• venerdì , 19 Aprile 2024

TORINO, CONTEMPORANEA REGINA D’ITALIA

Ha compiuto venti anni da pochi giorni e, come in tutti i suoi coetanei, anche in lei arde il desiderio di mostrarsi al mondo intero: ARTISSIMA, fiera di arte contemporanea nata nel capoluogo piemontese, spegne le candeline con un largo sorriso dopo un’edizione che ha riscontrato un successo inaspettato. Le 190 gallerie presenti (di cui 130 straniere), sono state il palcoscenico perfetto per un evento ormai fondamentale per la città di Torino, che acquisisce, anno dopo anno, grande importanza a livello internazionale in campo artistico.

Artissima

Giovedì 7 Novembre Il Salice  ha assistito all’inaugurazione di ARTISSIMA 2013, che è stata allestita all’Oval Lingotto: tra grovigli di completi blu ed abiti da sera d’alta classe, spuntavano opere a bizzeffe, anch’esse d’alta classe… sì, perché questa fiera permette l’accesso a meno del 50% delle gallerie che ambiscono a questo prezioso palcoscenico, mantenendo alta la qualità delle opere esposte e accrescendo sempre più la sua importanza.

Col passo un po’ insicuro di chi si aggira in un ambiente nuovo, abbiamo osservato gli stand e percepito subito una certa qual difficoltà nel comprendere le opere esposte, dovuta… dovuta a cosa? L’abbiamo chiesto a Sarah Cosulich Canarutto, ormai da due anni direttrice di ARTISSIMA.

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[box] Sarah Cosulich Canarutto è una triestina DOC. Appassionata di arte contemporanea, ha lavorato nei musei di Londra e Berlino, alla Biennale di Venezia e da due anni dirige ARTISSIMA[/box]

Sarah – ci concede di darle del “tu” – che cosa rende l’arte contemporanea tanto difficile da comprendere e interpretare?

Senza dubbio l’educazione che riceviamo! I programmi scolastici italiani, pur essendo tra i migliori al mondo, si spingono poco oltre gli anni ’50 e, nel caso dell’arte, si fermano a Picasso o giù di lì, senza mai arrivare ai giorni nostri, al contemporaneo. Diversamente accade in Paesi quali l’Inghilterra e, più ancora, gli Stati Uniti. Trovo, inoltre, che nella scuola italiana ci sia poca discussione, poco dibattito. Lo studio dell’arte contemporanea offrirebbe agli allievi una possibilità in più per sviluppare lo spirito critico.

Quindi l’arte contemporanea deve porre ognuno davanti a delle domande?

Esattamente. E’ un esperimento che ha come scopo quello di creare discussione, dibattito, insomma, provocare chi la guarda: davanti ad un quadro di Michelangelo non si può dire: “che schifo!”, non può dare fastidio. Di fronte ad un’opera d’arte contemporanea sì: una può creare disaccordo in noi stessi, un’altra pieno appagamento.

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Avendo lavorato all’estero, avrai un’idea chiara sulla situazione italiana rispetto a quella europea. Quale?

Purtroppo la nostra situazione non è delle più rosee. Basta dire che, a Londra, vengono utilizzate immagini di opere d’ arte contemporanea per pubblicizzare aziende e addirittura istituzioni. Ciò presuppone che una grandissima parte della popolazione sia a conoscenza di quell’ opera; in Italia siamo lontani anni luce da questi livelli, ahime’.

Veniamo ora ad ARTISSIMA. Qual è stato il bilancio finale della ventesima edizione?

Positivo. Rispetto all’edizione del 2012 si sono aggiunti nomi di importanti gallerie, soprattutto estere. Inoltre, ci sono stati parecchi miglioramenti nel programma, che ha incluso piattaforme nuove, dedicate principalmente ai pionieri dell’arte. Dal punto di vista del mercato, c’è stato un miglioramento rispetto all’anno passato, ma nel nostro Paese esso è molto penalizzato dalla tassazione (22% rispetto al 6% della Francia) e da alcune regole “made in Italy”: una su tutte obbliga la galleria a segnalare alla Guardia di Finanza coloro che acquistano un opera, cosa che di certo non è sempre gradita.
Non bisogna però abbattersi: infatti, nel Bel Paese, sono presenti molti dei più grandi collezionisti a livello europeo e mondiale.

Torino, mamma di ARTISSIMA, ma non solo…

Torino è senza ombra di dubbio la capitale italiana dell’arte contemporanea, è una stella che brilla sempre di più in Europa. I ragazzi che la abitano hanno tantissime possibilità di incontro con questo genere di arte. Quest’anno, per esempio, ARTISSIMA ha ideato e creato “ONE TORINO”, un nuovo progetto espositivo cui collaborano 5 mostre cittadine (Castello di Rivoli, GAM, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Palazzo Cavour) e che durerà fino al 12 Gennaio 2014, con lo scopo di avvicinare un pubblico sempre maggiore all’arte contemporanea. Per continuare a competere, oggi, non si può stare fermi: Torino si sta muovendo, anzi sta correndo verso un futuro di grande città d’arte.

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