• mercoledì , 24 Aprile 2024

Il presepe a Valsalice

Quest’anno i ragazzi della II classico A si sono dati parecchio da fare per preparare nella nostra scuola un Natale coi fiocchi. Elisabetta Moiraghi, Eleonora Gruarin, Martina Penasso e Camilla Mongini hanno allestito un vero e proprio presepe (con tanto di fontanella) nei corridoi del piano del triennio classico. L’idea, dichiarano le organizzatrici, “è nata dal voler portare il Natale tra i banchi di scuola”.

Quando si pensa al Natale vengono subito in mente pacchi, regali, decorazioni, ma questi ragazzi si sono ricordati della parola più importane, spesso dimenticata : presepe. “E’ il simbolo del Natale e ci sembrava innovativo allestirlo, è un’ idea che mai nessuno aveva avuto prima”, dice Elisabetta. Alla domanda sulla partecipazione della classe rispondono senza esitare : “La proposta è stata subito accolta calorosamente da tutti, la raccolta delle statuine ha riscosso un certo interesse e i nostri compagni sono stati molto collaborativi, specialmente le ragazze, parte attiva del “montaggio” del presepe”.

I ragazzi si sono mobilitati, andando di classe in classe a pubblicizzare l’ originale trovata e a chiedere un aiuto non solo ai propri compagni, ma all’ intera scuola per ricordare quale fosse il vero simbolo e significato del Natale. “Non è stato facile: all’ inizio eravamo disorganizzati, ma poi abbiamo trovato un equilibrio e pian piano siamo riusciti a costruire il presepe. E’ stato bello, divertente, un modo per stare insieme“.

Così i ragazzi della II classico A regalano a chiunque passi per quei corridoi la sensazione del puro, autentico e vero Natale. Il loro progetto è stato realizzato con tanta simpatia, carisma, ma soprattutto spirito natalizio.

 

C’è poi chi fa del presepio una vera e propria forma d’arte. Abbiamo intervistato a proposito Abramo Telesa, esperto e appassionato di presepi:

 Come è nata questa passione?

“Me lo chiedo molto spesso. Innanzitutto credo di averla nel sangue poichè sono nato il 23 di Dicembre. Inoltre quando avevo otto anni mio padre è emigrato in Argentina. Poichè era lui che ogni anno costruiva il presepe a casa, io, primogenito, iniziai a realizzarlo. Mia madre comprava due o tre statuine all’anno e così io mi appassionai”.

 Quale è stata la sua prima esperienza di presepe ” in trasferta”?

“Nel ’65 mi trasferii a Torino e nel ’70 costruii un presepe nell’attuale sottochiesa di S. Francesco de Paoli. Sebbene adesso si sia trasferito al Cottolengo ha raggiunto dimensioni straordinarie: 120 mq di estensione, unico del suo genere ad essere montato e smontato ogni anno, si impiegano ogni voltaall’incirca quattro mesi”.

Il valore del presepe oggi?

“Nonostante sia stato ultimamente soppiantato dalla figura di Babbo Natale, ritengo che ciò abbia un significato fondamentale, sia per quello che rappresenta sia perchè è una tradizione italiana, piu’ precisamente napoletana, e come tale ritengo che occorra preservarla e custodirla”.

Un presepe di Abramo Telesa.

Riguardo le statuette, preferisce quelle fisse o quelle meccaniche?

“Credo che le statuette fisse siano molto meglio rispetto a quelle mobili perchè se sono ben fatte, perdono la loro staticità e assumono anche esse movimento. Ciò non significa che io non faccia anche presepi meccanici”.

 

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