• sabato , 20 Aprile 2024

L’ arte dell’apprezzare

Il Salice propone tre articoli intitolati “Discorsi sulla bellezza“. Tre riflessioni e variazioni sul tema del bello da parte dei redattori. Al fondo degli articoli trovate i link agli altri due pezzi. Buona lettura!

di Federico Ravedati

Narcisismo (e non edonismo) è ciò che maggiormente caratterizza la società odierna. Siamo tutti sempre più rivolti e concentrati su noi stessi per voler apparire e ostentare la nostra figura fisica e lo facciamo perseguendo canoni comuni.

Sono canoni dettati da una società capitalistica e codificati da questa per mezzo di continue immagini che propongono dei modelli forse troppo spesso condivisi.

L’immagine in quanto tale non può che limitarsi all’apparenza e pertanto alla superficialità delle forme e su questa base tali norme vengono stabilite.

Dai profili social alle apparizioni in pubblico lo scopo è sempre quello di uniformarsi alle richieste della società; ventenni che fanno i quarantenni e quarantenni che fanno i ventenni, il capitale vuole così.

Come sottolinea Vito Mancuso nel saggio “Io amo. Piccola filosofia dell’amore”, a questa bellezza esteriore si sottrae quella interiore creando così un fragile squilibrio che porta all’opposto del principio della Grecia classica della kalokagatia, ovvero di una corrispondenza tra bellezza interiore ed esteriore.

Quella che si manifesta oggi può essere considerata come una kalokagatia inversa in quanto la bellezza fisica trova coincidenze unicamente in se stessa.

Oggigiorno siamo troppo abituati a personaggi di rilievo come politici che, pur possedendo un’ importante immagine ed essendo continuamente sotto i riflettori, non sono capaci di atteggiarsi in un modo che non sia aggressivo, arrogante e provocatorio.

Prima sono in posa per la bellissima foto e subito dopo eccoli a sbraitare in piazza facendo uso del loro linguaggio pieno di rabbia. E’ proprio questo parlare che denota non una carenza espositiva verbale, ma una mancanza di quella misura interiore che trova sempre meno spazio per concretizzarsi.

Per colmare questo imbarbarimento morale è necessaria una continua e potente immunoprofilassi che sia capace di unire le due bellezze; poiché l’una senza l’altra sarebbe esattamente, per i canoni geometrici greci classici, come un angolo qualsiasi privato del suo complementare.

Questa azione ha sede nella crasi delle due bellezze, che coincide con l’arte; infatti l’arte ha la capacità di unire la bellezza visiva dell’immagine a quella che si schiude nell’animo dello spettatore.

Ovviamente non si può pretendere che chiunque, privo di un animo sensibile, sia capace di apprezzare e cogliere ciò in un’opera d’arte, ma per per fare in modo che tutti possano assaggiare questa edonè artistica è necessario un ruolo auspicabilmente e parzialmente svolto dalla scuola.

Come infatti sostiene il sociologo Massimo Galimberti, la scuola, oggigiorno, dovrebbe perseguire una finalità meno basata sull’asettica istruzione nozionistica, e maggiormente volta a un’educazione della persona, nel caso particolare educare alla bellezza, ovvero offrire un insegnamento volto al far apprezzare tutto ciò che ci circonda e di cui usufruiamo. Così l’opera d’arte dalla sua bellezza espositiva risveglia quella dell’animo che sarà volta al far bene e non il niente male.

Il Novum Organum sulla bellezza
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L’anima: la canottiera che nessuno indossa più
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