi. Akisaki, il prodotto ideato a questo scopo, è fatta non di grandi e costosi macchinari ma di piccoli ed economici sensori, collegati a una piattaforma cloud che aiuterà tutti, piccoli produttori compresi, a far crescere il proprio business.

Ma una simile conversione totale verso il digitale, soprattutto grazie alle Intelligenze Artificiali, metterebbe a rischio molti posti di lavoro in un mercato (che sia globale o europeo) già messo a dura prova dalla persistente crisi economica. «E’ vero, alcuni lavori potrebbero scomparire a causa dei robot e della IA. – ammette il presidente del gruppo Fujitsu-. Ma credo che questo ci permetterà di concentrarci su compiti più importanti, più creativi, lasciandoci il tempo di inventare nuove cose e, perché no, nuovi tipi di lavoro. I robot non ci sostituiranno, ma ci aiuteranno ad affrontare le nostre naturali debolezze umane». La sfida, quindi, è come dichiara l’esponente Microsoft una: «Dobbiamo progettare una tecnologia che completi il lavoro umano, non che lo sostituisca».

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