di Francesca Aimone
Le origini dello sport possono essere attribuite ai Greci che nel 776 a.C. istituirono le prime Olimpiadi. Questa manifestazione sportiva era inizialmente legata alla religione; solo in un secondo momento si è affermata come una manifestazione in cui vengono esaltati i valori morali della lealtà e della fratellanza sportiva.
Lo sport viene praticato principalmente con il fine di avere un corpo sano e muscoloso da non tralasciare, però, è l’aspetto psicologico. Lo sport, infatti, può essere un mezzo per scaricare la tensione e lo stress accumulatosi durante la giornata. Facendo sport a livello agonistico, quindi partecipando a delle competizioni, si può imparare a gestire emozioni come rabbia e ansia; ciò può portare benefici sia nello studio sia nel lavoro.

Lo sport può essere praticato sia singolarmente sia in squadra. Nel primo caso l’atleta impara a reagire a determinate emozioni con le proprie forze; essenziali sono la buona volontà e la determinazione. Nel secondo caso l’atleta condivide e vive queste emozioni con altri compagni e questo consente di alleggerire il peso della competizione portando a favorire la nascita di profonde amicizie tra i componenti della squadra in quanto tutti lottano insieme per il raggiungimento dello stesso obiettivo. Al tempo stesso, tuttavia, occorre fare i conti con il gioco di squadra e, di conseguenza, sono necessarie collaborazione e complicità.
È giusto e importante praticare sport a tutte le età. I bambini di oggi sono abituati, fin da piccoli, a trascorrere moltissimo tempo davanti alla televisione e allo smartphone; grazie a questi strumenti possono praticare “virtualmente” qualsiasi sport e ogni sorta di gioco restando, però, sempre chiusi all’interno di una stanza, fermi. Il bello di praticare uno sport dal vivo, invece, oltre all’intima condivisione con amici e compagni, è, in molti casi, anche dato dai luoghi: immense distese di prati fioriti e rigogliosi se si va a correre o in bicicletta; montagne innevate e vertiginose se si scia; suggestivi paesaggi marini o lacustri se si nuota.

Lo sport ha il potere di farci sentire vivi. In primis ci insegna a rapportarci con il nostro corpo, con i suoi talenti e con i suoi limiti. Ci sono sempre dei limiti che, volenti o nolenti, il nostro corpo ci impone; è il singolo che deve intuire queste barriere e capire come poterle oltrepassare e ciò consente sempre di migliorare se stessi. Lo sport praticato a livello agonistico porta anche ad affrontare sconfitte e insoddisfazioni. Se inizialmente è particolarmente difficile far fronte agli insuccessi, con il tempo diventano proprio questi a darci la forza e la voglia di andare avanti e ci stimolano a raggiungere obiettivi, anche ambiziosi. Aiuta a costruire la fiducia in se stessi, a non abbattersi, a rafforzare il carattere. Chi fa sport, oltre a diventare competitivo, interiorizza il senso della disciplina, assai utile in ogni occasione della propria vita. Un bambino che fa sport impara ad ubbidire, a prendere iniziative e a pensare oltre gli schemi.

Il corpo umano ha bisogno di movimento, una regolare attività fisica aiuta anche a diminuire il rischio di patologie. Lo sport fa credere che i miracoli siano possibili, che partire sfavoriti nella vita (ad esempio in mancanza di un arto o di uno dei cinque sensi) può comunque rappresentare uno stimolo a compiere un’impresa. Si impara ad avere rispetto. Lo sport, quindi, aiuta a migliorare l’autostima, l’autocontrollo e il senso di benessere generale. Concludendo, ritengo che ciascuno di noi dovrebbe darsi l’opportunità di esprimersi in un’attività sportiva che lo appassioni veramente e lo stimoli a fare forza su se stesso dando sempre il massimo, perché così è possibile sentirsi davvero vivi.