Nevicata
Agl’occhi degli amanti già vegliardi,
agl’occhi dei cuor ancor infatuati,
cadevano i fiocchi di neve alati
fuggendo da lor ciascun dei riguardi.
Giocar o gelar i padri con sguardi
scortavano infantili man nei prati
temendo, patendo, amando incantati
quel pianto aspro di cieli sì beffardi
Scendeva non lesto, ma adagio adagio
ai gorghi del vento ora abbandonato,
prima lasciato andare giù dai numi.
Così, un dì che l’estate ancor non sfumi
nel ciel perduto, perder può l’amato
il cuor nel respiro d’un solo bacio.
E. Cinnamon