Leonardo da Vinci genio indiscusso del Cinquecento, padre dell’anatomia e inventore straordinario ebbe una passione di cui pochi sono a conoscenza: la cucina. Può apparire strano, ma lo scienziato toscano tracciò il disegno di girarrosti, curiose macchine per raffreddare cibi e ingegnosi sistemi per affumicare la carne. Fu inoltre esperti di vini e dispensò oculati consigli alimentari degni di un dietologo “ante litteram”. Le scoperte di Leonardo in questo campo continuano ad affascinare gli studiosi e a ispirare abili falsari. Purtroppo, infatti, sulla passione culinaria del da Vinci sono nate nel tempo molte leggende con tanto di fantomatici manoscritti , che poco hanno di storicamente attendibile.
Ora la domanda che sorge spontanea è da dove sia nata la passione per il cibo da parte dell’autore dell’Ultima Cena. “Il forte legame di Leonardo con la cucina si spiega con le sue origini”, racconta Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci. “Il maestro nacque nel 1452 da una famiglia proprietaria anche di poderi che producevano vino, olio e grano. Egli stesso ebbe in dono da Ludovico il Moro un vigneto a Milano, e ne acquistò in seguito altri a Fiesole”. Questo spiega perché fu gran conoscitore di vini. A dimostrazione di ciò egli dispensava consigli sulla conservazione degli aromi del mosto e sulla concimazione ideale del terreno, arrivando poi addirittura a elaborare una formula per tramutare il colore del vino da bianco a rosso. Sempre in ambito agricolo, nei suoi scritti non mancano progetti di mulini e frantoi del tutto simili a quelli odierni e conservati nel Codice “Madrid I”, conservato nella Biblioteca Nazionale della capitale spagnola.
Passando dai campi alle mense, la creatività di Leonardo si preoccupò di rendere più efficiente il funzionamento delle cucine dell’epoca con sistemi idraulici e innovativi metodi per conservare gli alimenti. Tra queste nuove tecnologie, oltre alla descrizione di un metodo per affumicare la carne basato su condotti collegati al camino per convogliare il fumo, vi sono numerosi prototipi di spiedi. “In uno dei disegni del Codice Atlantico, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana, Leonardo fa ruotare lo spiedo sfruttando, con un’apposita elica, l’energia data dal calore della fiamma, mentre in un altro inserisce nel girarrosto un congegno a orologeria attivato da una molla, anticipando il concetto di timer”, afferma Mario Taddei, direttore del museo e centro di ricerca “Leonardo3” di Milano. Come se non bastasse, in un foglio del 1492, il genio toscano progettò un curioso apparecchio per raffreddare bevande e mantenere stabile la temperatura del ghiaccio, sfruttando un mantice circolare a tre camere d’aria azionato da un argano grazie ad alcuni contrappesi. Riguardo a quest’ultima macchina è incerto se sia restata un disegno o se sia realmente entrata in funzione.
L’instancabile mente di Leonardo non studiò solo marchingegni e tecnologie: grande appassionato dei frutti della propria terra, l’artista toscano era solito riempire le sue disordinate pagine di simpatici indovinelli sul cibo, appuntando i prodotti con cui veniva in contatto nei suoi viaggi e scrivendo dettagliate liste della spesa in cui appuntava i prezzi di svariati alimenti, tra cui la carne. Secondo alcuni studiosi il contenuto di tali elenchi insieme alla passione per i girarrosti, metterebbero in dubbio il mito di “Leonardo vegetariano“, nonostante certe sue affermazioni sembrerebbero suggerire il contrario. “Il presunto vegetarianismo di Leonardo è un enigma ancora aperto, ma oggi una delle ipotesi più plausibili è che lo sia diventato in età avanzata per motivi di salute”, osserva il Vezzosi.
Vegetariano o no, lo scienziato toscano ebbe un occhio di riguardo per la salute. Nel codice Atlantico confeziona una vera ricetta medica per eliminare i calcoli alla vescica a base di “scorza d’avellano”, “ossa di datteri” e “semenza d’ortica”. O ancora, in un sonetto, dispensa oculate prescrizioni degne di un moderno dietologo, consigliando di mangiare leggero a cena, non bere vino a stomaco vuoto, masticare bene e fare esercizio, concludendo con un perentorio “fuggi lussuria e attienti alla dieta” rivolto al lettore.
Insomma una cosa è certa, vegetariano o meno Leonardo non smette mai di stupire.