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Le Troiane di Euripide

Sabato 4 maggio 2013  il teatro di Valsalice ha ospitato la messa in scena della tragedia euripidea le ” Troiane” interpretata da studenti e studentesse della scuola che hanno potuto mostrare  il proprio straordinario talento teatrale.

Ecco che il sipario si apre: il dio Poseidone (Gregorio Vallarino) sta tristemente dicendo addio a Troia, la sua città ora in fiamme, quando gli appare Ermes (Matteo Pischedda) che per conto di Atena gli propone un’alleanza contro i Greci, macchiatisi di empietà nei confronti della dea. Gli dei spariscono, in primo piano c’è ora Ecuba (Bianca Montanaro), affranta dal dolore: geme e piange, mentre le donne del Coro (Francesca Rosso, Elisabetta Moiraghi, Ludovica Vasconi, Ilaria Triglione, Beatrice Rosso) escono dalle proprie tende interrogandosi sull’angosciosa sorte che le attende. L’araldo Taltibio (Giacomo Queirolo e Luca Martinatto) comunica alle Troiane a chi saranno assegnate come premio di guerra. Entra in scena la profetessa Cassandra (Francesca Ciabatti) ballando e agitando la fiaccola, esultante perché prevede la fine di Agamennone, cui ella è stata assegnata come prigioniera. Il coro, dopo l’uscita di Cassandra, rievoca l’ultima notte di Troia. Compare ora Andromaca (Camilla Vergnano), cui Taltibio annuncia la triste sorte del figlioletto Astianatte, che sarà gettato giù dalle mura di Troia. Interviene il Coro e poi si presenta Menelao (Gianmarco Gaia): le guardie (Riccardo Simonato e Vittorio Balmativola) gli trascinano davanti Elena (Ludovica Aghemo). La donna chiede di parlare e si difende abilmente facendo ricadere le colpe su Ecuba, su Paride e sugli dei. Menelao ha deciso: riporterà a casa Elena. Le donne del coro chiedono a Zeus ragione della rovina di Troia e successivamente viene portato a Ecuba lo scudo del figlio Ettore su cui giace il corpicino del piccolo Astianatte. La regina esce di scena, seguita dal Coro, mentre la città è ormai devastata.

Una rappresentazione incredibile, carica di una disperazione che gli attori hanno saputo inscenare al meglio. Una tragedia dove protagoniste sono le donne,“custodi – come afferma il Professor Lojacono – del dolore e della memoria”: due tematiche che, per quanto affrontate in modo personale da ciascuno dei personaggi, muovono verso l’universalità e soprattutto verso la contemporaneità, nel tentativo far vivere a ciascun uomo, antico e moderno, il dramma della guerra, con i suoi tormenti e la sua desolazione. E allora ci vuole un grande applauso ad attori e attrici che hanno saputo far rivivere Euripide in modo sorprendente, permettendo a tutti di riflettere anche solo per un istante sulla sofferenza che l’uomo è spesso costretto a vivere. Sono stati capaci di concretizzare e attualizzare  le idee del grande Aristotele  secondo il quale la tragedia dovrebbe essere atta a suscitare il coinvolgimento emotivo del pubblico nelle passioni rappresentate sulla scena: complimenti agli attori e ovviamente alla Professoressa Cara e al Professor Lojacono!

E dopo lo spettacolo perfettamente riuscito, qualche domanda agli attori ed attrici…

Camilla Vergnano, nei panni di Andromaca, si dice soddisfatta e contenta: “È venuto molto bene!”; alla domanda di un compagno poi, sul come è possibile piangere davvero durante una recita, risponde simpaticamente: “Eh… si tratta di talenti naturali…”.

Della stessa opinione è Francesca Rosso, coordinatrice del coro: “Sono senza parole… oltre che senza voce! Lavorare nel coro non è stato per niente facile, ma è venuto veramente molto bene!”

Giacomo Queirolo, uno dei pochi attori maschili di quest’anno, ci dice: “È stato molto bello: mi è piaciuto!”. Spiega quanto sia stato impegnativo, essendo la “compagnia” abituata soprattutto a rappresentare commedie di vario genere – si ricorda Shakespeare dell’anno precedente. “Comunque, il fatto che fosse una tragedia soprattutto femminile non è stato assolutamente un problema: siamo riusciti tutti ad avere le nostre parti! Essendo, appunto, una tragedia, è stato doppiamente difficile mantenere la serietà durante le prove, ma ci siamo riusciti: siamo una bella squadra!”.

Infine, tra mille calorosi saluti, infiniti complimenti e congratulazioni sentite, anche il prof. Lojacono, coordinatore del corso assieme alla prof.ssa Cara, ci concede una breve intervista. “Guardate… devo dire che sono molto contento del lavoro di quest’anno, perché comunque ci ha permesso di costruire un qualcosa insieme. In questo senso, il coro merita un plauso, perché le attrici che ne facevano parte sono riuscite a recitare all’unisono, sacrificando quel narcisismo che a volte gli attori hanno, e mettendosi al servizio di una cosa più grande. Sono veramente commosso.”

Ringrazia di cuore anche il musicista, Enrico Poncini, per il suo impegno e la sua disponibilità: “Specialmente nelle tragedie, la musica è fondamentale. E lui ha composto tutte le musiche per noi. Ovviamente ringrazio anche tutti gli attori e attrici, che son sempre venuti alle prove, nonostante, come ben sapete, il venerdì sia un giorno molto critico.”

“Molti della compagnia – ci dice – sono ormai “veterani”, ma i nuovi si sono inseriti molto bene! L’anno prossimo ne perderemo un po’, dunque chiunque voglia iscriversi è ben accetto! Si tratta di un’esperienza bellissima e costruttiva: l’immedesimazione in teatro, specialmente alla vostra età, è una grandissima occasione di crescita; ti permette di conoscere a fondo sentimenti su cui difficilmente gli adolescenti si misurano. Non per nulla, anche Don Bosco, da genio pedagogico, credeva moltissimo nelle potenzialità del teatro!”.

“In sintesi, sono fiero, orgoglioso e grato a tutti coloro che hanno aiutato, dal primo all’ultimo! Alla prof.ssa Cara, al musicista, alla violinista, Virginia d’Ettorre, che ci ha fatto veramente un enorme piacere a venire qui a suonare per noi. Grazie davvero a tutti!”

Il professore viene travolto dall’ennesimo gruppo di ex-allievi entusiasti… È stata proprio una bella serata!

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