• venerdì , 26 Aprile 2024

La vie en noir

Francesca Desideri, ex allieva del nostro liceo (maturità 2010) che ora sta frequentando un master in Management all’ESCP Europe Business School a Parigi, si trovava in un ristorante nel 6° arrondissement quando è stata informata dei fatti che stavano accadendo nel 10° e nell’11°, dove si trovavano la sua università e i suoi amici.

Sarebbe infatti dovuta essere lì con altri 2000 studenti per la festa organizzata dalle associazioni della scuola, ma aveva deciso di passare una serata con sua sorella che era venuta a trovarla quel weekend.

Francesca Desideri, ex allieva di Valsalice, dopo il liceo si è iscritta alla facoltà di Economia di Torino e ha conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale. Ha poi fatto application per entrare all’ESCP Europe Business School, una Grande École francese con 5 campus in tutta Europa. Per poter entrare nel programma MiM – Master in Management, un percorso particolare che permette di fare tre anni in tre paesi diversi e conseguire tre titoli di master, il suo track è stato Torino – Londra – Parigi. 

Desideri

Come hai saputo che cosa stava succedendo?

Ho cominciato a ricevere messaggi sui vari gruppi di Whatsapp che dicevano: “Ragazzi non uscite di casa, stanno sparando”. Ci siamo guardate intorno e il resto delle persone presenti nel ristorante, quasi tutti parigini, non si erano resi assolutamente conto di cosa stava succedendo. Lo stesso avrei fatto io se non fossi stata avvisata dai miei compagni di Università e dai miei amici in Italia. Dopo mezz’ora però il ristorante si è svuotato e la gente ha cominciato ad andare a casa, consapevole che non si trattava solo di sparatorie, ma di veri e propri attentati.

Ti sei spaventata appena ricevuta la notizia?

A dire la verità non avevo paura tanto per me o per mia sorella: noi ci trovavamo tutto sommato in un quartiere tranquillo. Avevo paura per i miei compagni che invece erano stati chiusi dentro l’Università, a 700 metri dal luogo dell’attentato. Ho vissuto con terrore quei momenti perché le linee telefoniche erano sovraccariche e non avevo loro notizie.

Come ti sei sentita quando hai capito cosa stava succedendo?

All’inizio non avevo capito bene l’entità e la portata dell’evento. Per me era un normale venerdì sera, ero a cena fuori con le mie amiche e la mia sorellina e questa notizia è come caduta dal cielo. Non mi sono sentita in pericolo finché non ero per strada e non ho visto il panico sul volto delle persone.

A woman offers free hugs as people gather in Place de la Republique after the series deadly attacks in Paris

Cosa pensi di quello che è successo?

Quando succedono degli eventi così tragici il primo sentimento dopo la paura è quello dell’odio. Odio perché mi hai ferito, perché magari mi hai portato via delle persone che amavo o perché ho capito che il pericolo era vicino e che avresti potuto colpire anche me. Credo che Parigi abbia reagito bene perché si è unita. Passando davanti a place de la République si vedono persone che pregano e ricordano le vittime, anche se non le conoscevano. Credo sia la miglior risposta a questi atti di crudeltà estrema. Una risposta di amore è l’unica cosa che può dare speranza e non far soccombere alla paura.

Oggi ti senti al sicuro?

Sì, sono tranquilla e non ho paura di girare per la città. La vita dei parigini è tornata alla normalità e a mio parere è la cosa migliore: non bisogna farsi schiacciare dalla paura, bisogna continuare a vivere, esattamente come prima.

Come riassumeresti in una parola l’esperienza che hai vissuto?

Paura.

C’è un’immagine che ti è rimasta particolarmente impressa?

Le strade vuote, la gente che correva e sirene, tante sirene.

Anche Edoadro Temporale, allievo della 3 scientifico C di Valsalice, era a Parigi in quei giorni e stava tornando in albergo, proprio in place de la République, quando ha notato che c’era uno strano clima quella notte nella Ville lumière…

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Edoardo Temporale frequenta il terzo anno di liceo scientifico a Valsalice

Cos’è successo quella sera?

Dopo una lunga mattinata di viaggio e la visita al museo Pompidou, nel tardo pomeriggio la mia famiglia ed io siamo andati al centro commerciale. Poi abbiamo deciso di tornare in albergo. Abbiamo preso la metro e siamo arrivati in Place de la République. Mentre la stavo attraversando per arrivare all’albergo ho notato delle persone che correvano spaventate. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso, ma mi era comunque venuto il dubbio che fosse successo qualcosa.

Come ti sei sentito quando hai realizzato cosa stava succedendo?

Ero sconvolto, non mi sarei mai immaginato di vivere una simile esperienza. Non mi sentivo molto tranquillo ad andare in giro per Parigi. In metro guardavo le persone intorno a me cercando di capire se erano pericolose o meno e così anche per la strada. Vedevo sconforto e paura negli sguardi dei passanti.

paris place de la republique

Qual è stato il tuo primo pensiero?

Ho cominciato a collegare gli eventi della sera prima: i ragazzi che correvano, le loro facce spaventate. Ho subito pensato a cosa sarebbe potuto succedere se non fossimo rientrati in albergo.

Ti senti al sicuro come prima nella tua quotidianità?

Si assolutamente, perché se non mi sentissi al sicuro farei il loro gioco e questa è una cosa che non voglio fare.

C’è un’immagine che più ti ha colpito o che meglio ricordi?

Tra la gente che correva c’era una ragazza che ne stava abbracciando un’altra che piangeva disperata, e quell’immagine mi è veramente rimasta impressa, perché ero impotente di fronte a quello che stava succedendo, non sapevo cosa fare di fronte a tanta disperazione.

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