Al giorno d’oggi è indispensabile conoscere bene almeno una lingua; per essere facilitati, è meglio iniziare da giovani!
Quanti di voi hanno mai sentito parlare di vacanze-studio? Sì, “vacanza-studio”, questa parola che molto spesso viene malgiudicata, perché composta da quell’orribile “studio”, associato ad ore ed ore sui libri e ad una noia mortale. Ebbene, nonostante questo nome poco promettente, oggi il numero di ragazzi, liceali o meno, che si recano all’estero per periodi più o meno lunghi è notevole.
Le ragioni? Delle più svariate! I genitori hanno bisogno di occupare i figli nelle due settimane di giugno in cui ancora lavorano prima delle vacanze, gli adolescenti hanno voglia di fare nuove esperienze, i più studiosi vogliono approfondire la conoscenza dell’inglese. Ovviamente, gran parte di coloro che intraprendono questa esperienza, sono stati spinti/costretti dai genitori… e meno male!
Nel mondo attuale, dove è indispensabile essere capaci di relazionarsi con la gente di tutto il globo, e dove in ogni ambito lavorativo occorre essere “il più international possibile”, le lingue assumono un valore primario; è quindi necessario conoscere almeno una lingua straniera.

BUCKINGHAM PALACE – Una delle mete più ambite rimane l’Inghilterra, dove sono presenti molti college e università, tra cui le celebri Oxford e Cambridge.
Per poter imparare bene una lingua, occorre dedicarvisi costantemente, ma, soprattutto, vivere delle esperienze dirette, venendo a stretto contatto con persone straniere, ed abituandosi alla vita all’estero.
Quali esperienze scegliere? La più frequente è sicuramente quella di un college, perché? La risposta più frequente è «Mi sono divertito moltissimo!», sempre conclusa con«…ho parlato soprattutto italiano» . È infatti meglio una full immersion, 24 ore su 24, in una famiglia madrelingua, per poi arrivare, infine, all’esperienza trimestrale (fino ad annuale) in età più avanzata: generalmente dal triennio.
Normalmente, si parte con un’avventura collettiva in seconda/terza media, si prosegue con un’esperienza 1 to 1 (insegnante-allievo) in prima/seconda liceo, per poi finire con un bel semestre all’estero in terza/quarta liceo. Ovviamente, tra le mete vincono i Paesi anglosassoni, tra i più ricercati Inghilterra, Australia e Stati Uniti. Ultimamente, però, si aprono altri orizzonti verso la nuova, sempre più diffusa lingua del cinese: le organizzazioni che si occupano di questi viaggi iniziano a pubblicizzare nuovi centri in Cina, e sembra che attirino un gran numero di studenti… Giulia Anfossi, (IV scientifico A), è andata tre mesi a Shanghai; «Ad agosto eravamo quattro o cinque Italiani, adesso in tre se non due in tutta l’università! Ci sono principalmente Svizzeri, Tedeschi, tanti Sudamericani e Francesi: tantissimi ragazzi e ragazze! È un’esperienza magica: ti apre a tanti punti di vista diversi e ti offre tanto! L’idea del cinese me l’ha passata mia madre, e, per una come me, così appassionata delle lingue, è stata un’ottima proposta; effettivamente non è una passeggiata, però ti permette di conoscere culture diverse e sempre affascinanti! Consiglio quest’esperienza a tutti, e soprattutto non stancatevi di imparare nuove lingue, poiché credo che siano l’unico modo concreto per aprirsi al futuro!»