Nella settimana di alternanza scuola-lavoro gli studenti del terzo anno iscritti al Salice hanno avuto l’opportunità di approfondire temi riguardanti il giornalismo e la comunicazione. Non limitandosi all’aspetto teorico, ma agendo, lavorando come veri giornalisti.
Non si può diventare giornalisti se non si impara a comprendere la comunicazione
La settimana è cominciata con una presentazione del Prof. Accossato che ha approfondito l’ampio concetto di comunicazione, soffermandosi in particolare sull’importanza di gesti e atteggiamenti per esprimere concetti complessi. Il più delle volte, infatti, è il corpo a parlare, contraddicendo a volte quanto viene detto a parole. Il corpo dice infatti più di quanto si pensi. Sfregarsi il naso, grattarsi la fronte, incrociare le braccia, evitare lo sguardo, sono classici segnali di rifiuto. Avvicinarsi e accavallare le gambe verso l’interlocutore o passarsi le mani tra i capelli dimostrano un chiaro gradimento. Diventa importante quindi non solo quello che si dice, ma come lo si dice. Il linguaggio del corpo diviene il mezzo di comunicazione più efficace per trasmettere il proprio stato d’animo, i propri sentimenti, i propri pensieri. E diventa quindi altrettanto importante la capacità di captare questi messaggi. Non c’è comunicazione se non c’è attenzione, se non c’è ascolto. Fondamentale per ascoltare è l’interesse in ciò che si fa o si dice. Non si può ascoltare senza essere interessati.
Non si può diventare giornalisti senza conoscere la storia dei quotidiani italiani
Come aspiranti giornalisti, è importante conoscere la storia e la struttura dei principali giornali italiani. La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano, sono stati oggetto di ricerca da parte dei ragazzi. Lavorando a coppie e “smanettando” su internet si sono cercate le informazioni necessarie riguardo al quotidiano scelto. Dopo uno sguardo critico sul sito online, ciascuno ha esposto il lavoro svolto, per meglio conoscere quei giornali che ormai da oltre un secolo sono il più importante mezzo di informazione.
Non si può diventare giornalisti senza sperimentare la vita da redazione
Si è deciso poi di sperimentare in prima persona cosa voglia dire essere una vera redazione: lavorare di fretta e rispettare i tempi di consegna, riuscendo però a scrivere un articolo curato. Con la riunione di redazione delle 8:00 (che mattinieri!) sono stati presentati ed assegnati i vari pezzi, dopo di che ci si è buttati sul lavoro di ricerca e preparazione delle interviste. Dai temi di attualità e di sport fino a temi che riguardano più da vicino i ragazzi e Valsalice. Con un’ora e trenta a disposizione per la stesura del pezzo, non è stato per nulla semplice, ma l’adrenalina che caratterizza la vita dei giornalisti ha fatto effetto anche sui giovani apprendisti. Così dopo tre ore di intenso lavoro tutti sono riusciti a terminare l’articolo. Ma non avendolo impaginato in tempo per il sito online: licenziati alla prima prova!
Non si può diventare giornalisti senza leggere notizie sui quotidiani
Parte dell’ultimo giorno è stato dedicato a questo: all’informazione. Essere sempre informati sulle ultime novità è necessario per un buon articolo. Per terminare al meglio quella che è stata una settimana impegnativa, ecco l’opportunità di intervistare Roberto Pavanello, giornalista de La Stampa, da qualche settimana addetto alla sezione TV. Ascoltando le sue risposte, ci si è immedesimati in quella che è la vita di un giornalista, impegnata e sempre allerta.
Diventare giornalisti si può. Necessari sono la costanza, l’impegno, la passione.