• venerdì , 29 Marzo 2024

Pablito, la più bella festa della nostra vita

Per capire la grandezza del calciatore è sufficiente sapere che è stato il primo calciatore della storia a vincere la Coppa del Mondo da capocannoniere e miglior giocatore nel 1982, un traguardo incredibile che solo Ronaldo, il Fenomeno, riuscì ad eguagliare ai Mondiali del 2002. Pablito regalò il terzo Campionato mondiale agli Azzurri dominando da solo le fasi finali della competizione, annichilendo con una tripletta storica il Brasile di Zico. Non solo sconfisse i brasiliani, ma ha proprio cambiato la loro visione di questo sport, insegnando come la semplicità, la compattezza e il lavoro in squadra può battere la fantasia sudamericana. I brasiliani stessi attribuiscono le loro due vittorie ai campionati del mondo nel ‘94 e nel 2002 all’ Italia dell’82 e soprattutto a Pablito che fu l’ attaccante che più di ogni altro incarnò il credo calcistico italiano. Egli rappresentò tutti gli italiani come si può osservare dal testo della canzone “Giulio Cesare” di Venditti dove Rossi viene descritto come un ragazzo comune, semplice e umile (“Paolo Rossi era un ragazzo come noi”).

Pablito era Festa per tutti gli italiani, che durante quel Mondiale hanno vissuto un periodo di solidarietà e spensieratezza e allegria unico nella storia moderna; la genuinità che si respirava nelle piazze durante i festeggiamenti per la vittoria mondiale caratterizzò tutta la penisola. La stella azzurra aveva un rapporto di grande amicizia con Cabrini e ciò dimostra la straordinaria umanità che lo caratterizzavano dentro e fuori dal campo. La sua umiltà e la capacità di adattarsi e di essere eclettico durante le partite fecero la differenza nelle partite decisive. Aveva una grande passione per il calcio che gli permise di partecipare, dopo quasi due anni di stop a causa di pesanti accuse legate al mondo delle scommesse calcistiche, alla spedizione mondiale azzurra.

Purtroppo oggi, dopo 64 anni, l’ attaccante “magrolino” che entrò di diritto nel cuore degli Italiani muore a causa di un tumore ai polmoni. Gli adolescenti odierni non hanno potuto apprezzare il dominatore dell’Estate Mundial 82, ma perlomeno, informandosi riguardo le sue gesta, capiranno che Pablito era un calciatore d’ altri tempi, protagonista di un calcio emotivo giocato da uomini che diedero il massimo per la maglia che indossavano.

Oh Pablito, tutti gli appassionati si sono sentiti cadere il mondo calcistico addosso nuovamente; questo 2020 tremendo ci ha portato via il D10S e, pochi giorni dopo, il terzo Pallone d’Oro del cacio italiano.

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