La cosa più importante nella comunicazione è ascoltare ciò che non viene detto.
Peter Druker
Comunicazione dal latino “cum”, cioè “con”, e “munire”, cioè “legare” , mettere in comune.
Nasce dalla necessità di interagire con l’ambiente circostante, tramite versi e gesti. Versi che per noi esseri umani costruiscono parole, e gesti che aiutano la comprensione. Viene formato il vocabolario, che racchiude il lessico conosciuto e che viene periodicamente aggiornato con i neologismi. Le parole poi si differenziano nelle lingue che corrispondono a singoli paesi, differenti culture. Lingue che vengono studiate da molti, capite da molti, ma comprese da pochi.
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Alcuni studiosi della Scuola di Palo Alto, il cui esponente maggiore fu Paul Watzlawick, definirono i cinque assiomi della comunicazione:
- Non si può non comunicare. Ogni tipo di atteggiamento che si assume è una forma di comunicazione.
- In ogni messaggio ci sono due livelli, il contenuto e la relazione. Cosa si sta comunicando e con chi avviene la condivisione.
- il flusso comunicativo è espresso secondo la punteggiatura degli eventi. A seconda della “punteggiatura”, punti di vista, cambia il significato dato al dibattito e alla relazione.
- Gli atti comunicativi hanno natura analogica e digitale. L’uso delle parole e delle immagini.
- Le interazioni si manifestano con modalità simmetrica e complementare. Comunicazione simmetrica quando gli interlocutori si considerano sullo stesso piano. Complementare invece quando una persona emerge nella conversazione.
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La comunicazione risponde a una serie di fattori discriminanti che rendono la comprensione una reazione complessa. Come detto prima si parte dalle parole simultaneamente con i gesti, il tono, l’espressione facciale, la postura, lo sguardo, l’ambiente circostante e la situazione che si sta vivendo. Tutto questo moltiplicato per tutte le persone facenti parte della conversazione. Sembra dunque un miracolo riuscire a capirsi.
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Effettivamente lo è. E’ un limite comune e diventa necessità comune risolverlo. Quindi per fortuna, in qualche modo, in linea di massima, riusciamo a capire il nocciolo della conversazione, ma le sfumature vengono recepite in maniera diversa per ciascuno. Ed è qui che nascono i malintesi e le ferite più profonde, proprio perché a volte le parole fanno più male dei gesti.
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Sembra poi assurdo pensare che l’unica soluzione possa essere continuare a parlare, COMUNICARE ciò che si prova. Comunicare con gli altri e con se stessi, aprire la mente a parole che non ci aspettiamo, provare a cambiare prospettiva. Grazie alla comunicazione nascono nuove idee, vengono sviluppati progetti innovativi, la società evolve.
Perché la comunicazione è diversità, e la diversità è affascinante e stimolante. Perché la comunicazione per quanto complessa e relativa, è necessaria per la vita, è fondamentale.