di Lorenzo Ferraris
A partire dagli inizi di dicembre del 2019 vengono identificati in Cina, in particolare nella città di Wuhan situata nella provincia di Hubei, i primi casi del virus che sarà poi soprannominato Covid-19. In un primo momento l’epidemia viene enormemente sottovalutato dagli stati europei e dall’America. Ma quando verso gennaio il virus si diffonde dalla Cina verso tutta l’Asia e il resto del mondo provocando diverse vittime, facilitato dalla sua altissima capacità di diffondersi e dagli spostamenti degli individui infetti tra i vari stati, l’umanità si accorge che la situazione è molto più grave. Solo a quel punto si iniziano a prendere tutte le precauzioni necessarie per rallentare la diffusione e la letalità del Coronavirus.
Il contatto tra l’uomo e il Coronavirus è un evento molto importante nella storia dell’umanità. In un mondo in cui i vari stati europei sembravano vivere un periodo di pace apparente, ormai lontano dalle due guerre mondiali che avevano sconvolto il mondo e causato milioni di vittime e in cui ormai da tempo non si verificavano epidemie di questa portata, il Coronavirus è riuscito a destabilizzare queste sicurezze dell’uomo moderno. Di fronte a questa pandemia potenze economiche come la Cina, l’America e la Russia sono state costrette a interrompere ogni attività e addirittura si sono trovate in enorme difficoltà per l’emergenza sanitaria inaspettata.
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Anche la sicurezza individuale delle persone fornita dall’estrema fiducia nel progresso scientifico in ogni suo aspetto, soprattutto nel campo medico, ha vacillato di fronte a questa pandemia. Nei paesi più colpiti infatti giustamente le persone sono state costrette a rimanere rinchiuse nelle loro abitazioni vivendo in un clima di paura e quindi modificando il proprio stile di vita quotidiano come le interazioni con il mondo esterno e con gli altri.
Per fermare momentaneamente il virus, l’uomo, si è reso conto dei suoi limiti e di non poter controllare del tutto gli eventi della natura, nonostante tutte le sue grandi scoperte. Un esempio lampante è stata la perdita della propria libertà. Durante l’epidemia le persone hanno dovuto sopportare delle limitazioni nel proprio stile di vita che prima si consideravano naturali e scontate. In questo periodo quindi si è potuto comprendere quanto sia importante avere una libertà individuale che prima si riteneva scontata.
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Ovviamente presto gli uomini, soprattutto tramite il continuo lavoro degli scienziati e dei medici, troveranno un rimedio per debellare e rendere innocuo il Coronavirus riportando la situazione alla normalità. Infatti il Covid-19 non può essere paragonato alla pericolosità della peste nel medioevo, che sancì addirittura la nascita di una nuova fase storica. Comunque è stato funzionale per far comprendere all’uomo che non può avere il controllo su ogni aspetto della realtà. Inoltre questa pandemia ha suscitato un gran senso di responsabilità e di unione rispetto ad una situazione di grande pericolo rompendo le barriere dell’individualismo moderno.
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Perciò questo periodo di pandemia, sebbene abbia portato numerosi aspetti drammatici, ha dato la possibilità alla popolazione mondiale di capire quanto l’uomo possa essere fragile e mortale difronte alla mentalità antropocentrica dell’età moderna e al tempo stesso la capacità di rendersi conto della fortuna di poter vivere in un contesto che non limita la libertà individuale.