• sabato , 20 Aprile 2024

SU LE MANI GINNASIO!

La giornata di sabato 19 ottobre ha visto Valsalice farsi combattuta arena in occasione dell’attesa “Festa del Primino”, ormai consolidata tradizione in onore della quale le sempre sopite rivalità tra Classico e Scientifico si scontrano in campo aperto.

Polverosi dizionari o rapide calcolatrici? Ostici spiriti o enigmatiche radici cubiche? Meditabonde riflessioni o istintive intuizioni? Mens o corpusPer una volta ad armi pari si confrontano su un terreno comune: lettere e numeri trovano un buon compromesso sui campi di calcio.

L’imperativo categorico del buon giornalista è pronunciarsi sempre in maniera oggettiva, dunque, per quanta fatica ammetterlo possa costare a due anime in cui il germe classicista ha messo ormai irrimediabilmente radici, ad onor del vero è giusto constatare l’evidenza di un evento, la vittoria del Ginnasio, mai verificatosi dall’anno 2000, ossia da quando la festa fu inaugurata.

Con aria trionfante, il primino Vincenzo Aquino (IV gin. A) vanta la tanto gloriosa quanto, almeno dal pubblico, insperata vittoria della propria classe, rivendicando, dopo anni di quanto mai magre performances dei predecessori, il primato dei ginnasiali sui coetanei del piano superiore.

In un misto di stupore e orgoglio, si pronuncia in merito anche il professor Marco Fanelli, coordinatore della suddetta classe vincitrice nonchè un tempo anch’egli primino e, in quanto tale, costretto a varcare le stesse soglie dei suoi ragazzi.

In un confronto aperto a passato e presente, insegnante e allievo incontrano il Salice.

Sorride bonario, Marco Fanelli, orgoglioso del trionfo

Che cosa vi ha regalato questa festa? 

Marco Fanelli: “Mi ha colpito la grande e bella partecipazione sia dei ragazzi, sia dei loro parenti fin dai primi giochi: agguerriti e combattivi, i giovani parevano carichi e pronti a mettersi in gioco.”

Vincenzo Aquino: “L’unione della squadra, la determinazione a vincere ma soprattutto il desiderio di divertirci insieme sono stati i motori che ci hanno motivati durante tutto il pomeriggio. La sensazione pregnante di appartenere ad un’unica grande famiglia è simpaticamente emersa anche durante i tornei sportivi: in assenza di due giocatori, la sorella e la coraggiosa mamma di Sofia, da vere donne intraprendenti, sono scese in campo decise a combattere per noi.”

E il suo allievo Vincenzo, colto nell’attimo del goal

Vittoria inaspettata o subdolamente calcolata?

M.F.: “Forti e profonde motivazioni sono alla base di questo trionfo: le grandi capacità organizzative del coordinatore di classe, niente meno che il sottoscritto, unite al carisma del suddetto nel motivare debitamente gli allievi, oltre alle possibili pene minacciate (compiti di latino fino allo sfinimento) e, in ultimo, le loro capacità residuali, hanno reso possibile tale successo. Dopotutto, lo scaffale di casa sentiva la mancanza della coppa da fin troppi anni, da quando mi sono votato unicamente all’insegnamento nel Ginnasio.”

V.A.: “Questa domanda mi porta a supporre che dubitaste della nostra bravura, spero per voi che non sia così– NdR sorride ammiccando il nostro capitano-. D’altra parte il nostro talento, unito ad incoraggiamenti così serrati, non avrebbe potuto portare ad un esito differente.”

L’aspetto più interessante della giornata?

M.F.: “Ovviamente lo stand degli anagrammi, gestito, come da consuetudine, da me. Quest’anno poi, per mettere a dura prova l’ingegno dei partecipanti, parallelamente al gioco tradizionale ho inventato una variante in cui, date le domande relative alla vita di un personaggio, bisognava scoprirne l’identità nascosta nelle parole delle risposte, anagrammi esse stesse del nome in incognita. Forse ho esagerato con la difficoltà… deformazione professionale.”

V.A.: “Oltre alle stuzzicanti filastrocche del professor Di Ciaula, che si è divertito a giocare con i nostri cognomi e all’insolito stand in cui bisognava “sbarbare” i palloncini senza farli scoppiare, vedere i professori non tanto impegnati a decifrare i nostri compiti dall’alto della cattedra, quanto nella loro veste più scanzonata e “casual”, è stato parte del divertimento… uno spettacolo che meritava di essere visto.”

Primo giorno da primino?

M.F.: “I ricordi sono sfocati… Eccetto per le scarpe coi tacchi delle compagne che tanto colpirono l’attenzione di un ragazzino proveniente da una scuola di soli maschi e, insieme, la barba già folta di un mio coetaneo, che guardavo con sospetto, io, con appena un accenno di peluria adolescenziale!”

V.A.: “Paura nell’approcciarmi al “Mondo dei Grandi”, tante responsabilità, ma anche più autonomia.”

Tornare indietro?

M.F.: “Ma anche no. Non sento affatto la mancanza dei pomeriggi passati a studiare greco transitando per fisica e astronomia. Da un altro punto di vista, però, tornerei indietro per poter affrontare i primi anni con lo stesso spirito degli ultimi: meno preoccupato e affannato per il risultato e più interessato all’obbiettivo.

V.A.: “Ah… le medie…”.

E mentre il suo sguardo vaga nostalgico fuori dalla finestra, posandosi sui compagni che ancora non sono approdati al liceo, Vincenzo accetta però consapevolmente la nuova sfida, sapendo di avere al fianco un valido Maestro

Foto: Bravi!

La meritata coppa

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