• mercoledì , 24 Aprile 2024

La droga dell’alcool

L’alcolismo è un problema molto diffuso nell’età moderna e non dovrebbe essere sottovalutato, soprattutto nel modo degli adolescenti che in futuro diventeranno adulti consapevoli e protagonisti nella vita sociale.

E’ abbastanza evidente che si sta verificando un preoccupante abbassamento della cosiddetta “età di prima assunzione” di bevande alcoliche e similari e a volte accade che questa avvenga persino fra gli 11 e  12 anni.  Il fenomeno più preoccupante risulta essere il consumo fra adolescenti che avviene con gli amici fuori casa al fine di ottenere un po’ di stordimento, ovvero un bel mal di testa. Inoltre, autorevoli dottori hanno dimostrato in maniera inequivocabile che l’alcool è dannoso almeno fino ai 18 anni, con conseguenze preoccupanti non solo a carico del fegato, ma anche del cervello e del sistema nervoso.

Sta cambiando il modo di bere perché un tempo il giovane si approcciava al vino in casa, in famiglia, e tendeva ad autocontrollarsi, cosa che ad oggi sembra mancare: ai giorni nostri l’adolescente, grazie o a causa soprattutto dei social network e ad amici ubriaconi, tende a voler appartenere ad un gruppo, omologandosi quindi alla gente che beve o fuma.

Sono rare le persone giovani salutiste e purtroppo i ragazzi non capiscono che bere non solo fa male al fisico, ma annebbia la mente e fa perdere il pieno controllo della persona. Gli effetti dell’alcol, peraltro, sono molteplici: sbalzi d’umore, riflessi lenti, perdita della memoria breve, scarso rendimento delle “performance” del cervello.

L’ alcolismo è diventata sicuramente una piaga tra i giovani, tanto che secondo l’osservatorio sulle dipendenze di Palazzo Chigi, ben un milione di teenagers sono consumatori a rischio di intossicazioni alcoliche e nel 17% degli episodi registrati le “vittime” hanno meno di 14 anni. Ha fatto impressione la testimonianza di alcuni adulti presenti alla tragedia dello scorso dicembre alla discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, in provincia di Ancona, in attesa dell’esibizione del trapper Sfera Ebbasta: secondo gli intervistati, quella sera, la maggior parte dei giovani presenti aveva tra gli 11 ed i 15 anni ed erano tutti ubriachi.

Per non parlare degli innumerevoli incidenti d’auto causati da guidatori in stato di ebbrezza, non solo sulle autostrade, ma anche sulle strade provinciali e statali in cui rimangono vittime involontarie persone che si sono trovate nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. E’ una notizia di cronaca raccapricciante la morte nello scorso luglio dei due cuginetti di Vittoria, in provincia di Ragusa, di undici e dodici anni, falciati sul marciapiedi davanti a casa, nel centro del paese, in cui un suv, guidato da un ragazzo in evidente stato di ebbrezza ha tranciato le gambe di entrambi i ragazzini e li ha trascinati per diversi metri. Il pirata della strada e autore di questa tragedia, sottoposto all’alcool test, è risultato avere una tasso di alcol quattro volte superiore a quello consentito, e aveva ingerito, per sua stessa ammissione, della cocaina.

Sulla base di recenti indagini condotte dagli osservatori statistici Eurispes en Enpam, i decessi causati dall’alcol in Italia negli ultimi dieci anni sono stati 435mila per patologie alcol-correlate come incidenti stradali, incidenti sul lavoro, incidenti domestici e omicidi o suicidi legati allo stato di alterazione psicofisica. 

In realtà l’alcolismo non dovrebbe essere considerato meno pericoloso del fumo e della droga, in quanto genera una sorta di dipendenza con effetti collaterali devastanti per la salute psico-fisica. Francamente dovrebbero spaventare le dipendenze di ogni genere, in quanto sintomo di debolezza umana: ogni giovane potrebbe parlare con i propri genitori nel momento in cui sentisse l’esigenza o solo la curiosità di provare a bere o fumare.

Alcuni ragazzi bevono o fumano solo perché si considerano più adulti, ma in realtà rappresenta solo un modo per attirare l’attenzione dei loro coetanei o forse la ricerca di maggiori considerazioni da parte dei loro famigliari. Rifugiarsi nell’alcolismo o almeno il bere per dimenticare o stordirsi è l’evidenza abbastanza tangibile di un’eventuale insoddisfazione della propria vita o la mancanza di affetti sinceri o anche la noia di vivere una quotidianità che a volte può sembrare pesante o difficoltosa.

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