Jean Marc Fournier è il cappellano dei vigili del fuoco di Parigi, la città che “fluctuat nec mergitur”, ondeggia ma non affonda nonostante tutto… ma se ciò è possibile è anche grazie a persone come lui che, per mezzo di gesti coraggiosi permettono la sopravvivenza della testimonianza del patrimonio culturale e religiosa francese.
Nella serata di lunedì 15 aprile 2019, mentre Notre-Dame bruciava e l’intera Francia, se non tutta Europa, di fronte ad una simile tragedia, restavano inerti ad inghiottire lacrime, padre Fournier si è tirato su entrambe le maniche, mostrando le sue qualità di prete e allo stesso tempo di pompiere; si è tuffato in mezzo al fumo per salvare le reliquie ospitate nel cuore della cattedrale, quelle del Santissimo Sacramento e della Corona di Spine di Gesù. Secondo la tradizione cristiana, sarebbe stata proprio quella corona ad essere stata posta dai soldati romani sulla testa di Cristo prima della sua crocifissione.
È un eroe assoluto. Secondo quanto detto da alcuni testimoni, non ha mostrato alcuna paura mentre si dirigeva verso le reliquie che rischiavano di essere divorate dall’incendio che ha devastato la cattedrale: con semplicità si è assicurato che venissero salvate. Padre Fournier ha insistito fino ad ottenere l’accesso alla chiesa e ha aiutato i pompieri a recuperare le inestimabili reliquie. Senza mai mostrare paura, affronta la vita e la morte ogni giorno; questa la quotidianità del cappellano-pompiere, che, in entrambi i ruoli, “maneggia” vita e morte con la stessa disinvoltura, pur sapendo riconoscere bene il valore dell’una e dell’altra.
Anni fa, quando era cappellano militare, è sopravvissuto a un attentato in Afghanistan, a seguito del quale vi furono dieci vittime. Il 13 Novembre del 2015, quando Parigi ha pianto lacrime ancora più salate per un attacco terroristico, sempre lui si è recato al Bataclan, per confortare chi aveva bisogno di essere aiutato.
Padre Fournier non ha dimostrato solo coraggio, ma anche quella forza di saper accettare i cambiamenti e gli ostacoli che la vita pone davanti al nostro cammino, costringendoci a prendere decisioni spesso affrettate e che non rispecchiano i nostri piani originali. Diverse possono essere le motivazioni che spingono le persone ad attuare queste decisioni, ma in questo caso la valorosa anima e lo spirito di sacrificio del cappellano sono stati mossi da un’unica forza motrice: la fede. I numerosi gesti di altruismo e di sacrificio, a costo anche di un confronto diretto con la morte, ne sono la dimostrazione più concreta ed evidente. Gesti folli e a volte rischiosi vengono compiuti quotidianamente per la fede; con la sua figura, padre Fournier, ci dimostra con semplicità che, in determinate situazioni, non si può fare diversamente.