• venerdì , 19 Aprile 2024

La funambola sognatrice

Ala sinistra della Juventus e della nazionale italiana, oltre 150 gol ufficiali tra club e nazionale maggiore, 4 scudetti e altrettante supercoppe italiane: questo è il biglietto da visita di Barbara Bonansea, la miglior calciatrice italiana dell’ ultimo quinquennio.


Mercoledì 4 Dicembre 2019 alle 21.00 Barbara ha presentato al circolo dei Lettori il suo libro “IL MIO CALCIO LIBERO”, scritto da Marco Pastonesi. L’ ormai ex editorialista della Gazzetta dello Sport ha “approfittato” del periodo di infortunio di Bonansea per intervistarla quotidianamente al fine di poter raccontare e far emergere in un libro la determinazione e l’onestà della fuoriclasse della nazionale italiana di calcio femminile. Durante la presentazione del suo libro è stata intervistata da Lucia Caretti in presenza di Pastonesi. E’ emersa l’incredibile capacità di scavare in profondità nel cuore della calciatrice che ha permesso al noto giornalista di trasmettere ai più quanto Barbara sia molto più di una campionessa mondiale. Un esempio per chiunque, uomini compresi. Ad assistere all’evento più di 150 persone e la frenesia percepita è simbolo del fatto che il calcio femminile stia compiendo grandi passi avanti e nel giro di qualche decennio raggiungerà l’importanza che merita e che è riservata solamente al calcio maschile.

Nel corso dell’intervista Bonansea ha affrontato con grande naturalezza il tema della distinzione, che in certe situazioni diventa discriminazione, che l’ opinione pubblica fa tra uomini e donne nel mondo del calcio. Lei, infatti, è diventata la campionessa quale è oggi grazie alla sua abilità di far scivolare tutti i giudizi a lei riservati da persone ignoranti che la criticavano perché praticava uno sport “esclusivamente maschile”.

Barbara è cresciuta seguendo il fratello e provando a replicare le “magie” che faceva con il pallone; il suo amore per il calcio l’ha aiutata ha continuare a dimostrare tutto il suo talento e a non dare peso ai pensieri degli avversari (maschi) che incontrava sul campo da gioco. Una grossa mano alla ragazza lo ha dato il suo eccezionale talento che le ha permesso di avere la libertà di seguire il suo sogno. Lei ha realizzato il sogno che apparteneva a suo fratello: diventare un calciatore professionista e indossare la maglia azzurra. Barbara si relaziona con il pubblico con la stessa passione e intensità vista in campo e racconta con grande soddisfazione gli obiettivi che è riuscita a raggiungere.

E’ infatti esempio che l’ impossibile può divenire realtà se l’ amore e la grinta ti accompagnano quotidianamente: quando ha iniziato a tirare calci ad un pallone il calcio femminile non era altro che un’infima suggestione, mentre oggi le calciatrici riempiono stadi da 60 mila spettatori.

“La libertà si trova segnando un gol e la felicità riposandosi un’ oretta sul divano guardando una partita di pallone”; parole che rendono l’immagine di uno sport reale e genuino e quanto lei ne incarni l’essenza in quanto, insieme alla sua squadra, divenuta “seconda famiglia”, infonde in ognuno di noi quel poco di follia che è necessaria per raggiungere i propri sogni ed essere felici.

Lasciamo qualsiasi tipo di pregiudizio agli stolti e insegniamo a bambini e bambine che con un po’ di umiltà in più tutto sarebbe più semplice a livello di rapporti personali e ognuno riuscirebbe a esprimersi ed essere apprezzato per quello che è.

Molti ragazzi erano presenti per vedere e ascoltare il loro idolo e l’educazione e l’atteggiamento mostrati dalla campionessa, dentro e fuori dal campo, sono un lampante esempio di rispetto che forse in alcuni casi viene messo in secondo piano dalle persone eccessivamente famose, concetto ripetuto anche dalla giocatrice stessa: “Loro possono vedere in noi un esempio e noi della Juventus siamo arrivate qui grazie alla nostra passione infinita”.

Anche in questi minuti lontani dalle telecamere lasciano intravedere, nella sua piccolezza, la grandezza a livello di persona di Barbara Bonansea, la sognante pargoletta con il numero 11 tatuato sulla schiena.

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