di Alessandro Del Mastro e Andrea Galasso
Un sabato diverso dagli altri.
Ci siamo trovati, con alcuni compagni e i loro genitori, davanti al Cottolengo, un luogo di cura e ricovero per persone svantaggiate.
Dopo alcune chiacchiere siamo entrati nella struttura che ospita un’associazione, di nome Outsider, che offre sostegno a persone con varie disabilità.
Qui, grazie ad alcuni volontari, giovani e anziani, abbiamo potuto vedere un video sul gran numero di attività in cui è impegnata l’associazione. Si fanno laboratori di falegnameria, informatica, cucito al telaio, arte e realizzazione di vestiti o arredi; poi attività artistiche come teatro o pittura, oltre a creazioni in creta ed altri materiali.
Ma, soprattutto, abbiamo conosciuto i “ragazzi”, come vengono affettuosamente chiamati.
Sono persone semplici, spesso anziane, che hanno alcuni problemi che li rendono diversi ma non per questo meno bisognosi di affetto, cure o attenzioni.
Siamo andati in giro con alcuni di loro e il professor Olivazzo ci ha fatto conoscere il suo amico Sergio, nato sordomuto e diventato anche cieco a trent’anni. Una persona speciale con una gran gioia di vivere.
La struttura è enorme e c’è da perdersi!
Quasi al termine della mattinata abbiamo incontrato suor Immacolata, una donna simpaticissima, che era insieme a molte donne anziane, quasi tutte con gravi problemi di disabilità ma, comunque, molto serene.
Ci è piaciuto essere lì e conoscere la realtà di persone meno fortunate di noi e di coloro che cercano di aiutarle. E ci ha aiutato a riflettere su tante cose che noi bambini, come pure gli adulti, diamo per scontate ma che per altri sono un sogno. Pensate a cosa vorrebbe dire per la vostra vita essere senza vista o senza la possibilità di usare le braccia.