• venerdì , 29 Marzo 2024

…Perché Sanremo è Sanremo!

Fresca, innovativa, fuori dalle righe. E’ “Occidentali’s Karma“, brano di Francesco Gabbani, vincitore dell’ultima edizione di Sanremo 2017. Il trionfo inaspettato del toscano è il simbolo di una nuova era del festival, dove allegria e leggerezza erano sparite da un pezzo, rappresenta il rapporto tra la kermesse e il pubblico italiano: grandi ascolti, aspettative e immancabili controversie.

Il vincitore Francesco Gabbani con Carlo Conti e Maria De Filippi

Il vincitore Francesco Gabbani con Carlo Conti e Maria De Filippi

Il binomio Carlo Conti e Maria de Filippi, all’inizio molto criticato perché sembrava accostare il prestigio del Festival italiano per eccellenza a uno dei format tanto in voga, ha invece funzionato bene. Ed ha riscosso un grande successo, specialmente tra i giovani. L’ammissione alla gara di nomi quali Lele, Elodie o Lodovica Comello hanno fatto registrare picchi di share nella fascia tra i 15 e i 25 anni, merito che va soprattutto alla costante presenza e all’attenzione data ai social. La comunicazione tramite il “secondo schermo” è stata fondamentale: nel corso delle cinque serate di Twitter, la rete è stata sommersa da un’ondata di tweet riguardanti l’evento. L’hashtag #sanremo2017 ha marcato infatti un altissimo numero di post insieme a #sanremo e #festivaldisanremo.

Sono emerse come protagoniste le canzoni. I brani che hanno partecipato allo spettacolo hanno suscitato l’attenzione degli spettatori e degli utenti sui social, che nei tweet hanno citatovi titoli delle canzoni per fare il tifo e per condividere critiche e giudizi. Molto più variegata è invece la categoria dei tweet riguardanti i personaggi. Primo fra tutti Michele Bravi con il brano “Il diario degli errori”. Nelle ultime due serate, infatti, l’hashtag #ildiariodeglierrori è stato il più diffuso dopo quello ufficiale, a dimostrazione della grande popolarità che la canzone di Bravi ha guadagnato sui canali social.

Michele Bravi presenta al Festival "Il diario degli errori"

Michele Bravi presenta al Festival “Il diario degli errori”

Ma Sanremo non è solo musica e artisti. Attorno all’argomento principale nascono ogni anno interessanti fenomeni che, partendo spesso con intenti goliardici, diventano presto virali e dai social arrivano perfino a contagiare il Festival vero e proprio. L’hashtag #termostato, ad esempio, è comparso tra i più diffusi su Twitter già nella quarta serata, e in quella finale ha conosciuto una popolarità ben più grande. Bene, il tutto è nato dalla sfida lanciata da una casa di produzione napoletana, The Jackal, che chiedeva di dire “termostato” a coloro che calcavano il palco dell’Ariston.

Grandi ospiti, ma anche eroi del quotidiano. Dall’apertura con il suggestivo omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco, morto suicida durante il Sanremo 1967 dopo l’esclusione della sua “Ciao, amore ciao”, si sono susseguiti sul palco grandi nomi della musica italiana e non solo: Ricky Martin, Robbie Williams (protagonista di un simpatico siparietto con la de Filippi), Giorgia e Mika. Importante è stato il coinvolgimento in ogni serata di un gruppo diverso di forze dell’ordine, simbolo della lotta quotidiana e dell’impegno dopo grandi disastri come il terremoto di Amatrice o la valanga sull’hotel di Rigopiano.

Gigi D'Alessio: "Io, usato da Sanremo"

Gigi D’Alessio: “Io, usato da Sanremo”

Yoko Ono diceva che la polemica è parte dell’arte e della creatività. In questo caso, però, rientra nella convinzione di una vittoria semplice e delle conseguenze prodotte dal mancato raggiungimento di quest’obiettivo. Ciò che ha scaldato gli animi dell’opinione pubblica quest’anno è stata una critica nei confronti di Sanremo da parte di Gigi D’Alessio e Al Bano, eliminati durante la semifinale. I due hanno gridato all’ingiustizia, sostenendo che la Rai li avesse usati soltanto per avere 11 milioni di spettatori. “La giuria di qualità era troppo squilibrata. Avete presente il balance quando si ascolta la musica? Ecco, era spostata su un solo canale […] E poi una blogger (Greta Menchi, ndr) che c’entra con la musica? Non so se può capire un Mi bemolle, le armonie che abbiamo creato, come abbiamo diretto gli archi. Insomma, in giuria non c’erano un Riccardo Muti o un Danilo Rea. C’era gente che se ascolta i miei brani, o quelli di Ron o Al Bano gli viene l’orticaria”, ha dichiarato il cantante napoletano in un’intervista.

Il “grande” interprete, forse, non ha tenuto conto del cambio generazionale degli ultimi tempi. Senza dubbio, ci sono i pilastri della musica italiana, quei successi che difficilmente non si conoscono. Ma bisogna anche considerare che questa è una manifestazione che vuole mettere in risalto la musica, in tutte le sue sfaccettature, non il successo di alcuni cantanti. E il fatto che il televoto giovanile stia acquisendo sempre più importanza significa che c’è bisogno di cambiamento e di in un mondo che per le nuove generazioni sta diventando sempre più cupo e senza speranze per il futuro. Forse sarebbe necessario tacere per un momento e ascoltare ciò che gli altri stanno trasmettendo, si ricaverebbero grandi insegnamenti per il futuro.

Perché tutti cantano Sanremo: è l’evento musicale italiano per antonomasia, capace di riunire genitori e figli di fronte a uno schermo a intonare pezzi di vita scolpiti nei propri cuori.

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