• giovedì , 28 Marzo 2024

Il trapasso dell'adolescenza

Con il latino “adolesco” (cresco) si denota come già i Romani tentavano di definire quel periodo di transizione che percorre gli anni dal quattordicesimo al diciottesimo di età, in cui cambiamenti profondi, rapidi e irreversibili fanno da padroni.

E’ compito dell’adulescens accettare tali trasformazioni e ricomporle in un’immagine di sé che da un lato è totalmente nuova e dall’altro è in continuità con chi è stato nel passato. Durante l’adolescenza, il giovane, si mette in discussione e ricomincia da sé stesso.

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E’ possibile oltremodo considerare gli innumerevoli cambiamenti che sorgono già nell’età infantile, ma a differenza del bambino, l’adolescente, assume il ruolo di spettatore di tali evoluzioni: è perciò consapevole di ciò che sta mutando attorno a sé e dentro di sé.

I genitori svolgono un ruolo sempre più marginale all’interno della vita dei propri figli. Oggigiorno vi sono due differenti prototipi di genitore. Il primo è colui che, rispecchiandosi in tutto è per tutto nel proprio figlio, tenta, spesso invano, di non farlo cadere negli stessi errori, non accorgendosi che così può provocare l’effetto contrario. Il secondo modello di genitore è quello in tutto e per tutto permissivo, o ancora menefreghista. E’ colui che avendo ricevuto un’educazione opposta permette al figlio tutto ciò che a lui stesso è stato negato. E’ lecito che gli adolescenti moderni considerino migliore il genitore permissivo piuttosto che una rigida educazione. Probabilmente una via di mezzo fra i due metodi sarebbe la soluzione più appropriata.

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L’adolescente del duemila necessita di un saldo modello a cui ispirarsi e fare riferimento e questo viene spesso rappresentato dalle pop star, i cantanti, gli attori, la cui vita è basata sul successo. Ma non sempre quest’ultimo è di semplice accesso. L’adolescenza è quel momento della vita in cui il futuro deve essere il presente, in cui il giovane deve comprendere chi intende diventare nella vita reale, non quella che la televisione e i videogiochi mostrano. Essa è una vita ricca di menzogne, colma di fantasia e povera di verità. Per tale motivo è necessario che il giovane coltivi i talenti che la natura gli ha donato, ma nello stesso tempo comprenda che una vita basata sul talento è un’ardua impresa. Infatti far sì che la passione per uno strumento musicale o per il canto si muti in un lavoro fruttuoso raramente accade. Rendersi conto di tale verità è già un grande traguardo per gli adolescenti di oggi.

Intraprendere un corso di studi è quindi il miglior modo per garantirsi un futuro ed entrare così nel mondo degli adulti . Il problema è che per alcuni la droga, l’alcol o atti di teppismo sono l’unico e il solo mezzo per poter diventare grandi, non comprendendo che il cedere a tali dipendenze non è altro che pura infantilità. L’adulto è colui che riesce a domare i propri istinti e che agisce con consapevolezza e responsabilità. Soltanto che la maggior parte dei giovani di oggi non è a conoscenza del vero mondo.

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Dal momento che l’adolescente prende a pieno consapevolezza delle proprie capacità, è costretto a scontrarsi con i lati del suo carattere che lo tengono incollati ancora alla realtà dei sogni. Il carattere scontroso ed irregolare dei sedicenni non deve essere preso come errore, bensì come processo evolutivo di un’età ancora poco trasparente anche secondo gli studiosi. Non per questo l’adolescenza deve essere vista come negativa, ma come età di preparazione per quella adulta, età spensierata, fatta di errori e di vie di uscita, di perenni sbalzi di umore, di innamoramenti improvvisi, di follie, di delusioni, di futili ansie, insomma l’adolescenza è unica, è un’età che lascia il segno.

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