• venerdì , 29 Marzo 2024

Le difficili relazioni

di Camilla Pasetti

Da sempre esistono difficoltà nella relazione tra gli uomini e questo costituisce un grande ostacolo non solo a livello personale.

A loro volta questi contrasti portano a veri e propri conflitti che spesso generano guerre vere e proprie. Inoltre l’incapacità di stabilire una relazione duratura può provocare un calo della propria autostima, portando addirittura alla depressione. Con la parola “relazione”, infatti, si intende la costruzione di legami tra gli individui e, secondo l’Istituto di Terapia Cognitivo omportamentale intitolato ad A.T.Beck, alcune delle cause più comuni della depressione sono proprio la difficoltà nei rapporti e gravi conflitti e/o incomprensioni con altre persone.

Questo problema non affligge solo la categoria adulta della popolazione, ma vale per ogni singolo individuo. La difficoltà a relazionarsi avviene il più delle volte tra persone con caratteri e modi di fare parecchio differenti e proprio perché non si ha molto in comune, si finisce con il non andare d’accordo.

Nel libro di Delphine de Vigan Gli effetti secondari dei sogni, possiamo trovare moltissimi tipi di relazioni sociali positive e negative: relazioni famigliari, di amicizia, sentimentali, lavorative e altre.

La protagonista (una ragazzina di 13 anni con un alto quoziente intellettivo di nome Lou) non riesce ad interagire e ad avere rapporti con i suoi compagni di classe essendo timida, ma grazie ad una ricerca assegnatole da un insegnante tutto cambia ed incontra finalmente qualcuno con cui riesce ad avere una bella relazione di amicizia (una senzatetto di nome Nolween poco più grande di lei). Ma le difficoltà relazionali di Lou sono presenti anche in famiglia: la madre, dopo aver subito un trauma famigliare, si è chiusa in sé stessa evitando ogni qual tipo di relazione con chiunque. Eppure con l’arrivo di Nolween anche il suo atteggiamento cambia ed esce dalla depressione.

Nonostante contribuisca a cambiare le relazioni difficili o inesistenti avute in precedenza da parte di Lou e sua madre, Nolween probabilmente è colei che ha più problemi nei rapporti interpersonali: con un passato difficile disprezza tutte le persone che non conosce bene e ciò che le interessa ottenere dalle persone è solamente l’indispensabile per vivere e qualche sigaretta. Inoltre ha difficili rapporti anche con il suo capo (quando troverà lavoro) e con alcuni suoi conoscenti senzatetto.

L’unica persona in grado di fornirle un supporto è Lou e per questo motivo stringe una forte amicizia con lei; tanto intensa che quando la ragazzina la seguirà per partire e scappare di casa con lei, la ingannerà lasciandola in stazione per non farle vivere la sua stessa vita da randagia. Questo si può definire un vero atto di amicizia, cioè mettere il bene dell’altro prima del proprio.

In poche pagine vengono affrontate grandi tematiche come l’emarginazione sociale, la depressione, i problemi nei rapporti genitori-figli, la solitudine, la depressione, i problemi relazionali, l’altruismo, l’egoismo e il senso dell’amicizia. Lou descrive l’amicizia con una citazione del piccolo principe che calza a pennello con questo tipo di relazione sociale: “Addomesticare significa che la volpe è diventata speciale per il bambino e il bambino per la volpe”.

Secondo l’autrice dunque le occasioni per relazionarsi con qualcuno non mancano (ci sono molte persone semplici come Nolween), basterebbe solo avere il coraggio di tentare.

Da un lato si deve tentare di rapportarsi con le persone, dall’altro non ci sono però così tanti individui pronti a relazionarsi con chiunque. Infatti molti creano le proprie amicizie aderendo alle convenzioni dettate dalla società che al giorno d’oggi sono ancora più forti rispetto al passato, grazie ai social network.

E’ nel giusto l’Istituto di Terapia Cognitivo Comportamentale quando afferma che le difficoltà nei rapporti e quindi anche le incomprensioni e/o i conflitti, portano a deprimere una persona tanto da indurla a restare sola

Pertanto se si vuole affinare la propria tecnica di relazione interpersonale, bisognerebbe tentare un approccio ogni volta che ne abbiamo l’opportunità e allo stesso tempo si deve accettare il fatto che si faranno degli errori, ma ricordare che sbagliando si impara. Non si dovrebbero avere pregiudizi nei confronti dell’altro, rispettandolo e mettendosi nei suoi panni.

Infine bisogna darsi tempo: per costruire e consolidare un bel rapporto ci vuole costanza e perseveranza, cercando di condividere il più possibile. Non bisogna scordare però che ci saranno anche degli ostacoli lungo il percorso, ma si dovrebbe superarli ricordandosi che ogni persona ha un’indole diversa ed unica.

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