• venerdì , 19 Aprile 2024

Topolino, uno di noi

Due grandi orecchie nere, un naso importante e un fascino che dura nel tempo. Nato nel 1928, a quasi novant’anni di età, Mickey Mouse continua a piacere. Proprio in questi giorni arriva anche a Torino la mostra itinerante “Topolino e l’Italia” dopo un tour che ha attraversato lo stivale da Milano a Bologna, Napoli e Roma.

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Disney Italia, che organizza la rassegna, parla di un pubblico complessivo di oltre 4 milioni di persone. Qui da noi la sede per l’istallazione delle 26 statue di “Mickey” sarà la suggestiva Galleria San Federico, un luogo centralissimo dove le figure in 3D incontreranno iTorinesi e i turisti in visita.

E’ solo una delle tante iniziative che vedono il personaggio protagonista. Oltre ai fumetti e ai cartoons, Topolino è al centro di spettacoli “on ice”, balletti, musical, performance d’arte, videogiochi e molto altro. Ma il segreto del suo successo rimane ancora nascosto.

Un topo, in fondo. Certo, molto simpatico, onesto, pieno di iniziativa, spesso vincente, ma pur sempre un ratto, un animale che nell’immaginario collettivo non è certo nobile e suggestivo quanto un cavallo o un leone né mitico come un unicorno. Le sue attrattive dunque non passano probabilmente attraverso gli occhioni intelligenti, i guanti bianchi o la coda d’ordinanza, ma piuttosto si devono alle doti caratteriali, che in qualche modo affascinano i fans.

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Nel mondo, sociologi, scrittori, psicologi e semplici tesisti hanno scritto fiumi di parole sull’icona, studiandone la complessa personalità e il conseguente appeal. Il fenomeno più interessante però è proprio la durata nel tempo presso pubblici lontani per cultura, geografia e anni.

Guardando all’oggi, ad esempio, che cosa ci può insegnare l’impavido topo Disney? Innanzitutto, che l’impegno porta frutti e vittorie; poi, che l’ottimismo e lo spirito di iniziativa aiutano pure nelle situazioni più impervie. Topolino è un eroe del bene, che ne segue la strada anche fra mille difficoltà. Amante di rocambolesche avventure, il piccolo ratto nero nella vita di tutti i giorni si accontenta però di gioie semplici: l’eterna fidanzata Minnie, gli amici di sempre Orazio, Pippo e Clarabella, una casetta con un giardino da annaffiare quando occorre, un cane. In fondo tutti “sogni” possibili a cui ciascuno può attingere senza rischio di frustrazione.

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Il segreto, forse, sta proprio lì, in questa illusoria vicinanza che ci rende familiare e sempre contemporaneo un topo americano di quasi novant’anni. Sarà che l’abbiamo sempre visto, che ne conosciamo pregi e difetti, pedanterie e buonumori; ormai, insomma, è uno di famiglia. E ai parenti, si sa, si vuole bene.

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