• giovedì , 28 Marzo 2024

Una politica per la cultura

ore 12.15.

Entra a passo veloce in 1 classico A  l’assessore della regione alla cultura e alle politiche giovanili, Michele Coppola.

Si ferma davanti alla cattedra e quasi un po’ preoccupato di dover fare la figura dell’insegnante noioso, saluta i venti ragazzi che lo stanno aspettando per un incontro sul rapporto tra giovani e politica.

Sono attenti e pronti per ascoltarlo e lì lui è per loro. Per spiegare, fare luce su dubbi e perplessità e dedicare così parte del suo tempo a giovani menti, protagonisti della futura società.

E con lo stesso atteggiamento si è disposto ad ascoltare le nostre domande.

 

Assessore alla cultura e alle politiche giovanili. Un titolo carico di aspettative. In cosa consiste il suo lavoro?

Mi occupo sostanzialmente di tutto ciò che riguarda il bello. La nostra regione e in primis Torino è un fulcro di naturale bellezza.

Il mio compito spazia su cinque aree ben precise: quella del libro con tutto ciò che ne consegue e in particolare la recente Fiera del libro, quella dei musei (il Piemonte è una regione che occupa i primi posti per le possibilità di conoscenza che offre), quella dello spettacolo con il teatro, la musica, danza e i festival tanto conosciuti in tutta Italia, quella delle residenze reali, realtà che rende la provincia sempre più appetibile per gli assetati di cultura, e per ultima, ma non meno importante delle precedenti, quella del cinema.

Invece la delega alle politiche giovanili è minore e viene schiacciata da grandi questioni a causa della miopia della classe dirigente.

Recentemente a causa della crisi, sono stati imposti molti tagli all’ambito culturale. Cosa ne pensa?

Lo scheletro di dinosauro a Caselle per attirare visitatori al Museo delle Scienze

Sì, sfortunatamente, dato che spesso l’ambito culturale sembra essere quello che più di altri aggiunge o garantisce fronzoli alla città, risulta essere quello in cui vengono diminuiti drasticamente i finanziamenti.

Probabilmente non ci si rende conto di come la cultura possa comunque garantire posti di lavoro o migliorare aspetti economici di una città.

Nonostante tutto ciò, sicuramente il fatto di poter mettere mano a una somma inferiore di denaro ha garantito la scomparsa di cariche di poca o nulla importanza e ci ha messo nella situazione di dover inventare qualcosa per garantire un afflusso costante a musei e iniziative. Ci ha dato la possibilità di spaziare con la fantasia e trovare soluzioni convincenti a basso, bassissimo prezzo.

Un Esempio? Qui a torino si trova uno splendido museo di scienze naturali e pochi cittadini lo conoscono, nonostante la sua localizzazione centrale. Così per pubblicizzare il tutto, abbiamo smontato e rimontato un enorme  scheletro di dinosauro nell’aeroporto di Caselle. E ora tutti coloro che giungono a Torino si vedono comparire davanti un immenso mostro che li incuriosisce e li spinge a visitare il museo.

Si sa che spesso i giovani al sentire parlare di musei cambiano improvvisamente argomento. Come si riesce a “ringiovanire” musei importanti? 

Di sicuro la promozione deve essere intelligente e soprattutto deve attirare l’attenzione di tutti e in particolare dei giovani. Cosí come l’allestimento di mostre, che inoltre possono garantire occasioni di sviluppo della città ospite.

Vi sono per i ragazzi riduzioni date da accordi con le scuole. Inoltre il fatto di visitare dei musei diventa per loro una possibilità di conoscenza, un ulteriore indicatore anche per scelte che possono influenzare il loro futuro come quella del lavoro da intraprendere.

C’è infatti a mio parere la possibilità di scorgere nel patrimonio culturale una possibile professione personale.

Concretamente quindi il suo lavoro come si sviluppa?

In parole povere do delle linee di indirizzo alla regione. Non si tratta peró solo di fungere da direttore di orchestra, anzi. L’interfaccia con le altre istituzioni è particolarmente impegnativa…

L’abbiamo vista all’opera al Salone del Libro; un’iniziativa sicuramente di vanto per la nostra città. Qualche considerazione a tal proposito?

La fiera del libro è certamente il fiore all’occhiello della nostra città. È l’evento per cui il Piemonte è più conosciuto.

Quest’anno abbiamo fatto un esperimento, quello dell’area completamente dedicata alla cucina, e si è rivelato un vero e proprio successo. Vi è stata quindi una partecipazione attiva alla mostra che ne ha in parte rinnovato e attualizzato i connotati. Quello che si pensa poi di proporre il prossimo anno è una soluzione simile dedicata però agli hobbies. Resta comunque un elemento in più per raccontare i libri forse in modo diverso e altrettanto apprezzabile.

In questi anni si parla molte volte delle difficoltá in cui solitamente un giovane incappa nel suo percorso politico. Il suo come è stato?

Tutto è nato per gioco.

È stata una infatuazione per la volontà di fare cambiamenti positivi per la mia città, che mi ha portato ad aderire attivamente a Forza Italia.

E iniziando a giocare il mio divertimento è diventato una vera e propria avventura che mi ha preso sempre di più. Andando avanti nel mio percorso mi sono trovato poi improvvisamente ad un bivio. Dovevo scegliere tra una professione stabile e il desiderio di fare del bene per la comunità.

Ed io ho assecondato il mio sogno.

Da questa decisione sono sorte poi le prime difficoltà per un giovane in politica a causa dell’ipocrisia che caratterizza il nostro governo. Sono infatti tutti bravi a dire di fare spazio ai giovani, ma quando si tratta di farsi di lato tutti cambiano parere. Nonostante ciò sono andato avanti e adesso eccomi qui.

Sicuramente bisognerebbe dare e garantire strumenti ai giovani volenterosi e innamorati della politica.

Ricomincerebbe da capo questo suo cammino?

No… (ride, ndr), invece sì lo farei. È un’esperienza straordinaria sia il fatto di essere in politica, sia il mio compito odierno di assessore alla cultura.

Naturalmente tutto il percorso che ho compiuto fino ad oggi non è stato scevro di fatiche e anche di errori.

Ed il primo grande errore è stato quello di fidarsi delle persone sbagliate.

Qualche suggerimento di musei da visitare? 

Il migliore è quello della Juve; scherzo! (ride, ndr)

Ogni museo ha una sua bellezza ed una sua interessante peculiarità.

Non perdete mai l’occasione di visitare tutto ciò che vi interessa!

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