• venerdì , 29 Marzo 2024

Personaggi in cerca d’autore: Michelle Obama

di Paula Carballo Martinez

Proseguono i nostri storytelling in collaborazione con Valsonair. Questa volta tocca a Michelle Obama

“You may not always have a comfortable life and you will not always be able to solve all of the world’s problems at once. But, don’t ever underestimate the importance you can have, because history has shown us that courage can be contagious, and hope can take on a life of its own“. 

Potresti non avere sempre una vita comoda e non sarai sempre in grado di risolvere tutti i problemi del mondo in una volta sola. Ma non sottovalutare mai l’importanza che puoi avere, perché la storia ci ha dimostrato che il coraggio può essere contagioso e la speranza può assumere una vita propria.

Una frase, un modo di vivere, un mantra che ha ispirato una marea di persone, una donna che in questo mondo ha fatto la differenza.

Il 17 gennaio 1964 nasce a Chicago Michelle LaVaughn Robinson, una bambina caratterizzata da una forte ambizione e tanto coraggio, molto dedita allo studio decide di iscriversi prima a Princeton per poi continuare ad Harvard, due delle maggiori università della Ivy League, e nonostante un percorso ricco di accanimenti razziali e di genere che la portano spesso a chiedersi “Am I good enough?” si laurea in giurisprudenza e diventa avvocato.

Ed è proprio nella società di rappresentanze legali Sidley Austin dove lavora come avvocato associato che incontra un giovane Barack Obama in attesa di una consulenza legale. Dopo alcuni pranzi di lavoro si accorgono di una certa intesa, “Can I Kiss you?” chiede Obama. Ecco che sin dai primi momenti la loro relazione si basa sul politically correct. Nell’ottobre 1992 si sposano e sei anni dopo nasce Malia Ann e poi Natasha, soprannominata Sasha, nel 2001.

Nonostante sia conosciuta principalmente come first lady, mantiene alle spalle un’importante carriera nell’avvocatura, carriera che arriva dopo molti sacrifici. Sì perché come molte donne che al giorno d’oggi si trovano a dover scegliere tra carriera o famiglia, anche lei è alla ricerca di un equilibrio del ménage familiare con due figlie e un marito assente perché già impegnato in politica e il lavoro. La consapevolezza delle sue capacità che l’aveva spinta a migliorare negli anni precedenti si fa nuovamente sentire e la porta a rimettersi in gioco, tanto che arriva a presentarsi davanti al presidente dell’University of Chicago Hospitals con in braccio la figlia Sasha di soli tre mesi per un colloquio.

Nel 2007 inizia la campagna elettorale a presidente degli Stati Uniti D’America del marito Barack Obama che ha sostenuto sin dall’inizio alternando il suo lavoro con gli impegni elettorali. Successivamente però decide di dedicarsi pienamente alla campagna e lasciare l’avvocatura, facendo un patto con il marito per secondo il quale l’avrebbe sostenuto se lui avesse smesso di fumare.

La sua presenza è decisiva, scrive numerosi discorsi, si presenta in diversi programmi di news, e dopo un inizio burrascoso dove viene fortemente criticata dalla stampa che non approvava alcuni atteggiamenti e la descrive come una “donna nera arrabbiata”, il suo modo di porsi cambia. Michelle decide di tornare alle origini, sente che la nazione ha fame di cambiamento e si pone come esempio, come una donna al pari delle altre, inizia a vestirsi con un vestiario non firmato, a partecipare a talk show e ad interviste più personali, in altre parole si sveste dalle vesti dell’avvocatessa agguerrita e si riveste come una donna, una mamma e una moglie. Mostrando questo suo lato più umano la critica pubblica rettifica, Michelle diventa un nuovo punto di riferimento, tanto che successivamente viene inserita nella lista delle 25 donne più influenti al mondo.

Diventa first lady, tra le più apprezzate della storia, dichiara di essere la prima sostenitrice del marito, ma non la consigliera. A quanto emerge infatti sembra che preferisca definire il loro rapporto lavorativo come una serie di confronti costruttivi. Nonostante questa unità che mostrano, lei non ha mai negato che ci siano state delle crisi tra i due, anzi, come cita nella sua autobiografia Becoming, “il matrimonio è un contratto da rinnovare senza sosta, persino in silenzio in privato, persino da soli”. Anche Obama dal suo canto ha descritto il loro matrimonio come un equilibrio che va costantemente seguito con attenzione e si è dimostrato in molte occasioni estremamente grato alla moglie per il suo appoggio, ringraziandola per essere lo stimolo a essere migliore giorno per giorno legandosi all’idea che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. 

Ma Michelle non vuole fermarsi a questo, vuole che il nuovo “uomo di successo” sia la donna. Tutta la sua storia si basa sulla sfida di riconoscimento del valore della donna e per ciò diventa un’icona di speranza per tutte coloro che sognano di arrivare in alto. Ammette che essere first lady non è un ruolo né affascinante né semplice, soprattutto se legata alle parole “prima” e “nera”. Ebbene sì, nonostante le discussioni razziali ancora oggi molto presenti e di rilevanza internazionale, Michelle ha conquistato tutti, uomini e donne, per la sua umanità e giustizia, ma soprattutto onestà nell’ammettere successi e insuccessi.

Scrive un’autobiografia, Becoming,  ovvero il percorso della sua vita che parte da se stessa e le sue origini, becoming me; dal suo rapporto con Barack e la creazione della sua famiglia, becoming us; fino all’esperienza della Casa Bianca e le sue ambizioni future, becoming more. Un libro ricco di verità che dietro a interessanti aneddoti esprime il percorso di una donna che si è fatta spazio tra la folla con le proprie forze e contro mille ostacoli, non come un supereroe invincibile, ma come un essere umano fragile in grado di rialzarsi ed essere sempre la migliore versione di se stessa.

Esempio di onestà e forza di volontà per donne e uomini è ancora all’inizio del suo “becoming more”, ci lascerà ancora a bocca aperta, perchè come dice lei “Non c’è limite nelle conquiste che una donna può compiere nella vita.”

Ascolta qui il podcast della puntata di Valsonair con lo storytelling su Michelle Obama

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