• sabato , 20 Aprile 2024

Fra i Vaqueros, nella Baja California

La California, meta turistica prestigiosa, famosa per i suoi parchi naturali ma soprattutto per le sue grandi città, che non sembrano andare mai a dormire. Milioni di persone abitano questo stato un tempo terra di nessuno, che però oggi offre un’esistenza fatta di agi e ricchezza, spesso totalmente distaccata dalla natura e dalle sue leggi. Basta spostarsi di poche centinaia di chilometri a sud e cambiando nazione, ci si imbatte in uno stile di vita assai diverso.

I vaquerospossono essere definiti gli antenati del cowboy nordamericano e sono gli unici che continuano ad incarnare la leggenda di questi mandriani diventati famosi grazie alla letteratura e al cinema. Infatti mantengono le tradizioni e lo stile di vita dei loro loro avi che giunsero in America verso il XVIII sec.

I loro ranch si trovano nella Baja California, in Messico, in quello che viene chiamato Cammino del Re, spesso lontani più di mezza giornata di viaggio da una strada asfaltata. 

Sebbene oggi vivano solo al di  là del confine tra gli Stati Uniti ed il Messico, un tempo i vaqueros portavano le loro mandrie di bovini, passando il confine tra i due Stati, facendo pascolare il bestiame liberamente  e sfruttando in questo modo tutte le risorse che la terra poteva dare loro.

La profonda conoscenza che i primi colonizzatori avevano delle risorse naturali utilizzabili è stata tramandata di generazione in generazione ed ha permesso a numerose famiglie di sopravvivere anche in ambienti naturali ostili e  desertici.

Grazie a queste tecniche di sfruttamento naturali erano e sono rimasti autonomi e indipendenti, poiché avevano imparato a sfruttare ogni risorsa: dal bestiame ricavavano pelle, latte e carne da cui potevano produrre prodotti di artigianato e formaggi, oltre che ovviamente la carne. I loro prodotti erano venduti in città ed erano molto ricercati perché erano gli unici allevatori in zona. 

Ma all’inizio degli anni ‘70 la situazione per i Vaqueros cambiò bruscamente a causa dello sviluppo urbano, dei trasporti e  dell’arrivo di multinazionali con catene di negozi che fornivano, a prezzi ridotti, il necessario alla popolazione.

Nell’ultimo decennio, oltre alla concorrenza commerciale, anche  il cambiamento climatico, e la seguente riduzione della quantità di pioggia annuale, ha causato un impoverimento sempre più accentuato dei vaqueros: se prima la stagione delle piogge permetteva loro di far pascolare il bestiame e di preparare il foraggio per la stagione secca, ora la scarsità di precipitazioni sta condannando alla fine il loro stile di vita. E’ sempre più difficile abbeverare e trovare pascoli freschi per le mandrie, il bestiame è sempre più magro con conseguente riduzione della quantità di formaggi e di carne venduta. La produzione di latte di mucca e capra è scesa tanto da permettere ad un ranch di guadagnare non più di 5 dollari americani al giorno, che non sono sufficienti a comprare mangime per i propri animali. Inoltre è anche cambiata la quantità di pioggia che si trasforma in tempeste tropicali così violente da spazzare via anche gli animali lasciati fuori dagli allevamenti con improvvise inondazioni ed allagamenti.

I vaqueros sono così costretti a passare la maggior parte delle loro giornate a raccogliere i cactus per cibare il bestiame: con i forconi rastrellano il cholla, una varietà spinosa che vive nel deserto, lo tagliano a pezzetti e lo bruciano per togliere le spine e poi viene dato agli animali affamati. 

La pandemia che ha fermato i turisti in tutto il mondo ha creato nuova povertà tra i vaqueros, i quali, per aumentare i loro guadagni, accompagnavano i turisti nel deserto alla scoperta delle pitture rupestri risalenti al 1200 aC, considerate patrimonio Unesco. Oggi, la mancanza di turismo ha tolto loro un’ulteriore forma di reddito.

Bisogna però ammirare chi tra loro non si arrende e cerca di trasmettere tutto il patrimonio culturale e di conoscenza della sopravvivenza in ambiente desertici  alle nuove generazioni per preparale a ulteriori sfide contro la desertificazione e alla siccità.

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