[box] Storia e leggenda del santuario di Vicoforte
di Beatrice Limone e Maria Laura Nebbia[/box]
È l’inizio del XVI secolo. Protagonista della vicenda è una famiglia di Vicoforte, povera di averi ma ricca di fede, che su consiglio della figlioletta decide di erigere un pilone rappresentante la Vergine con il Bambino, fonte di grazia e conforto. La sacra immagine, dimenticata per decenni tra la boscaglia e gli arbusti, viene ritrovata casualmente (o provvidenzialmente!) da un incauto cacciatore: un colpo di fucile ne provoca lo sfregio. L’episodio rinnova la devozione e l’ omaggio della popolazione nei confronti della Madonna. In seguito, per volere del diacono del paese, si costruisce una cappella in segno di ringraziamento per la liberazione da una pestilenza che incombeva ormai da tempo. Ne derivano numerosi e frequenti pellegrinaggi a cui uomini e donne, anziani e bambini partecipano nella speranza di alleviare le proprie sofferenze, animati da uno spirito di grande riconoscenza.
Il vescovo decide allora di affidare all’architetto Ascanio Vitozzi la realizzazione di un più ampio spazio votivo: il progetto, poi portato a termine da Francesco Gallo con l’aiuto di Filippo Juvarra, prevede una pianta ellittica attorniata da quattro cappelle e sormontata da una maestosa cupola. I pittori incaricati di affrescarne la superficie svolgono il tema dell’assunzione della Vergine in cielo evidenziando per mezzo dei colori e del chiaro-scuro l’incolmabile distanza che separa l’umano dal divino, il finito dall’infinito. La Madonna è anche implicitamente presente poiché la cupola ellittica è simbolo del grembo materno generatore del Cristo che accoglie in sé tutti i fedeli.