• giovedì , 25 Aprile 2024

Matematica e pandemia

Noi del Salice abbiamo deciso di raccogliere dei diversi punti di vista riguardo alla pandemia, in modo tale da poter ricevere più visioni di ciò che sta accadendo. In questo articolo, viene presentata l’intervista al professore di Matematica Diego Melchionda.

Come sta vivendo la situazione del corona virus? E cosa pensa riguardo alla pandemia in corso?

Credo di viverla come tutti, rispettando le leggi e i decreti. Secondo me ce l’uomo se l’è un po’ cercata, abbiamo sempre ambito (da quando ci siamo evoluti) a governare la natura sovrastandola, sfruttando il mondo e ponendo il profitto economico davanti a tutto. Quindi io vedo ciò che sta succedendo un po’ come una reazione difensiva della natura ai colpi che noi per anni le abbiamo inferto.

Secondo lei potrà esserci un cambiamento nelle persone dopo la quarantena? Cioè, inizieranno ad apprezzare di più i gesti quotidiani o saranno indifferenti come prima?

In questo periodo direi che sono abbastanza ottimista, poiché vedo molta solidarietà reciproca che mi auguro sia duratura. Tuttavia se si ritornasse alla normalità, temo potrebbe tornare tutto come prima, a causa del ritmo frenetico al quale sottoponiamo la nostra vita. Mi auguro che ci possa essere un cambiamento e che le persone inizino ad apprezzare di più ciò che la natura ci permette di vivere, e a livello statale/internazionale spero che il governo possa fare delle scelte che possano tutelare maggiormente la natura e la nostra salute.

Dal punto di vista didattico crede che sia più difficile insegnare?

In realtà io credo che ci possano essere entrambi i lati della medaglia: da una parte ci potrebbe essere il lato egoistico del professore che in questo modo riesce comunque a finire in tempi più brevi la lezione, però dall’altro credo che a noi professori manchi particolarmente il contatto diretto con i ragazzi. Inoltre è molto molto più difficile mantenere il controllo sugli studenti, non dal punto di vista dell’attenzione, ma riuscire a sapere se capiscono o meno, quindi se essi siano “dentro alla lezione”. Per questo l’efficacia di queste spiegazioni potrebbe essere minore. Nonostante ciò, la didattica distanza potrebbe essere un’opportunità, in quanto avvicina molto di più al metodo di lezione universitario, più distaccato e che necessita di grande responsabilità da parte dell’allievo.

Lei per caso ha letto e continua a leggere i grafici proposti dalle tv e dai social?

Da questo punto di vista credo che ci si dovrebbe acculturare di più, perché molto spesso le interpretazioni sono superficiali e fatte in modo erroneo, perché i dati da soli non dicono nulla. Per esempio, molti parlano del numero dei contagiati, ma senza rapportarlo con quello che è il numero effettivo dei tamponi fatti; il dato che ritengo maggiormente significativo e affidabile è quello del numero delle persone in terapia intensiva; meno affidabile invece il dato sul tasso di letalità del virus, che è molto difficile da interpretare, perché i tamponi sono stati fatti per la maggior parte dei casi solo su sintomatici gravi ma per quanto riguarda gli asintomatici nessuno, praticamente, sa qualcosa.

Per quanto riguarda i social, essi sono un modo per informarsi, ma spesso queste piattaforme possono portare a delle fake news; le notizie riportate mi fanno riflettere sulla differenza tra libertà e libero arbitrio. Il fatto di poter avere libertà di espressione non vuol dire che si possa dire tutto, anche cose false, per proprio interesse. Penso che ci dovrebbe essere più attenzione e maggiore controllo oltre che una educazione alla consultazione delle notizie sui social.

Crede che questo momento si debba vivere più con razionalità o con paura?

Da matematico io cerco di viverla per lo più in modo razionale; mi manca vedere i ragazzi a scuola e la mia famiglia, ma mi impongo di rispettare le leggi regionali. Non credo che bisognerebbe vivere questo particolare avvenimento con paura, anche se questa potrebbe essere utile come deterrente, ma più con razionalità e con un forte senso di responsabilità nei confronti della nostra e delle altrui vite.

Leggi anche le altre interviste ai prof. di Valsalice sulla quarantena

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