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Un’asta record per Frankenstein

Settembre 2021, New York — Un nuovo record d’asta mondiale per un’opera a stampa di firma femminile è stato stabilito da Christie’s a New York. Il romanzo è la prima edizione di “Frankenstein: or The Modern Prometheu“, capolavoro della letteratura gotica della scrittrice inglese Mary Shelley (1797-1851).

Il banditore Gemma Sudlow ha raccolto le offerte di una decina di offerenti telefonici che hanno partecipato da tutto il mondo, per poi vendere il libro ad una cifra finale di 1.170.000 dollari, superando di gran lunga la cifra stimata di 200.000-300.000 dollari.

La copia, una delle prime cinquecento stampate nel 1818, ha battuto ogni record diventando il libro scritto da una donna più pagato di tutti i tempi, dopo aver demolito il record raggiunto dalla copia di Jane Austen “Emma” (venduto a Londra da Bonhams nel 2008 per 150.000 sterline).

Un’opera di un’edizione come questa è in genere rara e molto fragile, ma nella circostanza si trattava di una copia in buone condizioni”, ha spiegato un portavoce di Christie’s, “per questo ha molto mercato e si è arrivati a una simile valutazione”.
Il romanzo ha raggiunto questo valore colossale grazie alle eccellenti condizioni in cui versa: si presenta in tre volumi in copertina rigida. La prefazione è del marito della scrittrice, il poeta Percy Shelley, e inoltre, vi è una dedica da parte della scrittrice indirizzata al padre William Goldwin.

Frankenstein o Il moderno Prometeo è un romanzo gotico scritto dall’autrice britannica Mary Shelley quando aveva soli 19 anni, tra il 1816 e il 1817.
Il libro affonda le proprie radici nelle paure più profonde dell’essere umano, rappresentate dal mostro descritto al centro della storia. Una delle inquietudini più presenti tra i contemporanei dell’epoca infatti, derivava dallo sviluppo tecnologico che si stava progressivamente concretizzando dopo la Rivoluzione Industriale del secolo precedente, e che aveva portato di conseguenza, la paura per le macchine e il rischio della ribellione all’uomo. La giovane autrice nutriva un gran interesse per la scienza, in particolar modo, per la chimica e l’elettricità, e questa sua fervida curiosità l’aveva portata alla conoscenza minuziosa delle ultime teorie ed esperimenti scientifici, incarnati dalla Creatura in Frankenstein. Il mostro sarebbe pertanto la perfetta incarnazione dello sviluppo della scienza, con tutte le responsabilità conseguenti che ha verso l’umanità.

Il libro rispecchia perfettamente questo momento di passaggio che è stato indubbiamente motivo di sconvolgimenti nella vita dell’essere umano, modificando il suo comportamento a livello materiale e spirituale, e cambiando la sua visione verso la vita in generale.

Si può percepire questo senso di inquietudine di fondo anche tra le righe dei diversi romanzi dell’epoca, che univano elementi tipici romantici con un senso per l’orrido, e si può avere una concreta conferma di questa peculiarità anche grazie alle linee introduttive che la Shelley ha scritto all’inizio del romanzo:

I busied myself to think of a story,—a story to rival those which had excited us to this task, one which would speak to the mysterious fears of our nature, and awaken thrilling horror—one to make the reader dread to look round, to curdle the blood, and quicken the beatings of the heart.”

“Mi sono impegnata a pensare a una storia, una storia che rivaleggiasse con quelle che ci avevano entusiasmato a questo compito, uno che parlerebbe alle misteriose paure della nostra natura e risveglierebbe un orrore elettrizzante, uno da far temere al lettore di guardarsi intorno, da far rapprendere il sangue e da accelerare i battiti del cuore
“.

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