Non tutti quelli che vagano sono persi
J.R.R. Tolkien
Pochi la conoscono, Wanderlust è la sindrome del viaggiatore. Termine inglese preso in prestito dal tedesco, ha origine dalle parole Wandern (esplorare) e Lust (desiderio), è la sete del viaggio.
Si tratta infatti dell’impulso irrefrenabile di scoprire il mondo, un impulso che, se non lasciato sfogare, può avere forti ripercussioni sull’umore. Non riguarda la semplice passione per il viaggio, è una necessità che nasce dal profondo, un rifiuto delle convinzioni sociali, un desiderio di esotismo che non va fermato.
La voglia di esplorare sembra scorrere nelle vene, ed effettivamente è così. Le persone affette dalla sindrome di Wanderlust hanno nel DNA il cosiddetto gene della Wanderlust, chiamato DRD4-7R che altera i livelli di dopamina nel cervello e innesca comportamenti di grande curiosità e irrequietezza. Questo gene si trova soltanto nel 20% della popolazione ed è più comune nelle regioni dove il passato e la storia hanno spinto i popoli ad immigrare.
I sintomi principali sono tre: 1. Non sei mai pienamente soddisfatto quando sei a casa. 2. Hai nostalgia dei viaggi passati. 3. Sei veramente felice solo quando viaggi. La cura è una sola… muoverti! Capita spesso che non si possa viaggiare per motivi economici, fortunatamente in questo caso può bastare anche un weekend fuori città, una nuova avventura, un’attività creativa da condividere: tutto ciò che soddisfi nella persona quella necessità di esplorare il mondo.
Wanderlust oltre alla sindrome è una scelta di vita che può fare chiunque, prendere, partire e non fermarsi più, è questione di coraggio.
