• venerdì , 29 Marzo 2024

Ma che "comportazione" è questa?

Checco Zalone fa ancora parlare di sé. “Quo vado?” registra il più grande incasso di tutti i tempi di un film italiano nei cinema italiani: oltre 7 milioni di spettatori per un totale di 52.166.450 di euro. Zalone supera se stesso, in tutti i sensi (con la sua ultima commedia batte i precedenti incassi di “Sole a catinelle”, uscito nel 2013) e ci regala risate a non finire. Il piccolo Checco ha un sogno: da grande vuole fare “il posto fisso”.  Impiegato alla Provincia di Bari, vedendo minacciato il proprio lavoro, accetta qualsiasi trasferimento (addirittura al Polo Nord) pur di non essere licenziato. In continua trattativa con la dottoressa Sironi (Sonia Bergamasco), che vuole costringerlo ad abbandonare il posto di lavoro, Checco più volte si affida agli escamotages politici del senator Binetti (interpretato da un simpaticissimo Lino Banfi) per sfuggire alle grinfie della dottoressa. Intanto vive un’avvincente e comica vicenda d’amore con Valeria (Eleonora Giovanardi), da cui avrà una bambina.

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Convincente. sì, Checco è sempre stato convincente, ma questa volta si è proprio superato.L’attesissimo “Quo vado?” è un insieme di risate, gag e trovate geniali. Insomma un’ora e mezza di puro divertimento da trascorrere con gli amici o in famiglia.

Regia ben curata diretta da  Gennaro Nunziante, che con la sua sceneggiatura fa entrare lo spettatore nel vivo del film e nelle quotidiane situazioni che si vengono a trovare. Ovviamente non mancano le canzoni  scritte e cantate direttamente dal protagonista.

Ma la satira di Checco si concentra principalmente sul sistema politico italiano. Vengono criticati inutili provvedimenti legislativi e riforme inconsistenti e tutte le incoerenze intrinseche di un sistema non sempre trasparente e corretto. Le autorità politiche non sono rispettate, in quanto ritenute responsabili del malfunzionamento del governo. Checco è il primo a farsi beffe della dottoressa Sironi: “Credevo che era la segretaria”. Ovviamente ciò ha scaturito una valanga di critiche: “Ha più intellettuali chini sulle sue battute di quanto un regista premiato con l’Oscar possa sperare in una vita intera” scrive Mariarosa Mancuso su “il Foglio”.

Forse critici troppo moralisti e perfezionisti, con lo scopo di  criticare un film, che ha l’obbiettivo di far ridere lo spettatore e non di far riflettere più di tanto. Anche i colleghi comici e registri italiani vogliono far sentire la propria voce con critiche azzardate: “Si ride più del dovuto”, altri dicono “Ha avuto fortuna perché pioveva”. Ma, nonostante questo, “Quo vado?” è il film italiano che ha avuto maggior successo a discapito di quei colleghi “invidiosi”, che sognano un incasso da record, ma che non riescono a produrre film all’altezza.

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