“Incontrare il vescovo non è cosa da tutti i giorni”, parole del nostro rappresentante di Istituto, Lazzaro Gallina. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, in visita pastorale, ha scelto di passare da Valsalice per dialogare con le quarte liceo.
Dopo una breve descrizione della nostra scuola, su simpatico invito del direttore ogni classe propone delle domande. Gli argomenti spaziano dalla pedofilia alle adozioni e unioni gay. Temi non da poco.
Alla domanda riguardo alla situazione delle vocazioni sacerdotali, Nosiglia risponde raccontando la sua vita e la sua esperienza personale. Capisce di voler diventare prete mentre frequentava quello da lui definito il “vero liceo”, il liceo classico. La situazione al momento non splende e i giovani sacerdoti sono sempre di meno. La causa? Secondo il vescovo, il cambiamento dei tempi e il calo della natalità.
Si accende anche un dibattito sulle adozioni da parte degli omosessuali. La Chiesa, come dice la Bibbia, è contraria, ma Nosiglia sottolinea che ogni uomo è dotato di libero arbitrio.
La conferenza verte poi sul problema della pedofilia. “In passato era più raro che venissero alla luce questi scandali. Bisogna però saper distinguere: se un prete è pedofilo, non significa che tutta la Chiesa lo sia”, sostiene il vescovo, aggiungendo che chi si macchia di un peccato simile non resterà impunito.
I crocifissi nei luoghi pubblici costituiscono un altro dibattito. La fede degli italiani è per la maggioranza cattolica, quindi non dovrebbe essere un problema. Nosiglia propone poi il problema del Natale, per molti la festa di Gesù, per alcuni ormai “la festa dell’inverno”. Cosa più che ridicola, sostiene il vescovo: “il Natale è la festa di un uomo realmente vissuto, e questo è innegabile. Se si rinnega il Natale bisogna cambiare un bel po’ di cose, a partire dal conteggio degli anni dopo Cristo, le feste cristiane come Pasqua, l’Epifania e molte altre”. Con queste parole, Nosiglia ci fa capire l’assurdità nel rinnegare feste che sono ormai permeate e fondate all’interno della nostra società.
Dopo la conferenza, il direttore ci tiene a concludere l’incontro nello stile di Don Bosco: un’Ave Maria e una benedizione del vescovo.