• giovedì , 25 Aprile 2024

Pro e contro il Ddl Zan

Si tratta di un disegno di legge a tutela delle persone gay, transessuali, donne e portatori di handicap grazie al quale verrebbe introdotta l’identità di genere che viene definita come l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al sesso.  Il testo integrale ha avuto via libera alla Camera dei Deputati lo scorso novembre ed è formato da dieci articoli e da una parte inasprisce le pene esistenti contro le discriminazioni fondate su identità di genere e orientamento sessuale, mentre dall’altra istituisce la giornata nazionale contro la discriminazione il 17 maggio di ogni anno e la formazione di un ufficio che elabori ogni tre anni le strategie nazionali per la lotta all’omotransfobia. L’essere omofobi, essendo già di per sé una condotta scorretta, con l’approvazione di questa legge, diverrebbe una circostanza aggravante per quei reati fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

Si può dedurre che il significato del DDL ZAN è di ampliare le tutele in favore di coloro che sono più soggetti ad episodi di violenza, discriminazioni e aggressioni.

È importante sottolineare, cosa che sta sfuggendo a molti, che il disegno di legge fa comunque salva la libertà di espressione e di opinione nonché le condotte legittime legate al pluralismo delle idee, come tutelato dalla Costituzione all’art. 21. Ciò marca una netta differenza tra l’odio basato su motivi sessuali e la libertà di opinione e di idea.

Mentre gli italiani si dividono tra ‘’favorevoli’’ e ‘’sfavorevoli’’ anche lo Stato del Vaticano prende una sua posizione.

La Santa Sede ha ufficialmente chiesto al governo italiano di rimodulare il DDL ZAN perché, così come è ora, potrebbe configurare una violazione del Concordato, il nome dato ai Trattati Bilaterali che la Santa sede stipula con altri stati per regolare la situazione giuridica della Chiesa Cattolica in un determinato Stato del mondo, mettendo a rischio ‘’la piena libertà‘’ della Chiesa Cattolica. Proprio per questo motivo qualcuno ha definito il DDL ZAN un testo liberticida, forse inutile, perché le aggressioni vengono già perseguite con le leggi esistenti, oltre che dannoso perché tra l’altro provoca una pericolosa reazione avversa. Secondo la Santa Sede, alcuni contenuti della proposta di legge riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica in tema di organizzazione, di pubblico ed esercizio di culto; inoltre la Santa Sede non contesta una legge italiana, fa solo notare che nel modo in cui è stata concepita, la legge va a violare alcuni principi concordatari, quali la “libertà di organizzazione” e la “libertà di pensiero” delle comunità di cattolici.

Secondo approfondite ricerche e sondaggi che sono stati effettuati, alcuni critici hanno voluto testare il tema della discriminazione e alla domanda: ’’Secondo lei una coppia omossessuale può adottare bambini?’’ una buona percentuale della popolazione ha risposto che è una semplice espressione di opinione, frutto della libertà di pensiero; mentre dall’ altra parte ci sono persone che hanno risposto che è una frase che può incitare atti discriminatori o violenti nei confronti degli omosessuali e totalmente contro natura.

I risultati del sondaggio evidenziano, ancora una volta, una spaccatura nell’ opinione pubblica riguardo a questo disegno di legge.

In pratica il Disegno di Legge è nato con l’idea di distinguere il sesso dal genere. In questo modo, però, delineando tutte le manifestazioni contrarie al genere come le ‘’fobie’’, si va a creare una nuova categoria di persone che possono appellarsi a una presunta discriminazione.

Il DDL ZAN, migliorabile come ogni proposta di legge, rappresenterebbe, se ben formulato, un piccolo baluardo nella lotta che ognuno di noi deve portare avanti per migliorare la comunità nella quale viviamo. Non è mai troppo tardi per migliorare e guardare il futuro e questo diventerebbe un ottimo punto di partenza per tutelare chi, fino ad oggi, è stato vittima di comportamenti simili e per ricordare chi, ancora oggi, preferisce togliersi la vita piuttosto che subire ancora atti discriminatori.

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