• sabato , 20 Aprile 2024

Sanità, luci e ombre

Problemi ed elogi per il Sistema Sanitario Nazionale italiano

Sono stati mesi duri per il sistema sanitario italiano a causa del Covid-19 e le difficoltà purtroppo non sono ancora del tutto finite

Queste le parole di Christian Salaroli, dirigente medico dell’Ospedale di Bergamo:

«All’interno del Pronto soccorso è stato aperto uno stanzone con venti posti letto, che viene utilizzato solo per eventi di massa. Lo chiamiamo Pemaf, ovvero Piano di emergenza per il maxi-afflusso. È qui che viene fatto il triage, ovvero la scelta. Si decide per età, e per condizioni di salute. Come in tutte le situazioni di guerra».

Queste parole ci fanno capire quanto questa esperienza sia stata dura, ma dobbiamo comunque porci una domanda: ”Esiste solo il Covid?”

Ovviamente no, secondo l’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti, in questi mesi di emergenza coronavirus ci siamo dimenticati di tutto il resto delle patologie. La maggioranza degli ospedali son diventati ospedali Covid e se guardiamo ai morti, decessi per altre cause non ce ne sono state.

Purtroppo il Coronavirus ha distolto le attenzioni su tutto il resto e in questi mesi i progressi medici hanno subito forti rallentamenti in quanto tutte le forze erano concentrate su come affrontare la pandemia.

Una delle questioni che sono affiorate in questo periodo è stata la carenza di personale medico. Risulta infatti che siamo il paese che ha più bisogno di medici, eppure sono molti i laureati che escono dalla facoltà di medicina. E’ accertato, purtroppo, che negli ultimi 3/4 anni quasi 5.000 specialisti abbiano abbandonato l’Italia in cerca di migliori prospettive di lavoro. Dove vanno a finire dunque?

Per la maggior parte le mete di riferimento sono Gran Bretagna e Francia che offrono quasi il doppio degli stipendi rispetto ai nostri, nonché la possibilità di fare carriera anche ai medici giovani a dimostrazione del fatto che questi Stati investono di più nel servizio sanitario.

Nel nostro paese dall’inizio del nuovo secolo esso ha subito varie modifiche che ha portato a un ridimensionamento di molte spese provocando l’aumento dell’età media dei medici, la dilatazione dell’orario di lavoro e la riduzione dei posti letto.

In tutto questo la sanità italiana va così male? Nonostante tutti i problemi esistenti (che non sono pochi), il Sistema Sanitario Nazionale italiano è ancora considerato tra i migliori, tanto che nel 2000 l’OMS lo aveva inserito addirittura al secondo posto in tutto il mondo calcolando l’efficienza tra la spesa e la possibilità di accedere alle cure pubbliche per i cittadini. Il nostro è infatti un sistema pubblico a carattere universalistico, cioè garantisce l’assistenza sociale a tutti i cittadini attraverso il pagamento delle tasse e quindi permette ogni tipo di cura senza distinzione di classe sociale o di reddito. Oltre a quella dell’OMS anche la classifica di Bloomberg dell’anno scorso pone l’Italia al quinto postro tra i paesi con la sanità migliore.                                                                                                                           

Del resto siamo uno dei popoli più longevi in assoluto e alcuni tra i maggiori luminari in campo medico vengono dal nostro paese: basti pensare ai progressi ottenuti nella lotta contro l’Alzheimer o la scoperta di una macchina non invasiva che riesce a eliminare i tremori del Parkinson; per rimanere soltanto a Torino tutti sanno che la nostra città è uno dei poli neonatali più importanti del mondo; inoltre il centro SLA di Torino insieme al CNR ha sviluppato una nuova metodica per migliorare le condizioni di vita dei pazienti; senza dimenticare che Candiolo è all’avanguardia nella lotta contro i tumori.

Per noi Italiani tutto questo è dato per scontato ma in realtà sono pochi i Paesi nel Mondo che garantiscono un’assistenza sanitaria di questo tipo, senza alcuna discriminazione.

Nonostante ciò, ci sono moltissimi cittadini che denunciano i camici bianchi (spesso in maniera infondata) per presunti errori legati alla malasanità.

Quindi i medici sono eroi solo quando conviene?

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