• venerdì , 29 Marzo 2024

Condivisione di armonia

Semplice. Creativa. Brillante. Sbadata.

18 anni di vita, 12 di violino. Virgi è la dimostrazione di una passione vera e coltivata con costanza. Dall’età di 6 anni, quando ha scoperto che anche i bambini potevano suonare il violino, non ha più abbandonato la musica.

Una musica che rappresenta per lei, nonostante l’inevitabile fatica (delusioni, brutti voti a scuola, esami falliti), forse uno dei talenti e delle soddisfazioni più veri.

Una musica che vale quando condivisa: non c’è sabato sera a casa sua  – chi la conosce lo sa – che non si concluda con un’orchestra improvvisata di amici che si esibisce.

Una musica che Virgi semplicemente definisce UNIVERSALE: forse non padroneggia le lingue, ma porta con sè un mezzo di comunicazione spesso più diretto delle stesse parole.

 

Quando e come sei entrata nel mondo della musica?

(Dopo un “aspetta”, inizia a contare con le dita... ndr). Avevo sei anni, fa’ tu il calcolo. Ad un concerto ho visto un violino, ma ero convinta che i bambini non potessero suonarlo. Quando l’ho scoperto è stato bellissimo. Alla mia mia prima lezione di musica  – di pianoforte -, ho detto alla mia professoressa che mi piaceva il violino e così ha parlato con mia mamma: dalla lezione successiva ho cambiato strumento.

La musica ti ha sempre accompagnata per tutti questi anni…

Sì, dopo 5 anni di violino, in 5^ elementare ho provato una “scuola musicale un po’ più seria”, l’ammissione alla scuola media annessa al conservatorio. Sono stati 3 anni totalmente incentrati sulla musica: coro e solfeggio con la scuola, molte uscite, pomeriggi al conservatorio di piazza Bodoni più volte a settimana.

Subito dopo, liceo classico e conservatorio contemporaneamente: commistione un po’ difficile da gestire?

Virginia suona ad Aspettando Natale, a Valsalice

Non c’era il liceo musicale, così, apprezzando molto le materie umanistiche, ho scelto il classico. Conciliare scuola e conservatorio era complicato: è necessaria una determinazione pazzesca, che io allora forse non avevo. C’è chi riesce a seguire bene il conservatorio ma è costretto poi a ripiegare su scuole meno impegnative per concentrarsi in modo serio sulla musica, vanno bene per chi vede nella musica il proprio futuro.

Hai poi lasciato il conservatorio continuando il liceo: ti manca qualcosa di quel mondo?

Si, innanzitutto suonare al di fuori del conservatorio è difficilissimo: costa infinitamente di più, ci sono meno spazi, meno possibilità. Lì si avevano (oltre che prezzi e agevolazioni enormi) aule per studiare, insegnanti disponibili. È come fosse una biblioteca della musica: chi suona vive in quel mondo, per molti è come una famiglia.

Allo stesso tempo lasciare il conservatorio non significa lasciare la tua grande passione…

No, assolutamente. Adesso faccio di nuovo lezioni, suono in un quartetto. Suono anche una parte di accompagnamento ne “Le Troiane“, lo spettacolo di teatro che sarà messo in scena a Valsalice tra due settimane. Spero ci siano sempre idee e proposte nuove.

Due parole su quest’ultima esperienza?

Non mi era mai capitato prima, è stata un’esperienza bellissima. Dico bellissimo perchè suoni essendo emotivamente molto coinvolto, infinitamente più del solito: le scene struggenti ti influenzano psicologicamente (oltretutto è una tragedia greca!).

Ti vedremo il 4 maggio! Nel tuo futuro più remoto invece, quanto spazio c’è per la musica?

(Ci pensa un po’, sorride, ndr). Tra i violinisti c’è tanta, troppa competizione. Sogno nel cassetto sarebbe fare la compositrice; anche insegnare non mi dispiacerebbe.

(in realtà dà già qualche lezione di violino a ragazzini alle prime armi!)

Un’altra cosa che mi piacerebbe è la musico-terapia: andare a suonare negli ospedali per bambini o malati.

Qualcosa da dire sulla (poca) importanza attribuita alla musica qui, oggi?

Assurdo quanto non sia contemplata nelle scuole italiane. Dovrebbe essere considerata materia basilare nei licei: incentivare storia della musica, frequentazione di laboratori, spazi per i giovani. Penso non sia proprio diffuso nella mentalità, soprattutto italiana: passano i raccomandati o i super talentuosi.

Hai tracciato un quadro, se pur vero, non troppo ottimista: qualcosa che invece ti abbia colpita positivamente?

Ho girato varie scuole. È stato bello vedere professori che integrano le lezioni con la musica. Poi comunque c’è entusiasmo tra i giovani.

Scena che valga la pena di essere ricordata?

Esame di ammissione: ero completamente nel panico. Vedendo i talentuosi suonare mi ero messa a piangere. Dopo ore e ore di attesa, mi chiamano: entrando mi scivola via dalle mani il violino e cade ineluttabilmente per terra…

…mito indiscusso?

Sicuramente Paganini. Come corrente apprezzo molto il romanticismo e mi piace  tra i contemporanei Ezio Bosso.

 

 

Virginia sta suonando in un quartetto legato a “Incontro con la musica da camera”, un progetto che dà spazio a tutti i musicisti, senza limiti di età, fornendo loro la possibilità, lo spazio e gli insegnamenti per poter suonare liberamente.

L’idea nasce da un’esigenza concreta: di solito ad avere vantaggi sono i membri del conservatorio o di specifici gruppi studio; poco diffuse invece le iniziative per promuovere musica a livello unicamente amatoriale.

A questo fine Eilis Cranich, nota violinista internazionale, mette a disposizione il proprio tempo, presso l’Accademia Musicale Torinese (via Corte D’Appello 22), obiettivo quello di cogliere quanto sia divertente e stimolante suonare in una piccola formazione come il quartetto.
Alla fine del percorso, sono previsti due concerti, il primo dei quali si terrà all’Accademia sopracitata, il 1 giugno 2013.

Per chi fosse interessato, qui il contatto dell’insegnante: www.xeniaensemble.it

 

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