• venerdì , 26 Aprile 2024

Personaggi in cerca d’autore: Margherita Hack

Il panico si diffonde nel nostro paese. 

I giornali non parlano d’altro. 

Una minaccia esterna mette a repentaglio i delicatissimi equilibri politici italiani. 

La scuola si ferma. 

La maturità è semplificata. 

No, non è il 2020; è il 1940 e la protagonista del racconto è una diciottenne fiorentina che diventerà una grande donna nel mondo della scienza e un’icona del pensiero libero e dell’anticonformismo: Margherita Hack

Margherita Hack nasce a Firenze il 12 giugno del 1922 da padre protestante e madre cattolica. Entrambi i genitori avevano abiurato la propria religione e avevano aderito alla Società teosofica, una filosofia molto vicina al Buddismo, che pratica fratellanza e rispetto nei confronti di tutti gli esseri viventi.

La scienziata raccontava di aver trovato proprio nei suoi genitori i primi modelli da seguire. Ringraziava loro per non averle mai imposto nulla e per averla lasciata di libera di volare con le proprie ali. 

Questo è particolarmente evidente quando, dopo aver concluso il liceo classico (senza sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale), si é iscritta alla facoltà di Lettere e, dopo una sola ora di lezione, si è dissociata per immatricolarsi alla facoltà di Fisica

La scelta dell’università non è certo marginale nella sua biografia perché è una delle tante dimostrazioni del coraggio che la contraddistingueva.

Questo corso di studi all’epoca era prevalentemente maschile e il ruolo dello scienziato era tradizionalmente ricoperto da uomini. Nonostante ciò, la Hack ammetteva di aver trovato maggior astio per il suo essere apertamente antifascista rispetto al fatto che fosse una donna. 

Infatti, solo al termine del secondo conflitto mondiale la celeberrima astrofisica riuscì finalmente a svolgere in piena libertà il proprio lavoro di ricercatrice scientifica, diventando addirittura la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e, come tale, ricevette anche numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali. 

Margherita Hack è stata indubbiamente una scienziata sui generis. Chi l’ha conosciuta afferma che era una donna dalla mentalità molto aperta. Al di là della sua materia di studio aveva infatti molti altri interessi. In primis la politica, la questione della religione e l’impegno nel sociale

Margherita Hack è stata una scienziata libera, vegana e atea, che si è battuta per i diritti civili. Infatti fu eletta personaggio gay dell’anno per la sua lotta in favore del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. 

Una grande attenzione l’ha riservata alla divulgazione scientifica. Con il suo linguaggio immediato e accessibile a tutti era in grado di far realmente comprendere a chi l’ascoltava anche complicate nozioni fisiche.

Ma la sua grande passione erano le stelle. Margherita aveva sempre lo sguardo rivolto verso il cielo e «quando si parlava di scienza, di astrofisica, astronomia in particolare, diventava impossibile fermarla o anche solo arginarla, capace com’era di trascinare verso temi straordinariamente affascinanti…», scrive Marco Morelli nella sua biografia. 

Le Cefeidi furono il primo argomento di ricerca della scienziata ed oggetto della sua tesi. Grazie a quelle osservazioni oggi le stelle di questo tipo sono considerate punti di riferimento fondamentali per misurare la distanza delle galassie alle quali appartengono e le distanze trovate con questo metodo sono considerate tra le più accurate attualmente possibili.

Ma la sua indagine scientifica non si ferma qui. Infatti lei ha anche il merito di aver esplorato l’universo attraverso i raggi ultravioletti a partire da una stella nota come Epsilon Aurigae. Ciò che colpisce della scoperta della scienziata fiorentina è il fatto che essa risale al 1957 quando ancora non esistevano i satelliti. Vent’anni dopo la conferma: aveva ragione

Negli Anni 60 viene invitata a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste, dove resterà per quasi trent’anni. Qui invita studiosi e scienziati di fama internazionale, e in breve tempo, da ristretta realtà provinciale lo fa diventare un’eccellenza nel settore.

Dopo anni di ricerca, insegnamento universitario e divulgazione scientifica, va in pensione nel 1997 all’età di 75 anni. Da questo momento in poi si dedica alla scrittura di libri e alla partecipazione a conferenze e dibattiti televisivi. Il 29 giugno 2013 ha raggiunto le amate stelle all’età di novantuno anni. A noi non resta che ricordarla guardando il cielo stellato; in fondo come diceva lei, “siamo fatti della stessa materia delle stelle”. 

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