Giovedì 14 maggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è venuto a Torino in visita ufficiale per la prima volta.
Accompagnato dal Sindaco, Piero Fassino, in mattinata ha inaugurato il Salone del Libro:
“Trovo sempre più giusto associare i libri alla libertà: più libri, più liberi”
con queste parole il Presidente ha iniziato il suo discorso.
Più tardi si è recato al nuovo grattacielo Intesa San Paolo.
Nel pomeriggio il Capo dello Stato ha raggiunto il Duomo, ed in visita privata ha reso omaggio alla Santa Sindone.
In seguito ha dedicato il suo tempo alla visita del Museo Egizio, rinnovato di recente.
Alle 17,00 ha deposto un cuscino di fiori sulla tomba di Don Bosco, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, in occasione del bicentenario della nascita del Santo.
Ad attenderlo c’erano il vicario del rettor maggiore Don Francesco Cereda e l’ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta, Don Enrico Stasi, con loro centinaia di ragazzi dell’oratorio e delle scuole che hanno accolto il Presidente con entusiasmo.
“Siamo i ragazzi di Don Bosco, viva il Presidente Mattarella!” hanno gridato.
Dopo un momento di preghiera davanti all’urna del Santo:
“Ho un’immagine di Don Bosco nel mio studio” ha detto il Presidente a Don Cereda.
La prima visita ufficiale del Presidente Mattarella a Torino termina con un giro al Sermig, l’ex fabbrica di armi trasformata trent’anni fa in Arsenale di Pace, in casa aperta all’accoglienza delle persone in difficoltà, da Ernesto Olivero.
Qui all’Arsenale della Pace lo stiamo aspettando in tanti, per la “1^ Giornata del Perdono” istituita dal Sermig a cent’anni dalla Prima Guerra Mondiale.
Quando il Presidente arriva, è accolto da uno scroscio fragoroso di applausi.
La “Campana del Perdono” donata dalla diocesi dell’Aquila, è il simbolo della giornata, dell’incontro del Capo dello Stato con i giovani ed i volontari del Sermig.
Nel luogo dove si fabbricavano le armi, oggi si testimonia come si possa rispondere al male con il bene e con scelte di vita dedicate agli altri.
Infatti, nel discorso di accoglienza e presentazione del progetto del Sermig, il suo fondatore Ernesto Olivero dice: “senza perdono non c’è pace e senza pace non c’è futuro”.
I giovani hanno dialogato con Mattarella rivolgendogli domande sull’etica, sulla vita pubblica, sull’immigrazione.
Anche il Presidente ha voluto far suonare la “Campana del Perdono” a nome della politica. Ha detto: “Questa campana suona perché il potere sia sempre e solo un’occasione di servizio per costruire insieme, ognuno nel suo ruolo, il bene comune”.
Con il Presidente hanno fatto risuonare la campana:
– Un bambino: perché tutti possano curarsi, andare a scuola, vivere in pace.
– Un giovane: perché tutti i giovani possano dire i sì e i no che contano.
No alla droga, al niente, alle dipendenze.
Sì ad una vita spesa per gli ideali.
– Ernesto Olivero: questa campana risuona per gli adulti; perché si impegnino a dare il buon esempio, a costruire un mondo senza armi e senza ingiustizie e aiutino i giovani a dare il meglio di sé.
– Arcivescovo Nosiglia: questa campana suona perché chi crede e chi non crede sappia vivere in armonia. Perché nessuno venga più chiamato infedele e ucciso nel nome di Dio.
Tante buone intenzioni su cui riflettere, tanta voglia di confrontarsi in modo concreto per risolvere i problemi, tanta fiducia nei giovani ai quali il Presidente si è rivolto così, in uno dei tanti passaggi del suo discorso: “Saremo tutti migliori se il vostro entusiasmo contagerà gli altri. Datevi da fare, perché ai giovani spetta il futuro.” E poi ancora: “Siate liberi e non abbiate paura di dire qualcosa di scomodo, fuori dal coro, o apparentemente impossibile, quando gridate e cantate per la fratellanza fra gli uomini, per la pace. Il mondo siete voi. Come qui all’Arsenale. In definitiva nessuno deve sentirsi ospite a casa sua.”
Un onore poter partecipare ad un incontro così importante dal quale ognuno di noi è tornato alla vita di ogni giorno più ricco e con la voglia di non arrendersi a ciò che non va. Non è mai troppo tardi per cominciare a sognare e a lavorare per un mondo migliore, come dice il testo della colonna sonora del video di presentazione del Sermig: OGNUNO HA L’ETÀ DEI SUOI SOGNI.